L’epidemia silenziosa: è allarme per la resistenza agli antibiotici

Un morto ogni 30 secondi, oltre 5 milioni l'anno: i numeri dell'antibiotico-resistenza assume i contorni di un'autentica pandemia. Cosa rischiamo?

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Maurizio Perriello

Giornalista politico-economico

Giornalista e divulgatore esperto di geopolitica, guerra e tematiche ambientali. Collabora con testate nazionali e realtà accademiche.

Alcuni lo hanno definito il “nuovo Covid”, ma la sua storia è ben più longeva di quella del coronavirus (qui trovate le nuove linee guida dell’Oms): la resistenza agli antibiotici è la vera epidemia di questo periodo storico. La salute pubblica globale è dunque di nuovo sotto minaccia per via di una pandemia silenziosa, dal clamore mediatico decisamente più contenuto ma dall’allarmante carica di letalità.

L’Italia figura tra i Paesi più colpiti al mondo dal fenomeno dell’antibiotico-resistenza, che nel nostro Paese provoca oltre 11mila morti ogni anno. Ecco tutti i dati, le cause e le conseguenze di questa epidemia.

Cos’è l’antibiotico-resistenza e quanto è pericolosa

La cosiddetta “epidemia silenziosa” sta registrando dati preoccupanti: al momento conta oltre 5 milioni di vittime l’anno. Per antibiotico-resistenza si intende lo spettro di infezioni causate da batteri ormai resistenti agli antibiotici in uso. A livello globale si parla di un morto ogni 30 secondi. L’utilizzo non corretto degli antibiotici, che determina appunto la resistenza, è una delle cause del fenomeno.

Un punto fermo della lotta al fenomeno passa dalla sensibilizzazione dei cittadini. Il ministero della Salute e l’Agenzia italiana del farmaco Aifa hanno lanciato una campagna informativa il cui obiettivo è quello di “aumentare la consapevolezza nella popolazione sul consumo responsabile di antibiotici e incentivare le migliori pratiche per ridurre la diffusione di infezioni resistenti”. I progressi nella lotta al fenomeno in Europa, ha riferito anche il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie Ecdc, sono infatti “lenti” e il fenomeno “rimane una sfida”.

Tutto ciò nonostante gli Stati Ue, come rileva l’Agenzia europea dei medicinali, abbia ridotto di molto le vendite di antibiotici veterinari (-53% tra il 2011 e il 2022, il livello più basso mai registrato). Il che si traduce in un minor rischio di resistenza dei batteri nelle persone e negli animali.

Dagli esperti arriva anche un altro allarme: i farmaci comuni non funzionano più sui bambini.

I numeri della resistenza agli antibiotici

Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha parlato di “minaccia globale. Ogni anno l’antibiotico-resistenza provoca 35mila decessi in Europa, di cui un terzo soltanto in Italia. In questo campo siamo agli ultimi posti, superati solo dalla Grecia. Nel 2022 tre persone su dieci hanno ricevuto una prescrizione per antibiotico.

I numeri a livello mondiale sono impietosi e fotografano i contorni di un’autentica epidemia “Ogni 30 secondi una persona muore e un’infezione su cinque nell’Ue è causata da agenti microbici resistenti”, ha affermato Sandra Gallina, direttrice generale Salute e Sicurezza alimentare della Commissione Ue. “Quella in corso è ormai una grande pandemia con un costo enorme, pari a 11,7 miliardi di euro l’anno per le spese supplementari e la mancata attività lavorativa”. La resistenza microbica “non è più affrontabile dai nostri sistemi”. Un quadro di allarme internazionale, dunque, che richiede risposte urgenti e la soluzione, secondo il presidente dell’Aifa Giorgio Palù, “non può essere trovata se non nell’innovazione scientifico-tecnologica”.

Intanto il Governo taglia le liste d’attesa della sanità (grazie ai privati): cosa cambia dal 2024.

Formazione e AI per combattere i batteri resistenti agli antibiotici

Gli esperti puntano il dito anche contro l’inappropriatezza prescrittiva. I medici di famiglia, ha sottolineato il ministro Schillaci, “sono quelli che conoscono meglio degli altri i pazienti e quindi devono sicuramente fare una campagna di sensibilizzazione, perché non si possono prendere gli antibiotici senza una prescrizione medica”. Comportamento messo in atto da circa un italiano su tre. Al contempo, però, l’80% dell’inappropriatezza prescrittiva arriva dai medici di base. “Bisogna dunque insistere sulla formazione dei medici”, ha affermato il direttore della Prevenzione del ministero, Francesco Vaia.

Tuttavia, sottolinea, “dagli Anni Novanta non abbiamo nuovi antibiotici: da allora l’industria investe poco ed è più concentrata sui blockbuster, cioè una pillola tutti i giorni per tutta la vita, piuttosto che su un trattamento che duri dai 5 ai 7 giorni”. Da qui l’urgenza di pensare a nuovi approcci e l’Intelligenza Artificiale, afferma, “sarà uno strumento fondamentale”. Una risposta arriva però dal presidente di Farmindustria, Marcello Cattani: “Sono 300 i farmaci e 150 i vaccini in sviluppo nel mondo per combattere le infezioni batteriche resistenti”.

Da parte sua, l’Italia ha messo in atto vari strumenti, ha ricordato Schillaci, attraverso il Piano Nazionale di Contrasto all’Antibiotico-resistenza 2022-2025 (Pncar). Ma un fattore “irrinunciabile” è la formazione degli operatori sanitari. “Su questo obiettivo è concentrato il Piano straordinario di formazione sulle infezioni ospedaliere che stiamo portando avanti con il PNRR“, ha sottolineato il ministro.