In Veneto arriva il Family Doc, il medico di famiglia a pagamento

Il medico di famiglia approda nel privato e genera polemiche: ecco il prezzo per una visita identica a quella pubblica

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Il mondo della medicina sta mutando aspetto. Una rivoluzione che sta facendo storcere il naso a tantissimi, a dir poco. Il Veneto apre le porte al Family Doc, che scuote di fatto le fondamenta della sanità italiana. Il settore volge lo sguardo al medico di base privato, che rappresenta un tassello ulteriore nel quadro, per molti allarmante, che ha già visto abbattere il tabù dei professionisti privati nei reparti ospedalieri e nei Pronto Soccorso.

All’interno di strutture private si offrirà dunque un servizio simile a quello del medico in convenzione con il Sistema Sanitario Nazionale. Il vantaggio è dato da attese ridotte, complicazioni burocratiche ridotte all’osso e, in generale, un accesso facilitato al servizio. Il tutto a fronte di un pagamento. Non un servizio rimosso alla maggioranza della cittadinanza, certo, ma l’autorizzazione allo sviluppo di una sanità di serie A e una di serie B.

Medico di famiglia privato

Il tutto si sta svolgendo a Mestrino, in provincia di Padova, dove si mostra pioniere in questa nuova area di mercato la BMed Me.di.ca Group, centro di sanità privata attivo da sette anni nel territorio. Il servizio, come detto, porta il nome di Family Doc, ed è attualmente attivo. Sono trascorse poche settimane dal lancio e l’interesse pare notevole.

A commentare il tutto ci ha pensato Cristina Sinigaglia, presidente del gruppo, che ha voluto gettare luce sulla filosofia che contraddistingue questa iniziativa: “Molti dei nostri clienti non hanno un medico di famiglia. Basti pensare a soggetti extracomunitari o comunque stranieri residenti in provincia. Altri invece si lamentano di non riuscire ad accedere ai servizi di medicina generale”.

Tutto ciò evidenzia la difficoltà, se non impossibilità, dei medici di base di garantire un accesso rapido a tutti i propri pazienti, ha spiegato. L’aumento dell’utenza insoddisfatta ha quindi generato questa branca di mercato. Un’analisi precisa e una prospettiva economicamente valida, di certo. Ciò che preoccupa, però, è che l’alternativa privata possa col tempo rappresentare l’unica via percorribile di chi ha necessità di tempi più rapidi, per questioni di stringente necessità. Un sistema all’americana, per così dire, che pare in contrasto con quanto da sempre professato in Europa.

Quanto costa il servizio

L’alternativa al medico di famiglia è dunque nel privato. Visite su appuntamento senza la minima attesa, così come tempi brevi per la ricezione di trattamenti. Ciò che maggiormente interessa l’utenza è però il costo, comprensibilmente. Il centro privato ha ottenuto un’autorizzazione di medicina internistica, per un costo medio di 50 euro a visita.

Le differenze rispetto al confronto con il classico medico di famiglia non sono percepibili, parcella a parte. Si va dalla visita in sé alla prescrizione di medicinali, fino all’indirizzamento verso visite specialistiche. Il tutto per una somma che è inferiore a quella di una visita specialistica.

Si teme, però, di andare a facilitare un sistema di monetizzazione complesso, che in alcune realtà potrebbe anche spingere i “nuovi medici di famiglia” a indirizzare verso altri servizi offerti dalla stessa struttura. Al tempo stesso, si rischia di veder sparire i medici di base, considerando alternative più allettanti nel privato.

Dinanzi alla prospettiva di comprensibili polemiche, la dottoressa Sinigaglia ha spiegato: “Non c’è alcuna volontà di sorpassare il pubblico. Il Sistema Sanitario Nazionale resta il riferimento e noi cresciamo seguendo linee che ci vengono dettate”.