Mozzarella per pizzeria ritirata, rischio chimico per carica batterica elevata

Il ministero della Salute ha segnalato dei prodotti da non consumare, qualora acquistati, e che sono già stati ritirati dal commercio: ecco i motivi di tutto ciò

Foto di Luca Incoronato

Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Il portale del ministero della Salute è prontamente aggiornato con gli avvisi dei prodotti ritirati dal mercato. I tipi di allerte possono essere molto differenti e si consiglia di consultarlo di tanto in tanto. Spesso procediamo anche noi a segnalare dei prodotti da riportare in negozio, qualora già acquistati, da non consumare assolutamente. È questo il caso, con dei lotti di Mozzarella per Pizzeria risultati gravemente a rischio.

Mozzarella ritirata

Diversi lotti di Mozzarella per Pizzeria sono stati ritirati dalla circolazione. Il ministero della Salute specifica infatti come non fossero conformi alla tutela della salute dei consumatori. In termini generali, si parla di “rischio chimico”.

Il portale però offre anche un documento, che entra nel dettaglio del caso. Si tratta della Mozzarella per Pizzeria, riportante il marchio del produttore Fattorie Marchigiane Cons. Coop. Agricola, con stabilimento di produzione nella provincia di Pesaro e Urbino, precisamente a Colli al Metauro. Ecco quali sono i numeri dei lotti richiamati:

  • L2411300;
  • L2411400;
  • L2411500.

È importante, in casi del genere, offrire quante più informazioni possibile. Si pensi alla scadenza, che rappresenta un facile elemento riconoscitivo per questi lotti. Parliamo di 22, 23 e 24 maggio. Al tempo stesso segnaliamo anche i formati posti sotto sequestro: 1 kg e 2,5 kg.

Rischio chimico e cosa fare

Come detto, i lotti di Mozzarella per Pizzeria rapidamente ritirati dalla circolazione riportano un rischio chimico. Il documento del ministero specifica come i motivi del richiamo siano di fatto due. Il primo è il sospetto che i prodotti presentino una carica batterica elevata, con riferimento alla materia prima sfruttata per la lavorazione. Altro sospetto è relativo invece all’uso di sostanze non autorizzate.

Il ministero non scende ulteriormente nello specifico. Non spiega infatti di quale sostanza si stia parlando. Allo stato attuale si tratta soltanto di sospetti, cui seguiranno test di laboratorio ovviamente. Tanto basta però, un sospetto, per far scattare il ritiro dal commercio. È cruciale tutelare la salute dei cittadini. Detto ciò, i “sospetti” sono corroborati da elementi d’indagine.

Le linee guida da seguire in un caso del genere non cambiano rispetto ai tanti altri segnalati. Il ministero della Salute suggerisce di attuare il principio di precauzione. Ciò vuol dire semplicemente non utilizzare i prodotti segnalati in alcun modo.

Farlo vorrebbe dire mettere a repentaglio la propria salute, in maniera più o meno grave. È importante verificare i dati dei prodotti acquistati e, in caso di rilevamento dei codici indicati e delle scadenze, restituire il tutto allo stabilimento di produzione o, in generale, al luogo in cui l’acquisto è stato effettuato. Sarà poi compito degli addetti disfarsi di tutto, garantendo un rimborso o una sostituzione, a seconda delle preferenze.