Assegno unico, scattano i controlli: chi rischia di più

Assegno unico, stretta sui furbetti: l'Inps ha avviato i controlli su circa 22mila domande perché sospettate di essere potenzialmente fraudolente.

Foto di Emanuela Galbusera

Emanuela Galbusera

Giornalista di attualità economica

Giornalista pubblicista, ha maturato una solida esperienza nella produzione di news e approfondimenti relativi al mondo dell’economia e del lavoro e all’attualità, con un occhio vigile su innovazione e sostenibilità.

Stretta sui furbetti dell’assegno unico. Sono 22 mila le domande per l’assegno unico finite sotto la lente d’ingrandimento dell’Inps perché sospettate di essere potenzialmente fraudolente.

Assegno unico, i controlli dell’Inps

Le prime truffe si erano già registrate a marzo, quando all’Inps erano arrivate domande per l’assegno riferite a nuclei famigliari con la numeri poco credibili che arrivavano anche fino a 17 figli.

Ora l’Istituto ha richiesto della documentazione aggiuntiva soprattutto per le domande inoltrate per i ragazzi con più di 18 anni di età che potrebbero non avere i requisiti per il bonus, per verificare la presenza dei requisiti necessari a ottenere il beneficio.

I controlli, in ogni caso, riguardano una percentuale minima coloro che richiedono l’assegno unico per i figli. Si tratta di circa 22mila domande su 4 milioni e mezzo di richieste pervenute dalle famiglie italiane, quindi solo una piccola percentuale (0,5%) deve provare con altri documenti di essere in regola per percepire il beneficio economico, mentre il resto delle domande è selezionato in maniera automatizzata.

Assegno unico e figli maggiorenni

L’assegno unico è riconosciuto ai nuclei familiari per ciascun figlio maggiorenne a carico, fino al compimento dei 21 anni di età, per il quale ricorra una delle seguenti condizioni:
  • frequenza di un corso di formazione scolastica o professionale, ovvero un corso di laurea;
  • svolgimento di un tirocinio ovvero un’attività lavorativa e possieda un reddito complessivo inferiore a 8.000 euro annui;
  • registrazione come disoccupato e in cerca di un lavoro presso i servizi pubblici per l’impiego;
  • svolgimento del servizio civile universale.
L’Inps chiarisce che il figlio maggiorenne fino ai 21 anni:
  • se convivente con uno o entrambi i genitori, fa parte del nucleo familiare in cui convive, a prescindere dal carico fiscale a patto che, nell’anno di riferimento della domanda, non possieda un reddito complessivo ai fini IRPEF superiore a euro 8.000.
  • non convivente con alcuno dei genitori, può comunque fare parte del nucleo se di età inferiore a 26 anni, a carico dei genitori ai fini IRPEF e non coniugato o a sa volta genitore.

Assegno unico e figli maggiorenni dopo la presentazione della domanda

Nell’ipotesi di figli che raggiungono la maggiore età successivamente all’inoltro della domanda si prevede la possibilità che il figlio presenti domanda per conto proprio. Ciò comporta la decadenza della “scheda” presente nella domanda del genitore e l’erogazione della prestazione direttamente al figlio maggiorenne, limitatamente alla quota di assegno a lui spettante.
Qualora invece il figlio non presenti domanda per conto proprio, a partire dal mese di compimento del diciottesimo anno, la domanda verrà messa in stato “Evidenza” per consentire al cittadino l’integrazione delle dichiarazioni relative alla situazione reddituale.
Il genitore  dovrà:

  • accedere alla domanda on line, nella sezione “Consulta e gestisci le domande che hai presentato”, selezionare la “scheda” relativa al figlio neomaggiorenne
  • accedere alla nuova pagina, nella quale dovrà selezionare la presenza di una delle condizioni alternative previste dalla norma
  • salvare i dati inseriti.

Assegno unico, come fare domanda

Da gennaio fino al 20 aprile sono arrivate all’Inps circa 4,5 milioni domande per oltre 7,2 milioni di figli.

La domanda si presenta online con procedura semplificata accedendo al sito INPS con SPIDCIE o CNS o tramite patronato. Serve un Isee valido che non va allegato alla domanda dal momento che sarà direttamente l’Inps a verificarne l’esistenza.

La richiesta poi deve essere presentata da un solo genitore e dovrà indicare i dati dei figli e dell’altro genitore utili al pagamento oltre che sottoscrivere le dichiarazioni di responsabilità e l’assenso al trattamento dei dati.
I figli maggiorenni potranno fare domanda in sostituzione dei genitori e chiedere la corresponsione diretta.

Ricordiamo che per chi presenta domanda fino al 30 giugno, verranno riconosciuti tutti gli arretrati, calcolati a partire dal mese di marzo. Dopo questa data, la prestazione di sostegno al reddito decorrerà dal mese successivo a quello di presentazione della richiesta.