Concorsi scuola, Valditara introduce le “quote blu”

In caso di parità in graduatoria verrà data priorità al candidato maschio, rispetto alla sua collega, poiché di un genere sotto rappresentato

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Nella scuola, la presenza di figure maschili è sempre stata notevolmente limitata, sia tra gli insegnanti che tra i presidi. Pertanto, la bozza del prossimo concorso per i dirigenti scolastici, previsto per i prossimi mesi, all’articolo 10 prevede che “in caso di parità di punteggio complessivo, tenendo conto delle percentuali di rappresentatività di genere in ciascuna regione, si darà priorità al genere maschile”.

Cosa c’è scritto nella bozza

In particolare, la bozza del bando di concorso per i dirigenti scolastici recepisce una disposizione inclusa nel regolamento sull’accesso agli impieghi in tutte le pubbliche amministrazioni. Questa norma richiede che nei bandi di concorso per una determinata qualifica sia indicata la percentuale di rappresentatività dei generi. Se tale percentuale supera il 30%, nel corso della graduatoria per le assunzioni, quando i candidati presentano parità di titoli e merito, si concede una preferenza al candidato appartenente al genere meno rappresentato.

Nel settore scolastico, in particolare, è importante notare che le donne sono ampiamente predominanti, con 8 docenti su 10 che sono di sesso femminile, e questa percentuale è in costante aumento. Questa tendenza non si limita alle scuole dell’infanzia e primarie ma si estende anche alle scuole superiori, dove il numero di professoresse è aumentato dal 48% al 67% del totale negli ultimi 55 anni. Di conseguenza, è naturale che ci siano più donne che ricoprono il ruolo di dirigenti scolastici.

Un’eccezione a questa tendenza si verifica in Sardegna, dove il divario tra i generi è inferiore al 30%. Tuttavia, il Ministero specifica che nel bando per il concorso non è stata prevista alcuna “quota blu” a favore dei candidati di sesso maschile, ma solo una preferenza che non modifica l’ordine di graduatoria dei vincitori del concorso.

Per il ministero è però «sbagliato» e «fuorviante» dire che sono state introdotte le quote blu. «Non è stata prevista nel bando alcuna riserva a favore dei candidati di genere maschile, ma solo una preferenza che non sovverte l’ordine di graduatoria dei vincitori del concorso», la precisazione del Mim.

Perchè sono più donne a fare le insegnanti

La domanda che emerge naturalmente riguardo alla sottorappresentazione maschile nella professione dell’insegnante è: perché gli uomini non scelgono di intraprendere questa carriera? Un possibile punto di partenza per comprendere questa situazione proviene dall’OCSE che, nel suo rapporto annuale sull’istruzione nei Paesi industrializzati, identifica due principali motivi che possono spiegare questa disparità. Il primo motivo è la persistente presenza di stereotipi di genere che associano tradizionalmente le donne a lavori di cura, compreso l’insegnamento, mentre i ruoli “più tecnici” o “più remunerativi” sono spesso considerati più adatti per gli uomini. Questi stereotipi possono influenzare le scelte di carriera sin dall’infanzia e ostacolare la diversificazione delle professioni.

Il secondo motivo chiave è la bassa retribuzione degli insegnanti. In Italia, ad esempio, i salari reali dei maestri e dei professori sono diminuiti dell’1,3%, il che rappresenta un deterrente significativo per chiunque stia considerando questa professione. Gli stipendi medi degli insegnanti in Italia si attestano solo al 69% di quelli di altri lavoratori con un livello di istruzione terziaria, il che rende l’insegnamento meno attraente rispetto ad altre professioni più remunerative.