Il 2023 ha portato varie novità in tema Superbonus. La prima riguarda l’aliquota di detrazione, passata dal 110% al 90% per quanto riguarda i lavori con Cilas (Comunicazione di inizio lavori asseverata Superbonus 110%) posteriore al 31 dicembre 2022. Ma non è l’unica: qualcosa sembra muoversi anche sul fronte della cessione dei crediti, dopo mesi drammatici per contribuenti e banche (qui abbiamo parlato del brusco stop per le villette, pochi cantieri: le cause).
Quanto ci costa il Superbonus
Per cominciare, tracciamo una panoramica economica del Superbonus. Analizzando i dati Enea a fine marzo e a fine aprile, finora le detrazioni richieste superano i 65,5 miliardi di euro, per lavori conclusi o per i quali è stato effettuato almeno un SAL (Stato avanzamento lavori). Il costo totale per lo Stato, qualora si concludessero tutti i lavori in essere, sarà compresa tra un minimo di 81,8 miliardi e un massimo di 82,2 miliardi di euro.
C’è però da dire che a fine aprile si è comunque registrato un forte rallentamento delle richieste, perché le detrazioni maturate sono cresciute di 1,7 miliardi nel giro di un mese, rispetto ai 4,9 miliardi registrati a marzo su febbraio. La parabola non sembra promettere riprese nei prossimi mesi, un po’ per l’abbassamento dell’aliquota di detrazione e un po’ per effetto del blocco della cessione dei crediti concretizzatosi a febbraio.
Cessione dei crediti o sconto in fattura: chi può
C’è innanzitutto una regola “d’oro” che traccia una linea netta tra chi può e non può usufruire della cessione dei crediti, fissata dal Dl 11/2023:
- i lavori avviati entro il 16 febbraio 2023 generano bonus cedibili
- i lavori avviati dal 17 febbraio, invece, non consentono la cessione del credito o lo sconto in fattura.
Questa norma è valida sia per il Superbonus sia per le altre agevolazioni ordinarie cedibili: in sostanza tutte le detrazioni tranne il Bonus mobili e il Bonus giardini. La cessione del credito, così come lo sconto in fattura – che comunque prelude a una successiva cessione da parte dell’impresa a una banca o a un soggetto vigilato -, è nei fatti da considerarsi non applicabile per tutti gli altri bonus, eccezion fatta per il contributo per l’abolizione delle barriere architettoniche. Quest’ultimo si può chiedere fino al 31 dicembre 2025 e consente di recuperare 60-62 euro cedendo il credito per ogni 100 euro di spesa.
La situazione di chi ha ottenuto la cessione per i crediti 2022
Chi non è riuscito a ottenere la cessione per i crediti 2022 sul Superbonus avrà tempo fino al 30 novembre 2023 per scegliere il rimborso diretto in dieci anni anziché in quattro (ne avevamo parlato anche qui). Come riporta il Corriere della Sera, in tal modo viene ampliata la platea dei beneficiari, perché si abbassa drasticamente il reddito entro il quale si è capienti dal punto fiscale.
Se, ad esempio, per i lavori in una villetta a schiera si sono spesi 98.500 mila euro (importo medio rilevato da Enea) si ha diritto a 108.350 euro di detrazione complessiva. Divisi su quattro anni si otterrebbero 27.087 euro, ma per ricevere l’intero importo occorre un imponibile Irpef al netto delle altre detrazioni e deduzioni di 80.944 euro. Su dieci anni, la “fetta” diventa più piccola: si scende a 10.835 euro, ma anche l’imponibile sufficiente a sfruttare tutto il bonus si abbassa a 39.814 euro.