Allarme degli esperti: i farmaci comuni non funzionano più sui bambini

Una ricerca lancia un allarme di carattere mondiale: la resistenza agli antibiotici è per l’Oms una delle dieci principali minacce planetarie per la salute pubblica

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

In ambito salute, uno dei temi più caldi è senza dubbio quello dei tassi di resistenza agli antibiotici. Una problematica che, anno dopo anno, trova sempre più spazio. Purtroppo, dati alla mano, siamo destinati a confrontarci con questa realtà. Non parleremo più di casi isolati, bensì di amara quotidianità.

Si indirizza su questi binari uno studio condotto dall’Università di Sydney, pubblicato dalla rivista The Lancet Regional Health Southeast Asia. In queste pagine si parla in maniera dettagliata dell’efficacia ridotta di molti antibiotici nel trattamento delle infezioni infantili.

La resistenza agli antibiotici nei bambini

Il mondo della scienza lancia nuovamente l’allarme in merito allo sviluppo di una netta resistenza agli antibiotici. Rivolgendo lo sguardo ai soli bambini, l’Università di Sydney ha spiegato come l’efficacia di alcuni farmaci sia ormai inferiore al 50%. Ciò in merito al trattamento di infezioni come sepsi, polmonite, meningite e infezioni del flusso sanguigno.

Lo studio ha analizzato un totale di 6.648 ceppi batterici comuni isolati. Questi provengono da 11 Paesi. L’obiettivo era quello di esaminare la suscettibilità agli antibiotici. Il risultato è stato devastante, considerando un’efficacia inferiore al 50% per molti dei farmaci raccomandati dall’Organizzazione mondiale della sanità. Il tutto va a evidenziare una verità ormai innegabile: le linee guida sull’utilizzo degli antibiotici possono ormai definirsi obsolete.

Paesi più colpiti

Lo studio sottolinea come le regioni più colpite al mondo sono quelle del Sud-Est asiatico e del Pacifico (Indonesia e Filippine comprese). Proprio qui ogni anno si registrano cifre drammatiche. Migliaia di bambini deceduti a causa della resistenza agli antibiotici. Una questione che non sembra ancora al centro di discussioni politiche, non come dovrebbe almeno. Eppure L’Oms ha dichiarato come si tratti di una delle dieci principali minacce planetarie per la salute pubblica della nostra specie.

Le stime sono terrificanti, con circa 570mila decessi ogni anno per casi di sepsi, su un totale di circa 3 milioni di pazienti. Molte di queste morti sono dovute proprio alla mancanza di antibiotici in grado di trattare batteri resistenti.

Scendendo nel dettaglio, l’analisi scientifica condotta sottolinea come il ceftriaxone sia efficiente nel trattamento di solo un caso su tre di sepsi o meningite nei neonati. Si tratta di un antibiotico particolarmente diffuso, adoperato anche in Australia. All’elenco si aggiunge la gentamicina, ad oggi efficace nel trattare meno della metà dei casi di sepsi e meningite nei pazienti più giovani.

L’autrice principale dello studio è la dottoressa Phoebe Williams, che si è così espressa in merito a questa emergenza ancora troppo silente: “La resistenza antimicrobica rappresenta una problematica più per i bambini che per gli adulti. È infatti meno probabile che i nuovi farmaci antibiotici vengano sperimentati e resi disponibili per i bambini”.

Ciò che la ricerca vuole fare è porsi come campanello d’allarme per il mondo intero. Questo problema è qui e bussa alle nostre porte con forza. Il fatto che non abbia ancora travolto del tutto Paesi occidentali non vuol dire che non esista: “La resistenza agli antibiotici sta aumentando più rapidamente di quanto ci rendiamo conto. Abbiamo urgentemente bisogno di nuove soluzioni”.