Salame Napoli ritirato per salmonella dai supermercati, i lotti richiamati: sintomi e rischi

Il richiamo è legato ad un rischio microbiologico, cioè la potenziale presenza di Salmonella spp

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Pubblicato: 10 Febbraio 2024 08:52

Il Ministero della Salute ha reso noto che il produttore del Salumificio Volpi ha emesso un richiamo precauzionale per alcuni lotti di salame Napoli a causa della possibile presenza di Salmonella spp.

I lotti interessati

Il prodotto interessato è venduto già affettato in pacchetti da 80 grammi contrassegnati con i numeri di lotto L231220, L231227, L240103 e L240105, con date di scadenza rispettivamente 08/02/2024, 15/02/2024, 22/02/2024 e 24/02/2024. Sebbene il richiamo sia stato emesso il 06/02/2024, il Ministero della Salute ha reso pubblica questa informazione solo oggi, il 09/02/2024. Il ritardo di tre giorni è stato sufficiente per far scadere uno dei lotti soggetti al richiamo.

Il Salumificio Volpi Spa, con sede in Via Roma 41 a Collebeato, provincia di Brescia (marchio di identificazione IT 210 L CE), è il produttore del salame Napoli soggetto al richiamo. Come misura precauzionale, l’azienda consiglia di non consumare il salame con le date di scadenza e i numeri di lotto menzionati. Coloro che possiedono il prodotto richiamato sono invitati a restituirlo presso il punto vendita dove è stato acquistato.

Secondo l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), la Salmonella è l’agente batterico più frequentemente riscontrato nelle infezioni alimentari, sia sporadiche che epidemiche.

I rischi della salmonella

Questo batterio è presente in natura in oltre 200 varianti diverse. La Salmonella Enteritidis è inclusa nel gruppo delle “salmonelle inferiori”, responsabili di oltre il 50% delle infezioni gastrointestinali. Queste possono colpire sia gli esseri umani che gli animali domestici e da cortile (come polli, maiali, bovini, roditori, cani, gatti, pulcini), così come gli animali selvatici.

La Salmonella provoca tipicamente nausea, dolori addominali crampiformi, diarrea con feci liquide, frammiste a muco e, talvolta, a piccole quantità di sangue. Possibile è anche la presenza di feci verdi, febbre a 38-39°C, vomito, dolori articolari e mal di testa.

La salmonellosi, essendo un’infezione batterica, potrebbe far pensare che sia curabile con antibiotici. Tuttavia, spesso non è raccomandato utilizzarli perché la maggior parte dei casi di gastroenterite da Salmonella sono lievi e autolimitanti. Di solito, i sintomi regrediscono spontaneamente entro pochi giorni. Per questo motivo, il trattamento principale consiste nel riposo e nell’assunzione abbondante di liquidi, che aiutano a compensare la perdita di acqua e sali a causa di vomito e diarrea. Anche l’assunzione di fermenti lattici e probiotici è utile per ripristinare una flora batterica ottimale.

Dove trovare informazioni su ritiri e richiami di prodotti

Il sito del Ministero della Salute pubblica sia i richiami che i ritiri alimentari. Recentemente, è stato ritirato un lotto di gorgonzola dolce DOP per pericolo listeria, mentre la scorsa settimana un lotto di mirtilli Freshona è stato richiamato per la presenza del Novovirus.

Gli operatori del settore alimentare (OSA) sono obbligati a informare i clienti sulla non conformità dei prodotti e a ritirarli dal mercato. In caso di vendita già effettuata, l’OSA deve procedere anche al richiamo, informando i consumatori sui prodotti a rischio attraverso cartelli e avvisi nei punti vendita. L’OSA è tenuto a pubblicare il richiamo nel portale del Ministero della Salute, e la pubblicazione è gestita dalla Regione competente, che riceve le informazioni direttamente dall’OSA, previa valutazione della ASL.

I richiami pubblicati sul portale del Ministero informano i cittadini su alimenti pericolosi quando le misure adottate possono non essere sufficienti a salvaguardare la salute del consumatore, specialmente nel caso di acquisti online di alimenti o integratori alimentari contenenti sostanze pericolose o focolai di malattie a trasmissione alimentare.