L’Aifa rimborserà il Rinvoq per le cure della malattia di Crohn: cosa cambia per i pazienti

Approvato per la rimborsabilità il Rinvoq, farmaco a base di upadacitinib per la cura della malattia di Crohn

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

L’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha approvato la rimborsabilità del Rinvoq, farmaco a base di upadacitinib per la cura della malattia di Crohn, una grave infiammazione cronica della parte gastrointestinale. Lo ha annunciato l’azienda che produce il farmaco, la Abbvie. I pazienti che prendono questa medicina non dovranno più pagarne l’interezza del prezzo ma soltanto una piccola parte.

Uno dei ruoli più importanti dell’Aifa per i malati è quello di approvare per la rimborsabilità del Sistema sanitario nazionale i farmaci che circolano in Italia. Si tratta di un processo non rapido, che può impiegare anche più di un anno, e a volte, come nel caso della pillola anticoncezionale, l’applicazione di queste decisioni è soggetta a ulteriori scrutini da parte dei governi.

Il principale farmaco per la malattia di Crohn sarà rimborsabile

L’Agenzia italiana del farmaco ha reso rimborsabile dal Servizio sanitario nazionale il farmaco upadacitinib (nome commerciale Rinvoq), anche per la cura della malattia di Crohn. Lo ha annunciato l’azienda che lo produce, Abbvie, che ha commentato il risultato:

“La Commissione europea aveva approvato upadacitinib ad aprile 2023 grazie ai risultati di due studi clinici di induzione, U-Exceed e U-Excel, e di uno studio di mantenimento, U-Endure.1 Gli studi clinici hanno mostrato risultati positivi nella risposta endoscopica, nel raggiungimento della remissione clinica e nella guarigione della mucosa intestinale” si legge in un comunicato dell’azienda

“Sesta indicazione rimborsata dal Servizio sanitario nazionale in Italia per upadacitinib. Oltre alla malattia di Crohn, in Italia upadacitinib è rimborsato per il trattamento dei pazienti adulti con colite ulcerosa, artrite reumatoide, artrite psoriasica, spondilite anchilosante e dermatite atopic” ha specificato Abbvie, ricordando che il rimborso da parte del Sistema sanitario nazionale dipende anche dall’utilizzo che si fa della medicina stessa.

Come ricordato dalla stessa azienda, la malattia di Crohn è: “Una patologia sistemica cronica che si manifesta con un’infiammazione della parete gastrointestinale, che causa diarrea persistente e dolore addominale. È una patologia progressiva, cioè peggiora nel tempo in una consistente percentuale di pazienti e può portare a complicanze che richiedono cure mediche urgenti, compreso l’intervento chirurgico. Poiché i segni e i sintomi della malattia di Crohn sono imprevedibili, questo comporta un impatto significativo per le persone che ci convivono, non solo dal punto di vista fisico ma anche emotivo ed economico”.

Il sistema di approvazione dei farmaci dell’Aifa

L’approvazione per la rimborsabilità di un farmaco è uno dei provvedimenti più importanti che l‘Aifa può prendere, oltre all’approvazione per l’utilizzo dei farmaci stessi. Il costo di una cura non rimborsata dal Sistema sanitario nazionale può renderla non accessibile a larghe fasce della popolazione, in particolare se si tratta di malattie croniche come quella di Crohn che quindi costringono i malati a rimanere in cura per molto tempo.

Secondo le statistiche della stessa Aifa, che ha analizzato i dati delle tempistiche dei rimborsi tra il 2018 e il 2021. L’intero procedimento, attraverso vari organi internazionali prima e l’Aifa stessa poi, può durare anche 8 o 9 mesi in tutto. Un buon risultato, sotto quelli della media europea, nonostante l’analisi si astata eseguita in un periodo di crisi per l’Agenzia, in piena pandemia da Coronavirus.