Open Arms, Salvini potrebbe dimettersi. Convocato congresso della Lega

Il leader del Carroccio ora pensa a radunare i suoi fedelissimi, tra riunione di oggi pomeriggio e il congresso a novembre: tutte le prossime mosse

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Dopo che la Procura di Palermo ha richiesto una condanna a sei anni di carcere per Matteo Salvini, accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio nel caso Open Arms, il clima resta teso. “Grazie a tutti per il sostegno. Arrendermi? Mai. Io non mollo”, ha scritto il ministro delle Infrastrutture e leader della Lega in un post.

Ma per il  leader del Carroccio il momento è comunque delicato: per questo Salvini ha convocato d’urgenza il consiglio federale della Lega per oggi pomeriggio, mettendo come solo punto all’ordine del giorno: “Iniziative della Lega per difendere la democrazia, il voto popolare e la sicurezza dei cittadini, minacciati da una sinistra anti-italiana che usa i tribunali per vendette politiche”. E in programma c’è anche il congresso, di cui non si sapeva nulla da ormai un anno e mezzo.

Cosa ha detto Salvini

Nel frattempo, il leader della Lega ha pubblicato un instant book intitolato Processo a un italiano, scaricabile dal quotidiano Libero e dal sito di Radio Libertà. L’opera, come spiegato, è un aggiornamento di due capitoli del libro Controvento, pubblicato da Piemme nel 2024.

La sinistra e i pm di Palermo vogliono Matteo Salvini in galera. La sua colpa? Aver fermato gli sbarchi, riducendo le tragedie del mare. Il Vicepremier e Ministro racconta l’incredibile vicenda Open Arms: una vicenda senza precedenti in tutto l’Occidente”, si legge nell’introduzione alle 13 pagine messe a disposizione dal leader della Lega.

Il processo a carico di Matteo Salvini è in corso dall’aprile 2021, quando venne rinviato a giudizio con le accuse di sequestro di persona e omissione di atti d’ufficio. L’accusa si riferisce all’agosto 2019, quando Salvini, allora ministro dell’Interno, impedì alla nave della Ong spagnola Open Arms di attraccare a Lampedusa, dopo aver soccorso 147 migranti nel Mediterraneo.

La richiesta della Procura è giunta al termine di una lunga e incisiva requisitoria. La procuratrice aggiunta, Marzia Sabella, ha sottolineato che “le convenzioni internazionali sono chiarissime” e che “non si può invocare la difesa dei confini senza considerare la tutela della vita umana in mare. Per questo motivo, i migranti dovevano essere soccorsi e subito condotti a un porto sicuro”. L’udienza per l’arringa della difesa, affidata all’avvocata Giulia Bongiorno, è stata fissata per il 18 ottobre.

Anm: “Reazioni scomposte, anche da parte di esponenti politici e di Governo”

Subito dopo la richiesta di condanna, Salvini ha pubblicato sui suoi profili social un video di quattro minuti in cui ripercorre la vicenda, ribadendo di aver agito per “difendere i confini”. Anche la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha espresso tramite i suoi canali social “totale solidarietà al ministro Salvini”, definendo “incredibile” la richiesta della Procura. Altri esponenti politici si sono uniti al sostegno: il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha parlato di una “evidente e macroscopica stortura” e “ingiustizia”, con la sua dichiarazione ripresa dall’account del ministero.

Tutte reazioni politiche che l’Associazione Nazionale Magistrati (ANM) ha criticato, sottolineando in una nota che “insinuazioni di uso politico della giustizia e reazioni scomposte, anche da parte di esponenti politici e di Governo, sono dichiarazioni gravi”. “Sarà il Tribunale a vagliare la fondatezza dell’accusa, con indipendenza e terzietà, guidato solo dallo scrupoloso rispetto di tutte le norme vigenti in materia – si legge ancora – La piena uguaglianza di tutti di fronte alla legge è l’autentica essenza della democrazia, a prescindere dalla carica e dal rilievo politico, ed il processo che si sta celebrando a Palermo è esso stesso un momento di fondamentale democrazia”.

Sulla vicenda si è espresso anche Elon Musk, che aveva definito “scandaloso che sia sotto processo per aver fatto rispettare la legge”, ricevendo i ringraziamenti di Salvini.

E Salvini ora “sblocca” il congresso: quando si terrà e i candidati

La richiesta di sei anni di carcere da parte della Procura di Palermo ha scosso molti leghisti, a cominciare da Salvini stesso. Proprio per questo, adesso si sta tornando a parlare di congresso della Lega lombarda, un appuntamento atteso da tempo e su cui pochi avrebbero scommesso. Promesso ma mai convocato per oltre un anno e mezzo, si parla di novembre come mese e la data potrebbe uscire già oggi in occasione dell’incontro con il consiglio federale.

Tra i possibili candidati alla guida, spicca Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega in Senato da sei anni e precedentemente capogruppo in Regione Lombardia. Considerato il candidato naturale, Salvini non si è ancora espresso ufficialmente, forse per evitare di deludere altri sostenitori storici. Tuttavia, la nomina dei nuovi vicesegretari federali, Luciano Durigon e Alberto Stefani, permetterà a Salvini di affrontare il congresso federale con maggiore serenità, senza essere travolto dagli impegni organizzativi.

Il congresso federale però non è semplice da organizzare: tra il raduno di Pontida il 6 ottobre e la tornata elettorale per le regionali del 17 e 18 ottobre, i tempi stringono. E non sarebbe strano se alla fine il congresso venisse spostato di nuovo, questa volta al 2025.

Protesta delle opposizioni per il video di Salvini su Rainews

Il caso Open Arms non indigna solo il centrodestra, ma scatena anche le proteste dell’opposizione. Nel mirino finiscono la Rai, per la trasmissione del monologo del ministro Salvini, e la premier Giorgia Meloni, che sabato ha espresso solidarietà al vicepremier e leader della Lega sui social.

“Dopo il caso di Sangiuliano – 18 minuti di intervista – c’è stato un altro caso, i 4 minuti di video di Salvini senza alcun contraddittorio che noi abbiamo denunciato in Vigilanza. Ma trovo gravissimo che la Lega se la prenda anche con il comitato di redazione di Rainews. Evidentemente è un governo a cui la libertà di stampa non piace, sta scomoda, però è un principio costituzionale”. Così la segretaria dem Elly Schlein, parlando alla festa del Pd di Modena.