Assegno unico, dal 2023 scattano già gli aumenti: ecco gli importi

L'Assegno unico in vigore da marzo, che ha sostituito buona parte dei vecchi aiuti alle famiglie con figli, verrà rivalutato già nel 2023: di quanto aumenta

Pubblicato: 17 Agosto 2022 12:00

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Assegno unico, partito da poco, e già vengono annunciati cambiamenti. Ma per fortuna le notizie sono molto positive. Ricordiamo, per chi ancora non lo sapesse, che il cosiddetto Assegno unico e universale è la nuova misura economica, unica e stabile, che semplifica e sostituisce molte delle vecchie agevolazioni per i figli a carico.

Si rivolge a tutti, per questo è universale: tutti ne hanno diritto, indipendentemente dalla condizione lavorativa, cioè sia che siano occupati che disoccupati, e senza limiti di reddito. L’assegno non concorre alla formazione del reddito complessivo.

Assegno unico, chi lo può chiedere e come funziona

È possibile fare richiesta, per ogni figlio a carico, dal 7° mese di gravidanza fino ai 21 anni d’età. L’assegno è progressivo, cioè l’importo spettante cresce al diminuire del valore del proprio reddito, indicato nell’Isee. E’ anche possibile non fornire l’Isee ma ottenere comunque l’assegno unico: in questo caso, l’INPS erogherà l’importo minimo.

L’assegno è erogato mediante accredito su Iban oppure mediante bonifico domiciliato, tranne nel caso di beneficiari del Reddito di cittadinanza, che ne hanno diritto senza fare domanda perché viene accreditato direttamente insieme all’Rdc stesso.

A partire da marzo 2022, l’assegno ha sostituito alcuni contributi pubblici rivolti alle famiglie con figli. Restano in vigore, oltre all’assegno unico, anche:

  • i Bonus asilo nido
  • i bonus per forme di assistenza presso la propria abitazione
  • le detrazioni fiscali per alcune delle spese sostenute in favore dei figli a carico: ad esempio per le spese sanitarie e farmaceutiche, per l’istruzione e per le attività sportive.

Ecco invece quali aiuti sono stati eliminati, perché inglobati nell’assegno unico:

  • il Premio alla nascita
  • l’Assegno di natalità
  • l’Assegno ai nuclei familiari con almeno 3 figli minori
  • l’Assegno per il nucleo familiare
  • alcune detrazioni per carichi di famiglia
  • il Fondo di sostegno alla natalità
  • l’Assegno temporaneo per i figli.

Quanto spetta: gli importi

L’assegno va da un minimo di 50 euro al mese a un massimo di 175 per ogni figlio minorenne a carico. Per i figli a carico di età tra i 18 e i 21 anni, gli importi variano da un minimo di 25 euro al mese a un massimo di 85.

Sono previste anche maggiorazioni in casi specifici.

Cosa cambia nel 2023

Tra marzo e giugno sono state quasi 5,3 milioni le famiglie italiane che hanno ricevuto almeno una mensilità di assegno unico, meno di quante il governo Draghi si aspettasse, con una spesa complessiva per l’Inps di quasi 4,8 miliardi e un beneficio medio per figlio di 145 euro.

Ora, due importanti novità sono in arrivo per il 2023. La prima è che l’assegno diventa automatico: l’INPS provvederà ad erogare automaticamente ogni anno il sussidio agli aventi diritto di cui conosce la situazione reddituale.

La seconda grande novità riguarda l’importo: dal 2023 scattano degli aumenti. L’importo dell’assegno unico sarà rivalutato sulla base del tasso di inflazione.

Ma di quanto aumenterà? Dal tetto massimo di 175 euro mensili attuali si potrebbe arrivare fino a 190 euro: un aumento quindi di circa 15 euro.