Nomine Ue, c’è l’accordo su Von Der Leyen, Costa e Kallas. Anche Meloni avrà un ruolo

L'accordo dovrà essere ratificato dai 27 capi di Stato. Giorgia Meloni negozia per un ruolo di peso nella Commissione, forse una vicepresidenza esecutiva

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Nella cornice del prossimo vertice dell’Unione Europea, previsto per giovedì 27 e venerdì 28 giugno, sarà al centro del dibattito l’accordo raggiunto sui nuovi vertici delle istituzioni europee. Tale intesa, frutto dei negoziati tra le principali famiglie politiche europee, prevede Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione Europea, Antonio Costa alla guida del Consiglio Europeo e Kaja Kallas come Alto rappresentante per gli affari esteri.

Il consenso è stato costruito grazie all’impegno di figure di spicco come Donald Tusk e Kyriakos Mitsotakis per i Popolari, Olaf Scholz e Pedro Sánchez per i Socialisti, Emmanuel Macron e Mark Rutte per i Liberali. La stabilità dell’accordo appare ormai consolidata, non lasciando spazio a ulteriori sorprese sui nomi proposti.

Continuità alla Commissione Europea

Uno dei punti chiave riguarda la presidenza del Consiglio Europeo. I popolari rivendicano la seconda metà del mandato, mentre i socialisti preferirebbero un mandato completo di cinque anni per Antonio Costa. Il compromesso sarà il risultato delle trattative tra le varie famiglie politiche.

La figura di Ursula von der Leyen, attuale presidente della Commissione Europea, sembra destinata a mantenere il suo ruolo, salvo imprevisti dell’ultimo minuto. La leader del Partito Popolare Europeo (Ppe) garantirebbe continuità e stabilità all’istituzione europea.

La ratifica dell’accordo

L’accordo dovrà essere ratificato dai 27 capi di Stato e di governo durante il Consiglio Europeo. Per la designazione della presidente della Commissione Europea è necessaria una maggioranza qualificata rafforzata, non l’unanimità. Viktor Orbán, fermamente contrario alla riconferma di von der Leyen, ha criticato l’intesa tra Popolari, Socialisti e Liberali, accusandoli di dividere l’Unione.

Ursula von der Leyen dovrà ottenere almeno 361 voti su 720 al Parlamento Europeo. Con 399 deputati tra Popolari, Socialisti e Liberali c’è un margine di sicurezza, ma potrebbero emergere franchi tiratori. Un accordo con i Verdi appare improbabile a causa delle divergenze sulle politiche del Green Deal.

Il ruolo di Giorgia Meloni

La premier italiana Giorgia Meloni, inizialmente esclusa dalle trattative, ha ottenuto una rassicurazione significativa: Ursula von der Leyen negozierà direttamente con lei per garantire il supporto di Roma. In cambio, Meloni potrebbe ottenere un ruolo di peso nella prossima Commissione, forse una vicepresidenza esecutiva.

Se von der Leyen e Meloni raggiungeranno un’intesa, i 24 deputati di Fratelli d’Italia potrebbero votare a favore del nuovo esecutivo europeo, garantendo un margine di sicurezza maggiore.

Nuove nomine: Kaja Kallas e Antonio Costa

Accanto a von der Leyen, ci saranno importanti novità. La premier estone liberale Kaja Kallas è pronta a prendere le redini della politica estera comunitaria. Antonio Costa, socialista portoghese, assumerà la guida del Consiglio Europeo, portando la sua esperienza e competenza al servizio dell’Unione.

Roberta Metsola, maltese in quota Ppe, è indicata come favorita per un secondo mandato alla presidenza del Parlamento Europeo. La sua candidatura ha trovato ampio consenso, nonostante le tensioni iniziali tra i Popolari e le altre forze politiche.

Le posizioni dei socialisti e liberali

Il compromesso raggiunto tra i sei negoziatori – tra cui Macron, Scholz, Pedro Sánchez, Kyriakos Mitsotakis, Donald Tusk e Mark Rutte – è stato fondamentale per superare gli ultimi ostacoli. L’intesa riflette l’equilibrio geografico e politico dell’Unione, tenendo conto delle diverse sensibilità ed esigenze dei paesi membri.

I socialisti, tramite la capogruppo Iratxe Garcia Perez, hanno chiarito che il loro sostegno dipenderà dal programma che von der Leyen presenterà. Una posizione simile è stata espressa dai Liberali, con Valérie Hayer che ha sottolineato l’incompatibilità dei Conservatori con la coalizione europeista.