È possibile usare i farmaci oltre la data di scadenza, il 95% funziona dopo un anno: come conservarli

Utilizziamo i farmaci che abbiamo in casa in maniera errata, certi del fatto che la data di scadenza indichi quando gettarli via. Ecco come conservarli e quali poter usare anche molti anni dopo

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Che rapporto hanno gli italiani con i farmaci? Siamo un popolo che fa un gran ricorso alla medicina, spesso anche quando non ce n’è bisogno. Una pillola per ogni disturbo, anche se minimo, o fastidio. Ciò si traduce in una media spesa annua di 555 euro per ogni singolo cittadino. Statistica che è ben al di sopra di quella europea, che si attesta intorno ai 359 euro. Al di là del gran ricorso che facciamo ai prodotti farmaceutici, come nel fronteggiare un mal di testa che è in realtà figlio di una necessità di riposo, spendiamo molto anche per la sostituzione di farmaci scaduti.

La Stampa sottolinea come una pasticca su 10 finisca nella spazzatura, considerandone impossibile l’utilizzo dopo la data di scadenza. Conti alla mano, ci si ritrova a fronteggiare 2 miliardi all’anno di sprechi. Potrebbe essere un grave errore, stando a uno studio condotto dalla Food and Drug Administration. È stato infatti dimostrato come il 95% di 3000 lotti di farmaci analizzati funzionasse benissimo anche un anno dopo la scadenza indicata. Una fetta decisamente minore, pari a circa il 25%, ha garantito un’efficacia di reazione anche dopo quattro anni. Detto ciò, alcuni farmaci “delicati” non possono minimamente essere sfruttati dopo la data di scadenza. La longevità di altri, invece, dipende soprattutto dalla loro perfetta conservazione. Al netto di tali elementi, però, si tratta di una vera e propria rivoluzione culturale.

Farmaci oltre la scadenza

Ciò che conta sottolineare, prima di tutto, è il significato della data di scadenza. Si pensa che, dopo una certa soglia temporale, un prodotto diventi dannoso. Un’idea che proviene dal mondo del cibo. Basti pensare agli yogurt, che dopo un certo periodo potrebbero non essere più ideali da consumare. Sul fronte dei farmaci, invece, le regole cambiano radicalmente. La data di scadenza non indica la dannosità, bensì evidenzia le tempistiche entro le quali viene garantita la stabilità del prodotto.

Con questo si intende la capacità del principio attivo presente di mantenere le sue proprietà terapeutiche. Lo studio dell’Fda evidenzia come addirittura l’88% dei lotti di farmaci che restano in accumulo nei magazzini, tenuti in buone/ottime condizioni, sono risultati ampiamente utilizzabili. Le analisi sono state condotte su prodotti con data di scadenza fissata a quattro anni prima. In questo caso sono risultati ancora utilizzabili dopo ulteriori 66 mesi, ovvero 5 anni e mezzo dopo. A dare i risultati migliori è stata l’aspirina. L’acido acetilsalicilico al suo interno ha dimostrato di mantenere tutte le sue proprietà anche 10 anni dopo.

Sarebbe invece il caso di guardare con attenzione alla data di scadenza nel caso di anticonvulsivi, anticoagulanti, la teofilina, gli ormoni tiroidei e i contraccettivi. Lo stesso dicasi, in linea generale, per i farmaci dalla formulazione liquida, che tendono a essere generalmente a rischio decadenza dopo una certa soglia temporale. Si pensi agli sciroppi e ai colliri ad esempio. Sono infatti più sensibili alle alte temperature rispetto ai prodotti con composizione solida.

Come conservare i farmaci

Dopo tale premessa, è naturale chiedersi in che modo poter tutelare i propri farmaci e, al tempo stesso, il proprio portafogli. La Società Italiana di Farmacologia spiega esattamente quali sono le regole generali di conservazione dei farmaci:

  • scegliere un luogo fresco e asciutto;
  • garantire una temperatura inferiore ai 25 gradi;
  • tenere i farmaci lontani da fonti di calore, umidità e raggi solari;
  • conservare le confezioni originali, segnando la data d’apertura in caso di medicinali multi-dose.