In Italia il pronto soccorso “per ricchi”: assistenza a pagamento

In Lombardia si diffonde sempre più il pronto soccorso privato, con possibilità d'accesso rapido dietro pagamento: ecco come funziona

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Di colpo il pronto soccorso diventa un’opportunità di guadagno molto interessante per la sanità privata. Il mondo dell’assistenza in Italia sta cambiando, rapidamente, con la Lombardia a fare da apripista in tal senso. Una situazione che sta generando numerose polemiche, alimentando una discussione su quelli che vengono già definiti “pronto soccorso per ricchi”. Di seguito ne spieghiamo il funzionamento.

Come saltare la fila

In Lombardia si lavora da anni per sviluppare e accrescere il settore della sanità privata. Un’evoluzione che ha raggiunto risultati sorprendenti, aprendo frontiere che per alcuni sarebbero dovute restare ben chiuse.

È il caso dell’ambulatorio ad accesso diretto, che non è altro, nella dura e concreta realtà, di un pronto soccorso a pagamento, che offre servizi di prelazione a chiunque abbia la capacità economica di provvedere al saldo della cifra richiesta.

Il privato in Lombardia ha scorto un’opportunità molto ghiotta, approfittando del costante depotenziamento della sanità pubblica. Mancano le risorse soprattutto sul fronte della medicina d’emergenza d’urgenza, il che genera una diminuzione chiara della mole di servizi garantiti ai cittadini.

Ecco che la mentalità imprenditoriale ha partorito la sperimentazione dell’ambulatorio ad accesso diretto, attivo all’interno delle strutture Sanitarie del Gruppo San Donato, che vengono accreditate dalla Regione Lombardia.

Un processo in rapida espansione, che ha avuto inizio a Milano, con il Galeazzi-Sant’Ambrogio e il Policlinico San Donato. A seguire ci si è trasferiti a Brescia, con la sperimentazione che ha travolto il S. Anna. È ora la volta del Policlinico San Marco di Zingonia, a Bergamo.

Pronto soccorso a pagamento: come funziona

Il mondo della sanità italiana fa un passo in più in direzione del sistema statunitense. Si è infatti scelto di generare un pronto soccorso A, rapido ed efficiente, e uno di serie B, caratterizzato da lunghe attese, caos, rinvii e una ben radicata rabbia popolare.

Per poter accedere alla prima tipologia, occorre pagare la somma di 149 euro, avendone la possibilità o, magari, non potendosi permettere il lusso di aspettare, date le particolari condizioni. In men che non si dica accesso garantito a visite mediche, trattamenti ed esami di vario genere. Addio prenotazioni e file. La quota pagata consente di ignorare la burocrazia, destinata ad altri.

Va da sé, come specificano sul sito del Gruppo San Donato, la quota pagata di 149 euro non rappresenta un’esenzione dal pagamento delle somme previste per esami diagnostici di primo e secondo livello, così come strumentali, indicati da uno specialista in seguito a una visita. La somma è quasi soltanto un “salta fila”, e poco più.

Non rientrano nella sperimentazione degli ambulatori ad accesso diretto le prestazioni con carattere di urgenza. Questa nuova fetta del mondo privato nel pubblico riguarda, per ora, unicamente i codici bianchi e verdi. Attendi il tuo turno, dunque, solo se non ti puoi permettere l’alternativa, dal lunedì al venerdì e dalle 7.30 alle 18.00, di pagare il proprio accesso a discapito degli altri pazienti. A loro non vengono tolti dei servizi, sia chiaro. Saranno soltanto costretti ad attendere i tempi di una sanità pubblica priva di mezzi e personale, guardando intanto i cittadini di classe A recarsi altrove.