Le cifre dicono che aumentano gli italiani che puntano su auto elettriche o ibride, in un mercato automobilistico che comunque fatica a decollare. Nel 2023, a fronte di un incremento generale delle vendite, si è assistito ad un trend che ha portato le vetture ibride a superare il 40%, con quelle esclusivamente elettriche che ancora faticano ad affermarsi.
A dirlo sono i dati dallo studio condotto da Aniasa e Bain & Company sulla mobilità degli italiani. Non solo. Per il futuro, stando a quanto riporta la survey di EY Mobility Consumer Index 2023, saranno molte le persone che in chiave di propensione all’acquisto punteranno su queste motorizzazioni. Ed allora? Allora, nel disegnare il domani, forse bisogna tenere presente anche un aspetto che a volte si sottovaluta.
In caso di impiego di auto elettrica o ibrida bisognerà fare ancor più attenzione ai pedoni, soprattutto in città. Perché stando ad una ricerca apparsa su Journal of Epidemiology & Community Health sulle vittime da incidenti rilevate nel Regno unito tra il 2013 e il 2017, chi si muove a piedi potrebbe avere una possibilità quasi doppia di essere investito da un’auto elettrica o ibrida rispetto a quelli alimentati a benzina o diesel.
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Attenzione soprattutto in città
Per chi è abituato ai rombi del motore, il passaggio quasi impercettibile, spesso simile ad un ronzio, di un autoveicolo con motore elettrico o ibrido è sicuramente più rilassante per l’udito. Ma l’insidia può essere dietro l’angolo, come segnalano i ricercatori in una nota stampa messa a disposizione dal British Medical Journal.
In particolare, bisogna stare molto attenti in città: lo studio ha infatti preso il via al momento del progressivo passaggio dai motori a scoppio a quelli elettrici ed ibridi, ovviamente meno rumorosi. Con potenziali conseguenze in termini di sicurezza stradale per chi va a piedi, specie se esistono aree cittadine in cui il rumore di fondo è particolarmente elevato.
L’indagine ha preso in esame proprio questo aspetto, confrontando le differenze nei tassi di mortalità dei pedoni per ogni 100 milioni di miglia di viaggio su strada in Gran Bretagna tra auto elettriche/ibride e a combustibili fossili, utilizzando i dati sulla sicurezza stradale, attraverso la banca dati STATS19. Gli studiosi hanno stimato il chilometraggio annuale dai dati del National Travel Survey (NTS), che hanno iniziato a includere l’ibrido come tipo di carburante per veicoli solo nel 2013. La valutazione è stata estesa fino al 2017. In totale, nell’analisi sono stati inclusi 32 miliardi di miglia di viaggi con veicoli elettrici/ibridi e 3 miliardi di miliardi di viaggi con veicoli a benzina o gasolio. Tra il 2013 e il 2017, in Gran Bretagna sono state segnalate 916.713 vittime di incidenti stradali. Di questi, 120.197 erano pedoni, di cui 96.285 investiti da un’auto o da un taxi.
Cosa dicono i numeri
Leggendo le statistiche, si vede che il 74% dei pedoni considerati nello studio è risultato investito da autoveicoli alimentati a benzina o diesel, mentre il 2% è risultato investito da un mezzo elettrico o ibrido. Va sottolineato come in poco meno di un caso su quattro non era disponibile il codice del mezzo. La maggior parte degli incidenti si sono verificati nelle aree urbane. E proprio su questo aspetto, ragionando in percentuale e non in cifre assolute, sono stati coinvolti più veicoli elettrici o ibridi rispetto a quelli a benzina/diesel: 94% contro 88%. Ciò si confronta rispettivamente con il 6% e il 12% nelle zone rurali. Sulla base di questi dati, i ricercatori si è calcolato che il tasso medio annuo di vittime dei pedoni per 100 milioni di miglia di viaggio su strada è stato di 5,16 per i veicoli elettrici e ibridi e di 2,40 per i veicoli a benzina e diesel. In pratica, le collisioni con i pedoni sono risultate mediamente due volte più probabili con i veicoli elettrici e ibridi rispetto ai veicoli a benzina e diesel, e tre volte più probabili nelle aree urbane che in quelle rurali.
Necessario mitigare il rischio
La ricerca, va detto, non può giungere a conclusioni certe. Non ci sono infatti informazioni dopo il 2017 e soprattutto nel 24% dei casi non esiste una corretta codifica del motore dei veicoli. Ma indica sicuramente una tendenza cui prestare attenzione, anche in termini di salute pubblica. Con una peculiarità. I conducenti più giovani e meno esperti non solo possono essere più facilmente coinvolti in un incidente stradale, ma in certi casi potrebbero avere una maggior probabilità di guidare un mezzo elettrico, con potenziale influenza dei rischi associati.
Secondo la ricerca, una spiegazione plausibile per i risultati è che i livelli di rumore ambientale di fondo differiscono tra le aree urbane e quelle rurali, rendendo i veicoli elettrici meno udibili per i pedoni nelle aree urbane. La ricerca pubblicata conclude con un appello: occorre prestare attenzione a questo aspetto del rischio, anche in chiave di possibile mitigazione dello stesso.