Orban fa concorrenza a Meloni e Salvini in Europa: nuovo gruppo al Parlamento Ue

Il premier ungherese Orban fonda un nuovo gruppo di destra al Parlamento Ue, facendo concorrenza a Salvini e Meloni

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

Dopo aver incontrato Giorgia Meloni a Roma, il premier ungherese Viktor Orban ha annunciato la creazione di un nuovo gruppo di destra al Parlamento Ue. Si chiamerà “Patrioti per l’Europa” e sarà composto, oltre che dal partito dello stesso primo ministro dell’Ungheria Fidesz, dal Partito per la Libertà austriaco Fpö e dal partito ceco di Azione dei Cittadini Insoddisfatti.

La creazione di un gruppo al Parlamento europeo è fondamentale per partecipare ai lavori dell’assemblea. I partiti nazionali che rimangono esclusi dai gruppi contano molto poco e rischiano di ricevere poche cariche rilevanti. Nella scorsa legislatura questo destino è toccato al Movimento 5 Stelle. Rischia di aumentare quindi a 3 il numero dei gruppi di destra e di opposizione in Europa, insieme ai Conservatori europei, di cui fa parte Fratelli d’Italia, e a Identità e Democrazia, di cui fa parte la Lega. Tra le ragioni di questa divisione le simpatie estremiste di alcuni partiti e l’atteggiamento da tenere nei confronti della Russia.

Il nuovo gruppo di destra di Orban al parlamento europeo

Il primo ministro dell’Ungheria Viktor Orban ha annunciato una nuova alleanza a livello europeo con altri due leader di destra di Paesi delle aree centro-orientali del continente. Si tratta dell’austriaco Herbert Kickl, a capo del Partito della Libertà Austriaco, e di Andrej Babis, che invece guida il partito ceco di Azione dei Cittadini Insoddisfatti. L’obiettivo di Orban è quello di creare il più grande gruppo di destra del Parlamento europeo, basandosi proprio su questa alleanza.

Il nuovo gruppo dovrebbe chiamarsi Patrioti per l’Europa, richiamando un termine che ha preso molto piede all’interno delle estreme destre in tutto il vecchio continente. Fidesz, il partito di Orban, non è al momento associato a nessun gruppo europeo. Ha fatto parte in passato del Partito Popolare Europeo, la famiglia di Forza Italia in Ue, ma è stato espulso dopo che le posizioni del presidente ungherese sono diventate sempre meno democratiche a causa di alcune leggi varate dalla sua maggioranza, ritenute pericolose per le istituzioni.

Allo stesso modo, anche Azione dei Cittadini Insoddisfatti non fa parte di nessun altro gruppo al momento. Fino a giugno era annoverata tra i centristi di Renew Europe, il partito europeo che ruota attorno a Renaissance, il movimento del presidente francese Emmanuel Macron. Ne è però stato espulso per l’accentuarsi delle sue tendenze populiste, opposte alla visione di Renew Europe, più legata alle istituzioni sia nazionali che europee.

Fa parte invece già del gruppo Identità e Democrazia quello della Lega, il Partito della Libertà Austriaco. Reduce da un risultato ottimo, è diventato il primo partito in Austria con il 25% dei voti e porterà in parlamento 6 suoi esponenti. Anche il partito di Babis ha vinto le elezioni in Repubblica Ceca, con il 26% dei voti, risultato grazie al quale occuperà 7 seggi. Altri 10 invece saranno occupati da parlamentari di Fidesz, il partito di Orban, che ha dominato in Ungheria con il 44,8% dei voti.

Cosa sono e come funzionano i gruppi al Parlamento europeo

Fare parte di un gruppo al Parlamento europeo è fondamentale. I partiti che non sono iscritti infatti vanno incontro a una serie di intoppi che ne rendono molto meno incisiva l’azione legislativa. Tra le conseguenze più pesanti dell’esclusione da un gruppo parlamentare ci sono:

  • L’esclusione dalla distribuzione delle cariche, che è proporzionale
  • La possibilità di portare contributi solo a titolo personale e non come partito
  • La necessità di 40 controfirme per presentare un emendamento
  • Un tempo di parola molto limitato per ogni parlamentare

È poi molto importante formare un gruppo in tempo per l’elezione di almeno uno dei presidenti del Parlamento europeo, carica che si rinnova ogni due anni e mezzo. Questo quindi mette fretta ai partiti dopo le elezioni, anche se tecnicamente è possibile formare un gruppo in ogni momento della legislatura.

Esistono però requisiti precisi per arrivare a formare un gruppo al parlamento europeo. Si tratta di avere almeno 25 deputati di almeno 7 nazioni diverse. Al momento quindi i tre partiti fondatori di Patrioti per l’Europa non rispettano nessuno dei due vincoli. Non è però escluso che riescano, anche prima dell’insediamento, ad attrarre alcuni parlamentari che ancora non hanno trovato posto negli altri gruppi.

Tra i non iscritti eletti, oltre ai parlamentari di Fidesz, il partito di Orban, ci sono altri 35 deputati e altri 45 neoeletti senza un gruppo. Le possibilità di attrarre una serie di piccole forze che vadano a completare il nuovo gruppo ci sarebbero, ma il rischio è quello di ritrovarsi nella situazione in cui finì il Movimento 5 Stelle nel 2014. Allora i grillini avevano formato un piccolo gruppo euroscettico con il partito di Nigel Farage, inglese, che spingeva per la Brexit. L’intero gruppo si reggeva però sulla presenza di una singola deputata estone che permetteva di raggiungere i 7 Paesi necessari per mantenerlo in vita. Pochi mesi dopo la usa fondazione, la parlamentare uscì dal gruppo, che di conseguenza si sciolse.

La frammentazione della destra in Ue

Patrioti per l’Europa sarebbe, dopo Ecr e Id, il terzo gruppo di estrema destra al Parlamento europeo. Pur essendo molto più presente dell’estrema sinistra, questa parte politica risulta estremamente frammentata al suo interno in Europa. Una parte cruciale in questa divisione la gioca una delle ideologie base della destra, il nazionalismo, che rende difficile la collaborazione in sede internazionale. Altre questioni però agitano le destre europee.

Da una parte ci sono i conservatori di Ecr, in cui militano il partito di Giorgia Meloni Fratelli d’Italia e anche gli spagnoli di Vox, ma anche i polacchi di Diritto e Giustizia. Proprio la presenza dell’ex partito di governo di Varsavia indica un cardine di questo gruppo, un atteggiamento non favorevole alla Russia. Ecr pone più l’accento sul lato conservatore che su quello nazionalista, a differenza del suo principale concorrente nella destra europea, Identità e democrazia.

Id, di cui fa parte la Lega di Matteo Salvini, raccoglie partiti più vicini alla Russia di Putin, ma ha perso un pezzo importante con la fondazione di Patrioti per l’Europa. Il Partito della Libertà austriaco era il settimo componente del gruppo, che si ritrova ora senza il numero minimo di Stati per esistere, soprattutto dopo l’espulsione di Afd, il movimento di ispirazione neo nazista tedesco, al momento senza un gruppo.