Commesse Anas, Salvini non ci sta: la mossa dopo il caso che ha coinvolto Verdini

Il vicepremier Matteo Salvini sbotta e annuncia querele per chi lo accusa di essere coinvolto nel caso commesse Anas che vede indagato Tommaso Verdini

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Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, nonché vicepremier, Matteo Salvini non ci sta e sul caso commesse Anas non vuole essere tirato in ballo. Nello scandalo che ha coinvolto il cognato Tommaso Verdini, fratello della compagna Francesca nonché figlio dell’ex senatore Denis Verdini, il leader della Lega è stato tirato in causa da diversi articoli di giornale che però, secondo lui, hanno messo in atto accuse “a sproposito”. E dunque, come spesso accade, minaccia querele.

Ma cos’è successo e perché Matteo Salvini è costretto a difendersi da queste accuse?

Verdini jr e il caso commesse Anas

Tutto parte da un’indagine coordinata dalla procura di Roma che ha voluto vederci chiaro sulle commessa Anas, mettendo sotto la lente di ingrandimento il sistema di consulenze e appalti pubblici banditi dall’azienda che gestisce la rete viaria del Paese. Dal lavoro degli inquirenti è emersa una misura, disposta dal gip della Capitale, nei confronti di Tommaso Verdini, figlio dell’ex senatore Denis Verdini nonché fratello di Francesca (compagna di Salvini), accusato di corruzione, turbativa d’asta e traffico di influenze illecite.

Nello specifico, gli inquirenti avrebbero appurato che Verdini avrebbe stretto accordi con gli imprenditori interessati ai bandi Anas e avrebbe garantito loro informazioni e documenti riservati, in modo da favorirli nell’aggiudicazione della commessa.

Oltre a Verdini è stata disposta la stessa misura cautelare nei confronti di altre quattro persone oltre a due misure interdittive.

Lega citata dal socio di Verdini jr

E Matteo Salvini? Il ministro non risulta indagato, ma a tirarlo in ballo è stato il socio di Tommaso Verdini, Fabio Pileri, che in una intercettazione avrebbe nominato la Lega per un presunto accordo.

“Quando s’è fatto la lista d’accordo con Massimo – afferma l’indagato parlando con un imprenditore – lui ha fatto un accordo con quelli della Lega di futura collaborazione con Matteo e con noi tramite Freni un rapporto di intermediazione…ci ha chiesto una lista di persone interne a quel gruppo da aiutare e noi gli abbiamo messo un po’ di persone che ci hanno dato i nostri”.

Si tratterebbe di una lista che avrebbe assunto un peso da quando la Lega ha preso i ruoli chiave del governo e per questo motivo l’opposizione chiede che il ministro delle Infrastrutture Salvini intervenga in Parlamento a riferire.

Salvini sbotta e minaccia querele

Ma Salvini non ci sta e risponde alle accuse con le minacce. Il vicepremier, infatti, dopo un periodo di silenzio, è intervenuto sui social per chiarire la sua posizione e spiegare le mosse future.

Il ministro, infatti, ha sottolineato di avere l’onore e l’onere di prendere responsabilità delicate “nell’esclusivo interesse dell’Italia per promuovere lo sblocco, l’accelerazione e la progettazione di opere pubbliche ferme da anni, che cambieranno in meglio la vita degli Italiani”. Ma non è tollerabile essere coinvolto “a sproposito da qualche “giornalista” in vicende di cui non so nulla”.

“Da oggi cominciano a partire querele, da parte mia e della mia compagna Francesca Verdini come me coinvolta senza motivo in diversi articoli” ha fatto sapere Salvini. E il ministro ha sottolineato che devolverà “in beneficenza tutto quello che i calunniatori dovranno risarcire”.

Meloni difende Salvini nella conferenza di fine anno

E a difendere Salvini ci ha pensato anche la premier Giorgia Meloni che nella conferenza stampa di fine anno (o per meglio dire di inizio anno” non ha commentato direttamente lo scandalo delle commesse Anas perché “bisogna attendere gli sviluppi delle Magistratura”, ma ha voluto specificare che “sicuramente da quello che ho letto le intercettazioni fanno riferimento al precedente governo”.

“Salvini non viene chiamato in causa e quindi non ritengo che debba riferire in Aula su questa materia” ha detto la presidente del Consiglio dei ministri.