Quella della cessione del credito per i bonus edilizi (qui chiariamo la questione dei 10 giorni in più per la cessione) in Italia sembra una strada continuamente in salita. Il Governo lavora a possibili modifiche alle regole per cercare di arginare la reticenza delle banche ad acquisire crediti per problemi di capienza fiscale.
Nei giorni scorsi Il Sole 24 Ore aveva riportato la possibilità di un blocco del mercato, dovuto alla crescente difficoltà a procedere con nuove domande per i bonus fiscali. Una situazione che ha spinto Esecutivo e Parlamento a vagliare due possibili soluzioni.
Bonus e banche: cosa sta succedendo
Come riporta il quotidiano, molti istituti hanno rallentato gli acquisti da parte dei privati e altri si erano completamenti fermati per via della “pressione di una massa gigantesca di crediti”. Le domande presentate superano infatti un valore complessivo stimabile in oltre 40 miliardi di euro, che non smette di crescere mese dopo mese. Tra le banche interessate da questo fenomeno figurano anche Unicredit e Intesa San Paolo.
Il flusso è poi ripreso grazie all’intervento di Palazzo Chigi, che ha riaperto le cessioni multiple dei crediti con apposito decreto. Il tetto è stato fissato a tre “passaggi di mano”, poi ampliato a quattro con il decreto energia (della proroga del Superbonus e di tutte le novità avevamo parlato qui). La modifica, che ha l’intento di contrastare le frodi legate ai bonus edilizi, non è però definitiva. Gli emendamenti potrebbero essere inseriti nella legge di conversione del decreto Ucraina in discussione al Senato.
Il cambio di rotta ha però reso la normativa complessa e gravosa (qui abbiamo illustrato i dettagli su proroga, sconto e cessione del credito), soprattutto per chi porta avanti cantieri e lavori. Complici anche controlli serrati e pene molto severe per chi sbaglia. Il blocco degli sconti, in particolare, è dovuto al fatto che l’acquirente ultimo debba essere una banca o un’assicurazione. Come ha spiegato Il Messaggero, un istituto può comprare bonus fiscali solo fin quando il suo debito fiscale nei confronti dello Stato lo permette. Più bonus compra più riduce il debito. Se lo azzera i bonus scontati diventerebbero una perdita.
Il piano del Governo: due possibili soluzioni
Governo e Parlamento sono dunque corsi ai ripari, con un duplice obiettivo: consentire la cessione banca-correntista in ogni passaggio, e non solo al quarto, e depotenziare il divieto di cessione frazionata che scatterà dal 1° maggio. Nel dettaglio, i tecnici hanno individuato due possibili rimedi che dovranno essere approvati. A illustrarli a Il Sole 24 Ore è stato il presidente dell’Ance, Gabriele Buia.
- Consentire alle banche di cedere i crediti ai loro correntisti, “anche senza avere completato tutti e tre i passaggi di cessione. Devono avere la possibilità di scontare subito questi crediti”.
- Consentire di cedere una porzione di un credito. “Senza fare pezzettini troppo piccoli, si potrebbe consentire di cedere un anno intero, ad esempio, su un credito che dura cinque anni”.
Secondo Emanuele Orsini, vicepresidente di Confindustria con delega su Credito, Finanza e Disco, “le frodi non si combattono inserendo limiti sulle cessioni, ma facendo sì che si possano usare aziende qualificate per fare i lavori. Serve che le banche possano cedere anche ai loro correntisti i crediti acquisiti”.