Right to Dream, l’Academy africana da 190 milioni di euro

Dal talento di Conrad Harder, attaccante che era ad un passo dal Milan alla filosofia della Right to Dream, l’accademia che forma campioni

Foto di Claudio Cafarelli

Claudio Cafarelli

Giornalista e content manager

Giornalista pubblicista laureato in economia, appassionato di SEO e ricerca di trend, content manager per agenzie italiane e straniere

Aggiornato:

Dopo il mancato arrivo di Victor Boniface per motivi fisici, il Milan aveva scelto come attaccante Conrad Harder. Il giovane danese sarebbe arrivato al Milan per una cifra vicina ai 19 milioni di euro, versati allo Sporting CP che lo aveva acquistato appena un anno fa dal Nordsjaelland. Una trattativa veloce, segno della fiducia riposta nel talento classe 2005, considerato uno dei prospetti offensivi più interessanti del calcio europeo. Harder è un centravanti moderno, potente fisicamente, dotato di un tiro esplosivo e capace di segnare con entrambi i piedi e di testa. Il suo percorso lo ha portato a crescere prima in Danimarca e poi ad affacciarsi al grande calcio internazionale. L’approdo al Milan aveva come obiettivo di confermarsi ad alti livelli e di diventare un riferimento per il futuro dell’attacco rossonero. Alla fine però la trattativa è incredibilmente saltata a causa delle tempestiche richieste dallo Sporting e da accordi non più rispettati da parte dell’entourage del calciatore. La storia di Harder è però da raccontare.

Perché Harder ha un legame con l’Africa

Il nome di Harder è spesso legato alla Right to Dream, la celebre accademia calcistica nata in Ghana. Il motivo è semplice: il suo club di formazione, il Nordsjaelland, fa parte del network di Right to Dream dal 2015. Questo legame ha permesso al giovane attaccante di crescere in un ambiente che non si limita al calcio, ma che unisce formazione sportiva, istruzione e sviluppo personale. Harder stesso ha visitato la sede ghanese vivendo l’esperienza della comunità e stringendo rapporti con altri ragazzi provenienti da contesti diversi. Non a caso i suoi compagni di squadra lo avevano soprannominato “Mosquito”, ricordando i momenti trascorsi in Africa. Questo aspetto racconta quanto la filosofia di Right to Dream abbia inciso anche sul suo carattere, oltre che sulla sua carriera sportiva.

Cosa è la Right to Dream

Fondata nel 1999 da Tom Vernon, ex osservatore del Manchester United, la Right to Dream nasce ad Accra, in Ghana, come progetto sociale e sportivo. L’obiettivo era dare un’opportunità a ragazzi che difficilmente avrebbero potuto inseguire un futuro nel calcio. Con il tempo l’accademia è cresciuta fino a diventare un modello unico, basato su un equilibrio tra formazione atletica e scolastica. Nel 2015 l’organizzazione ha compiuto un passo decisivo acquistando il Nordsjaelland, squadra della Superliga danese, diventando così la prima accademia africana a possedere un club europeo.

Da allora Right to Dream è cresciuta ulteriormente aprendo sedi in Egitto e negli Stati Uniti e stringendo partnership con università e sponsor internazionali. Oggi è un network globale che promuove non solo calciatori, ma anche leader e professionisti pronti a contribuire positivamente alle loro comunità. La filosofia dell’accademia si riassume nell’idea che “il talento è ovunque, ma le opportunità non lo sono”. Per questo ogni anno migliaia di ragazzi vengono osservati e solo pochi selezionati accedono al programma ricevendo un percorso completo di studi e allenamenti in strutture di primo livello.

Tutti i calciatori cresciuti nella Right to Dream e diventati famosi

In oltre vent’anni di attività, la Right to Dream ha formato decine di calciatori che oggi giocano nei principali campionati europei. Basti citare alcuni nomi che hanno raggiunto la Premier League:

  • Mohammed Kudus, centrocampista offensivo ora al Tottenham, passato al West Ham ed esploso prima all’Ajax
  • Kamaldeen Sulemana, esterno arrivato fino al Southampton ora all’Atalanta
  • Simon Adingra, protagonista con il Brighton dopo il passaggio dal Nordsjaelland e ora al Sunderland

Altri giocatori hanno costruito carriere solide in Europa, come Mikkel Damsgaard (ora al Brentford), Mathias Jensen (anche lui al Brentford) e Andreas Skov Olsen, passato dal Bologna al Club Brugge e ora al Wolfsburg.

Dal network Right to Dream sono usciti anche altri talenti che hanno garantito importanti plusvalenze al Nordsjaelland. Tra le cessioni più rilevanti ci sono quelle di Sulemana al Rennes, Kudus all’Ajax, Ernest Nuamah al RWDM e Ibrahim Osman al Brighton. Lo stesso Harder segue un percorso simile: cresciuto in Danimarca, lanciato dal Nordsjaelland e rivenduto per cifre significative a un club europeo di primo piano.

Stagione Giocatore Club di destinazione Costo
2023/24 Ernest Nuamah RWDM 25 mln €
2022/23 Andreas Schjelderup Benfica 9 mln €
2021/22 Kamaldeen Sulemana Rennes 17 mln €
2020/21 Mohammed Kudus Ajax 9 mln €
2019/20 Andreas Skov Olsen Bologna 6 mln €
2019/20 Victor Nelsson FC Copenhagen 3,6 mln €
Totale incassi 88,6 mln €

L’impatto sociale e sportivo

Uno degli aspetti più innovativi della Right to Dream è l’attenzione al lato umano. Non tutti i ragazzi selezionati diventano calciatori professionisti, ma molti ottengono borse di studio per proseguire gli studi in prestigiose università di Stati Uniti e Regno Unito. L’obiettivo è formare individui completi, capaci di incidere positivamente sulla società. Oltre al calcio maschile, nel 2013 è stata aperta anche un’accademia femminile, tra le prime in Africa, che ha permesso a molte ragazze di inseguire il proprio sogno sportivo e accademico. Anche da lì sono usciti profili di alto livello, come Kathrine Kühl, centrocampista danese oggi all’Arsenal Women.

Una fabbrica di talenti

Right to Dream si è affermata come una delle più grandi “fabbriche di talenti” al mondo. Secondo i dati delle ultime stagioni, il Nordsjaelland ha incassato oltre 190 milioni di euro dalla vendita di calciatori cresciuti nella sua filiera. Una cifra enorme se rapportata alla dimensione del club danese che ha trovato nel modello dell’accademia la chiave per competere a livello internazionale. Oggi Conrad Harder rappresenta l’ennesima conferma del successo di questo sistema. Il suo trasferimento al Milan è saltato ma a prescindere un suo possibile passaggio in un’altra squadra non rappresenta solo un investimento sportivo, ma anche l’esempio concreto di come un progetto nato in Ghana possa avere un impatto globale cambiando il destino di centinaia di giovani e ridisegnando il modo di intendere il calcio moderno.