
Non ci sarà nessun addio allo Spid, almeno per ora. Il governo si è impegnato ad affrontare i nodi sul rinnovo delle convenzioni di Spid, a cominciare dalle risorse, fermo restando la volontà di definire entro giugno il percorso evolutivo dell’Identità Digitale che dovrebbe portare all’unificazione con la Cie.
Il Sottosegretario con delega all’Innovazione tecnologica Alessio Butti ha incontrato i rappresentanti dei gestori di identità digitale per lavorare a una nuova convenzione (quella attuale dopo varie proroghe scade ad aprile) con la volontà di evolvere e migliorare i sistemi italiani di identità digitale in linea con il quadro europeo di riferimento.
Spid, il nodo dei costi
La proroga dell’attuale sistema ruota attorno ad un unico grande fattore che riguarda i compensi garantiti ai provider di Spid. Il compenso a suo tempo pattuito con l’Agenzia Italia digitale oggi non basta più a coprire i costi di un servizio che vede oltre 34 milioni di Spid attivi e 12.674 amministrazioni collegate, quindi i provider chiedono di più. A mettere nero su bianco la richiesta, che si aggira sui 50 milioni di euro da ripartire fra i vari provider, è stata AssoCertificatori, recapitandola alla segreteria tecnica del sottosegretario Butti per avviare le trattative e giungere ad una cifra di compromesso.
Spid, il rinnovo con gli identity provider in scadenza ad aprile
Durante l’incontro tra Butti e i rappresentanti dei gestori di identità digitale e Assocertificatori, l’associazione dei principali certificatori accreditati, è stato toccato anche il tema del rinnovo della convenzione con gli identity provider in scadenza ad aprile. Butti ha sottolineato l’intenzione di definire un rinnovo pluriennale del servizio, dopo l’allarme dei gestori rispetto a una possibile interruzione dei servizi in caso di mancato accordo. Rispetto alla richiesta dei gestori di 50 milioni di euro per compensare i costi di gestione del servizio, il sottosegretario ha espresso la disponibilità del governo a individuare un sostegno che, dopo anni di richieste inascoltate da parte dei precedenti governi, possa garantire la sostenibilità economica dello Spid, a fronte dell’impegno richiesto.
Spid, come cambierà
L'obiettivo del governo è quello di giungere ad una razionalizzazione delle identità digitali, per arrivare alla creazione di un’unica identità digitale gestita dallo Stato, magari facendo uso del sistema carta d’identità elettronica (CIE), rilasciata e gestita dal ministero dell’Interno e quindi più sicura. Un sistema che in futuro potrebbe anche confluire nel progetto europeo per il digital identity wallet (Eudi), una sorta di carta d’identità comune in cui sarà possibile inserire le credenziali di tutti i cittadini europei.
Spid, il piano del governo entro giugno
L’incontro tenutosi presso il Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri tra il Sottosegretario Alessio Butti e i rappresentanti dei gestori di identità digitale e Assocertificatori ha sottolineato la necessità di razionalizzare il sistema di identità digitale in Italia e di evolvere l’identità digitale entro giugno.
Il Sottosegretario Butti ha ribadito la disponibilità del governo a iniziare un confronto sulle strategie evolutive dell’identità digitale in Italia e in Europa, e ha affrontato il tema del rinnovo della convenzione con gli identity provider, intenzionato a definire un rinnovo pluriennale del servizio con un sostegno che garantisca la sostenibilità economica dello Spid.
Non c’è alcuna intenzione, ribadisce il Sottosegretario, “di disperdere l’esperienza e il patrimonio innovativo dello Spid, ma la volontà di evolvere e migliorare i sistemi italiani di identità digitale, in linea con il quadro europeo di riferimento.
“L’obiettivo è di consentire a chiunque di poter custodire su uno smartphone tutti i documenti per relazionarsi con la PA ed essere riconosciuto -, spiega il sottosegretario, sottolineando che “semplificare la vita ai cittadini e alle imprese è un obiettivo importante ma oggi con tre identità Digitali non è possibile“.