Superbonus, spunta l’ipotesi detrazione in 10 anni

Il pacchetto di emendamenti al Decreto Superbonus non comprende anche i privati nell'estensione a 10 anni del periodo per recuperare le spese in detrazione

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Maurizio Perriello

Giornalista

Maurizio Perriello è un giornalista. Nato a Melfi nel 1988, si laurea a Pisa in Storia e consegue un Master a Milano. Esperto di tematiche green, in particolare di climate change.

L’infinita parabola del Superbonus si arricchisce di un nuovo capitolo (qui abbiamo parlato dell’impatto “disastroso” sui conti pubblici). Con una notizia decisamente negativa per molti: tramonta l’ipotesi per i contribuenti di poter recuperare in 10 anni, anziché in quattro, la detrazione dell’agevolazione statale.

La misura era allo studio per sostenere chi ha redditi bassi e non ha dunque abbastanza capienza fiscale per recuperare tutto. Nel pacchetto di emendamenti riformulati al Decreto Superbonus, questa possibilità viene però prevista solo per banche e imprese che hanno acquistato i crediti, e non per i privati (qui spieghiamo come si calcola il quoziente familiare).

Superbonus e detrazione, cosa cambia

Oltre alla “nuova” detrazione, le novità principali comprendono anche il ripristino dello sconto-cessione per gli istituti per le case popolari e le onlus e uno scudo rafforzato per chi compra dalle banche. Gli emendamenti al Decreto Superbonus, finiti al vaglio della commissione Finanze della Camera, non includono però alcuna norma che consenta di estendere a 10 anni il periodo per consentire ai privati di recuperare in detrazione le spese.

La norma era allo studio con l’obiettivo di sostenere chi ha redditi più bassi. Questa possibilità sarà invece garantita a banche e imprese che hanno acquistato crediti: un emendamento riformulato riapre infatti la possibilità (già prevista dal Decreto Aiuti quater) di fruire dei crediti non ancora utilizzati in 10 rate annuali.

L’estensione della misura ai redditi più bassi avrebbe richiesto coperture che al momento sono considerate da rinviare a dopo il Def. Il relatore si dice “fiducioso” sul fatto che il Parlamento darà una risposta al problema degli “esodati” del Superbonus in modo trasversale, con il contributo di maggioranza e opposizione (Superbonus condomini: come richiederlo con le nuove regole).

Le altre novità sul Superbonus

L’esame del provvedimento da parte del Parlamento è previsto mercoledì 28 marzo. Tra le modifiche su cui sarebbe già stato trovato l’accordo, spicca l’esclusione dal blocco della cessione e dello sconto in fattura per gli istituti per le case popolari (Iacp), le onlus e il terzo settore. Per salvare le cessioni del 2022, un emendamento riformulato del relatore Andrea de Bertoldi (Fratelli d’Italia) consente per chi non abbia concluso il contratto di cessione entro la scadenza del 31 marzo di effettuare la comunicazione all’Agenzia delle Entrate con la “remissione in bonis”. Cioè pagando una sanzione di 250 euro entro il 30 novembre.

Si viaggia inoltre verso un ulteriore allargamento dello scudo dalla responsabilità in solido per chi acquista i crediti del Superbonus. L’esclusione dal concorso nella violazione, già prevista da decreto per chi dimostra di aver acquisito i crediti e che siano in possesso di una specifica documentazione, viene estesa a tutti i cessionari che acquistano i crediti da una banca o da un’altra società appartenente al gruppo bancario della stessa banca, o da una società quotata o da un’altra appartenente al gruppo della medesima società quotata. Un altro emendamento riformulato integra invece l’elenco dei documenti da possedere: sarà necessaria la visura catastale storica e modifiche sulla documentazione sull’efficienza energetica e sugli obblighi di riciclaggio.

Il nodo dei crediti incagliati

Intanto, mentre l’opposizione accusa il Governo Meloni di “difendere i ricchi e le banche”, cresce l’attesa per la soluzione definitiva sul nodo dei crediti incagliati, che dovrebbe prevedere il ricorso agli F24 e ai Btp a 10 anni. Sullo sfondo resta l’ipotesi di una piattaforma di vendita gestita da una partecipata dello Stato.