Perché dobbiamo fare la nuova Carta d’identità elettronica

Il ministero dell'Interno ha comunicato le nuove funzionalità della Cie per gli accessi di livello 1 e 2, per utilizzare i servizi delle Pa al pari della Spid

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Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

La Carta d’identità elettronica si candida ufficialmente a fare da sostituta dello Spid, che sembra ormai sulla via del tramonto. Anche se per i provider delle credenziali necessarie per accedere ai servizi della Pa sembrerebbe essere pronta una proroga biennale, i due sistemi di identità digitale sono destinati a integrarsi l’uno con l’altro. Il Governo punta sulla Cie per fare confluire le identità digitali fornite dai privati in un servizio unico nazionale sotto il controllo dello Stato.

Spid verso l’addio? Le novità sulla Cie

A questo scopo, il 27 marzo il ministero dell’Interno ha comunicato sul sito dedicato che la Carta d’identità elettronica potrà essere utilizzata per accedere “in modo più semplice e veloce ai servizi online della Pubblica amministrazione e a quelli dei privati dotati del pulsante ‘Entra con Cie'”.

Una decisione sulla falsariga delle indicazioni date dall’Ue, secondo la quale l’identità digitale richiede un livello di sicurezza che solo un sistema controllato interamente dal Governo può garantire (qui avevamo parlato dell’arrivo dell’Identità digitale nazionale).

Nelle scorse settimane il sottosegretario di Stato con delega all’Innovazione, Alessio Butti, aveva parlato di “spegnere lo Spid” provocando le proteste delle opposizioni. Se in Italia i possessori della Carta sono 32 milioni, sono però 33 milioni quelli che utilizzano il Sistema pubblico di identità digitale per usufruire dei servizi delle Pa, in media circa 50 volte di più rispetto ala Cie(qui abbiamo scritto dell’ipotesi abolizione della Sistema pubblico di identità digitale e qui della successiva proroga della Spid).

Rispondendo in Aula a un’interpellanza a prima firma Chiara Appendino (M5s), il senatore di Fratelli d’Italia ha chiarito le intenzioni del Governo: “A volte ci si innamora degli acronimi, anche dimenticandone il significato – ha spiegato. Spid, ad esempio, sta per sistema pubblico di identità digitale e nessuno mai ha ipotizzato di fare a meno di un sistema pubblico di identità digitale”.

Il sottosegretario ha ribadito che “è necessario dare luogo a un serio processo di razionalizzazione del sistema di identità digitale, attraverso un unico strumento di accesso per tutti i servizi della pubblica amministrazione e per il servizio sanitario”.

La novità rientra nel percorso di semplificazione della Cie, iniziato già dal precedente Governo, che mira a renderla compatibile con le credenziali di livello 1 e 2: finora, infatti, a differenza dello Spid, l’accesso ai siti delle pubbliche amministrazioni con la Carta era possibile solo attraverso il livello 3.

Questo sistema rimane il più sicuro, ma richiede necessariamente l’utilizzo del chip fisico abbinato a un lettore di smart card esterno per il pc oppure uno smartphone dotato di tecnologia Nfc. Due strumenti poco diffusi e che complicano le procedure di autentificazione.

Come usare la Cie per accedere ai servizi delle Pa

Il ministero dell’Interno spiega sul portale specifico per la Carta d’identità elettronica che “con i nuovi livelli 1 e 2 tutti i cittadini in possesso di Cie possono ora accedere ai servizi online in pochi passi e da qualsiasi dispositivo, semplicemente attivando una coppia di credenziali (username e password)”.

Inoltre viene spiegato che non è più necessario essere in possesso della Carta di Identità Elettronica fisica, in quanto sono sufficienti il codice PUK e il numero di serie della Cie consegnati dal comune in fase di richiesta della carta.

Per utilizzare le credenziali di livello 1 e 2 tramite la Carta bisogna prima attivarle tramite procedura online: basta aver effettuato la richiesta di emissione e aver fornito il proprio numero di cellulare e l’indirizzo e-mail.

Le credenziali possono però essere attivate anche prima della consegna della Cie, ” semplicemente inserendo il tuo codice fiscale, il numero di serie della CIE e alcune cifre della prima metà del codice PUK (presenti sulla ricevuta che ti è stata rilasciata) e proseguendo con la procedura di attivazione” si legge sul sito.