È stato annunciato uno sciopero di tre giorni della redazione di RaiSport. Un atto di durissima protesta nei confronti della gestione del direttore Paolo Petrecca, dopo appena quattro mesi dall’inizio della sua carica.
Le date scelte per lo stop redazionale sono tutt’altro che casuali. Questo sciopero avrà un impatto notevole, il che aiuterà a far ascoltare le voci di chi protesta. Due i comunicati ufficiali, uno dell’assemblea di redazione e uno del Cdr. Clima rovente in RaiSport, con una falla considerevole da colmare in vista non soltanto della Serie A, B e C ma anche e soprattutto delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026 e dei Mondiali di calcio 2026.
Sciopero RaiSport, prima giornata Serie A salta
Questo non è affatto il primo segnale dello scontro tra la redazione e il nuovo direttore Paolo Petrecca. Lo sciopero di RaiSport è un atto che giunge dopo aver ribadito la sfiducia verso la nuova direzione nelle ultime settimane (quarta in poco meno di quattro mesi).
Di seguito scendiamo nei dettagli delle motivazioni. Qui invece indichiamo le date del disservizio al pubblico. Ecco quando sarà in atto lo sciopero:
- domenica 24 agosto 2025;
- lunedì 25 agosto 2025;
- martedì 26 agosto 2025.
Due di queste date suonano familiari, considerando come si tratti del fine settimana dell’inizio della Serie A 2025-26. Rai Sport seguirà dunque la prima giornata, con il calcio d’inizio dei campioni in carica del Napoli in casa del Sassuolo. Quattro gare in totale previste per sabato 23 agosto (Genoa-Lecce, Milan-Cremonese e Roma-Bologna si aggiungono a quella già citata), per poi “ignorare” le restanti sei.
Nuova sfiducia
Il fulcro della protesta è un clima di intimidazione interna, che colpirebbe principalmente le dipendenti donne. L’ambiente di lavoro sarebbe risultato deteriorato dalla nuova gestione, definita autoritaria. A ciò si aggiungerebbe un’organizzazione ormai ridotta ai minimi storici.
La nuova sfiducia ribadita nei confronti del direttore Paolo Petrecca è giunta all’indomani della doppia mancata approvazione del piano editoriale:
“L’azienda non può ignorare che in seconda chiamata solo 30 giornalisti, su 105 aventi diritto al volo, abbiano detto ‘sì’ a un direttore che in 3 mesi e mezzo ha promesso spazi, promozioni e programmi senza visione d’insieme e intesa con l’azienda in termini di palinsesto, budget e pianta organica”.
Si chiede dunque un cambio di rotta immediato, al fine di evitare di compromettere due eventi strategici per la Rai tutta: Milano-Cortina e Mondiali di calcio.
Intimidazione e sfiducia
I giornalisti hanno descritto il clima di lavoro nel quale sono costretti ormai da mesi. L’atmosfera è pesante e tutto ciò è voluto proprio da Petrecca, spiegano. Il direttore sarebbe giunto anche a dare un ultimatum a tutti i dipendenti. Questi avrebbero dovuto scegliere se stare con lui e, in caso contrario, sarebbero stati automaticamente “contro di lui”. Nessuna via di mezzo, nessun compromesso o forma di dialogo.
“La redazione vive un clima di pesante intimidazione, ribadito dallo stesso direttore nella discussione del secondo piano editoriale. Ha tenuto a precisare che anche in caso di sfiducia sarebbero andato avanti, forte del consenso dell’azienda”.
Il tutto condito da minacce contro ogni forma di ribellione o opposizione al piano editoriale. Si parla di dirigenti minacciati, qualora non si fossero prestati a raccogliere voti per l’approvazione del piano editoriale.
Numericamente le redazioni sono state ridotte e la mancanza di persone ha portato l’organizzazione a livelli infimi. Le ragioni? “L’indebolimento è figlio di un rimpasto che ha obbedito come logica solo alla fedeltà a Paolo Petrecca e non al merito”.
Trattamento per le donne
Un trattamento riservato alle dipendenti donne che ha dell’assurdo. Ecco quanto emerge dal comunicato, che sottolinea come le lavoratrici siano penalizzate da questa nuova gestione.
Il direttore ha richiesto, in sede di discussione del secondo piano editoriale, di affidarsi totalmente alle sue decisioni, “senza pensare al fatto che bisogna riprendere i figli a scuola a una certa ora”.
I dipendenti chiedono dunque all’azienda se tutto ciò rientri nel processo di “promozione della parità di genere e valorizzazione delle donne in cui è impegnata la Rai”.
Non solo, c’è preoccupazione anche per quella che è “l’immagine della donna che la direzione di RaiSport ha deciso di fornire”. Si è optato per una mancata valorizzazione, principalmente in ambito femminile, delle risorse e professionalità interne. Il nuovo direttore ha preferito infatti ingaggiare figure esterne per co-conduzioni di programmi chiave per la testata. L’attacco è diretto e senza mezzi termini: “Una cosa sono i talent, altro sono le vallette e la stagione delle vallette è passata senza rimpianti”.