Falsa partenza per il nuovo tariffario delle prestazioni di specialistica ambulatoriale e protesica. Le associazioni sanitarie private italiane denunciano gravi disagi: l’aggiornamento dei sistemi informatici in tempi brevissimi è risultato impraticabile, causando malfunzionamenti in molte Regioni, con difficoltà nella prenotazione di esami e visite.
Il nuovo tariffario è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il 27 dicembre 2024 e ha introdotto 1.113 nuove voci con codici e procedure complesse, ma il pasticcio nella partenza del nuovo corso è andata ad aggravare la già difficilissima situazione della Sanità.
Le associazioni chiedono la sospensione definitiva del decreto e un adeguamento delle tariffe di rimborso, considerate insostenibili. La decisione definitiva è attesa per il 28 gennaio.
Associazioni contro il nuovo tariffario
“Attualmente i sistemi informatici sanitari di molte Regioni italiane sono in tilt”, ha denunciato all’Ansa l’Unione Nazionale Ambulatori, Poliambulatori, Enti e Ospedalità privata accreditata (Uap), insieme ad Anisap (Federazione Nazionale delle Associazioni Regionali o Interregionali delle Istituzioni Sanitarie Ambulatoriali Private) e Aiop (Associazione italiana ospedalità privata).
È stata revocata la decisione con il quale il Tar del Lazio aveva sospeso il nuovo tariffario per le cure e le prestazioni dal Servizio sanitario nazionale garantite ai cittadini gratuitamente o dietro pagamento di un ticket. L’istanza di revoca del decreto Tariffe è stata depositata dall’Avvocatura dello Stato per conto del ministero della Salute.
Reintrodotti i vecchi codici
E dopo la revoca è arrivato a stretto giro il tilt dei sistemi di prenotazione, sommersi dalle richieste. In pratica, le Regioni sono state colte di sorpresa dalla decisione del Tar, dopo che avevano già adeguato i sistemi informatici con i nuovi codici delle prestazioni sanitarie. La decisione del Tar ha obbligato il Ministero della Salute al ritorno dei vecchi codici per prenotare visite ed esami.
La sentenza definitiva della giustizia amministrativa arriverà solo a fine gennaio. Intanto la patata bollente da gestire è passata nelle mani delle strutture sanitarie, già sotto pressione per la fuga dei medici e degli infermieri. E le liste d’attesa, nel frattempo, si allungano ulteriormente.
Uap, che rappresenta 27.000 tra laboratori e cliniche da Nord a Sud, lamenta la mancanza dei tempi tecnici per l’adeguamento dei sistemi informatici.
“Il Ministero della Salute ha dichiarato di aver agito per tutelare i cittadini, sostenendo che le Regioni hanno già aggiornato i sistemi con i codici del nuovo tariffario e sono già diverse le prescrizioni dei medici”, scrive l’associazione. E invece, si denuncia, “risulta chiaramente impraticabile aggiornare il sistema informatico sanitario a livello nazionale nel breve arco di 2 o 3 giorni, soprattutto a ridosso del Capodanno, e gli operatori si trovano in condizioni di affanno e caos“.
I problemi nella prenotazione di esami e visite, in molti casi, sono stati segnalati anche dai medici di Medicina generale.
Le organizzazioni della sanità privata avevano già presentato il ricorso al Tar, che aveva portato alla sospensione del decreto sul nuovo Tariffario, che è stata poi revocata.
Il nodo dei rimborsi alle strutture
Oggi chiedono che il decreto venga ora sospeso definitivamente in occasione della Camera di consiglio prevista per il 28 gennaio. L’altra richiesta è che le tariffe di rimborso alle strutture per le prestazioni vengano adeguate, perché giudicate “troppo basse e dunque insostenibili”. Gli operatori hanno denunciato un taglio dei rimborsi fino al 70%, che metterebbe in crisi il settore della sanità convenzionata.