Omicron 2, ecco cosa potrebbe accadere il prossimo inverno

Lo scenario descritto dal virologo Fabrizio Pregliasco, da ottobre in poi, quando Omicron 2 potrebbe sostituire l'influenza

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Redazione

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Il prossimo inverno Omicron 2 prenderà il posto del virus dell’influenza. A sostenerlo è il professore Fabrizio Pregliasco, docente di virologia all’Università Statale di Milano, secondo il quale il nuovo corso dell’epidemia tracciato dalla sottovariante di Omicron, potrebbe nascondere un’altra faccia della medaglia.

Omicron 2, cosa accadrà il prossimo inverno: lo scenario di Pregliasco

“Omicron 2, se da un lato ha interrotto quel calo repentino che stavamo vedendo nella quarta ondata, dall’altro lato ci sta facendo un lavoro, seppur sporco: essendo così diffusiva, in fondo fa dei booster naturali ai vaccinati che si infettano e butta la palla in avanti. Nel senso che rinforza e mantiene un elevato numero di persone con anticorpi e protezione immunitaria adeguata, che li protegge per un po’” ha detto il ricercatore e direttore sanitario dell’Ospedale Galeazzi, in un’intervista a ‘Il Giorno’.

Le prime avvisaglie di questo fenomeno sono state già riscontrato in questi due anni di pandemia, durante i quali l’influenza è scomparsa, salvo l’ultimo colpo di coda registrato negli ultimi giorni soprattuto tra i bambini, con un’incidenza sale a 14,82 casi per mille, a fronte di 4,76 casi ogni mille persone tra la popolazione generale.

“Omicron non ha fatto sì che questo virus diventasse un raffreddore – spiega Pregliasco. Sicuramente è meno pesante dal punto di vista degli effetti ma, come vediamo dai dati di mortalità che in questo momento stanno salendo, può determinare soprattutto nei non vaccinati effetti pesanti”.

Il ceppo più contagioso di Sars-CoV-2 registrato finora, diventato in poco tempo prevalente in Italia e in buona parte del mondo, ha rilanciato la forza della curva epidemica, nonostante la barriera costituita dai vaccini ne abbiano contenuto gli effetti.

Secondo l’ultimo monitoraggio dell’Iss, anche se l’incidenza settimanale dei casi di Covid a livello nazionale sia in lieve calo (836 ogni 100.000 abitanti) l’Rt nazionale è tornato ai livelli di dicembre a 1,24 (range 1,14 – 1,31) a dimostrazione di come il coronavirus sia tornato a circolare.

“Oggi noi vediamo la parte sintomatica e più grave di una grossa quota di persone che si sono infettate” spiega ancora il professor Pregliasco. “Questo lavoro di Omicron 2”, anche nella sua parte sommersa, “può far sì che nel prossimo futuro il virus abbia meno possibilità di diffondersi almeno per un po’, almeno fino a quando anche i guariti ritornano a essere suscettibili”.

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Omicron 2, cosa accadrà il prossimo inverno: la nuova variante Xe

Per il virologo Omicron 2 continuerà nella sua circolazione fino a maggio, quando l’arrivo dell’estate ridurrà l’azione contagiosa del Sars-CoV-2 per poi raggiungere lo stato endemico con l’autunno (qui abbiamo spiegato cosa potrebbe succedere d’estate con la circolazione di Omicron 2). A meno che, tiene a precisare Pregliasco, non emerga una nuova variante più contagiosa.

Nelle ultime ore la Uk Health Security Agency (Ukhsca), l’agenzia per la salute pubblica britannica, ha annunciato di stare monitorando una mutazione ricombinante dei ceppi BA.1 e BA.2(qui abbiamo spiegato la differenza di incubazioni tra le due sottovarianti).

Si tratterebbe di una nuova variante, chiamata “Xe”, combinazione delle due sottovarianti di Omicron, più contagiosa del 10% di Omicron 2.

Nel Regno Unito, dal mese di gennaio sono stati riscontrati ufficialmente 637 casi ufficiali, di questa variante ricombinante che, spiegano dall’Ukhsca “si verifica quando un individuo viene infettato con due o più varianti contemporaneamente, con il mescolamento del loro materiale generico nel corpo del paziente”.