Crisi sterlina, perché la Banca d’Inghilterra è intervenuta

La Banca d'Inghilterra interviene in via eccezionale per salvaguardare la stabilità finanziaria dopo la mossa azzardata della premier Truss

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Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

Non è davvero un buon momento per la Gran Bretagna, che dopo aver salutato la compianta Regina Elisabetta II e aver accolto il nuovo Re Carlo III si trova ad affrontare una crisi economica senza precedenti. Infatti negli ultimi giorni si è aperta una vera e propria emergenza monetaria, con la sterlina in crollo verticale tanto da portare la Banca d’Inghilterra a intervenire in via straordinaria per proteggere la stabilità finanziaria britannica.

Mentre la moneta è pronta a cambiare “volto”, come conseguenza della morte della Regina, a fare troppi sconti è stata la neo premier Liz Truss che con una mossa finanziaria discutibile ha aperto alla crisi della valuta britannica.

Sterlina in crisi, cosa succede

Il crollo della sterlina è stato aperto dall’annuncio del primo ministro Liz Truss di voler finanziare a debito un grande piano di riduzione delle tasse che avvantaggerebbe soprattutto i ricchi. Le dichiarazioni di venerdì scorso del capo del governo conservatore ha portato a una crisi senza eguali, con i rendimenti dei titoli di stato che sono aumentati a livelli storici. La mossa della Truss, infatti, ha creato notevoli perplessità dal punto di vista politico, economico e finanziario.

Dal punto di vista politico, infatti, la riduzione delle tasse ai ricchi arriva proprio nel momento in cui sono invece le fasce più deboli a essere più in difficoltà con il carovita col rischio di aumentare ancora di più le disuguaglianze. Dal punto di vista economico, invece, la mossa è del tutto fuori asse rispetto alle banche centrali di tutto il mondo, in quanto tutti stanno cercando di “raffreddare” l’economia per far scendere i prezzi. Sul piano finanziario, poi, decidere di finanziare a debito un taglio delle tasse strutturale mette a rischio la sostenibilità delle finanze pubbliche in quanto i tassi di interesse e il costo del debito stanno aumentando.

In risposta a tutti gli interrogativi di questi giorni ad affossare ancora di più la sterlina sono stati gli investitori che, nel giro di poco, hanno mostrato una grave preoccupazione per l’andamento dell’economia britannica vendendo in grandi quantità i titoli di stato e si stanno liberando degli investimenti in sterline. Le vendite hanno quindi causato una forte riduzione del prezzo dei titoli e un contestuale aumento dei rendimenti ed inoltre hanno fatto scendere di molto il valore della valuta (qui invece vi abbiamo parlato dei costi del funerale della Regina Elisabetta II).

L’intervento della Banca d’Inghilterra

Nonostante avesse preso posizione smentendo l’intervento, alla fine la Banca d’Inghilterra ha ceduto per il bene dell’economia del paese. Dai rumors di inizio settimana di un possibile intervento volto a stabilizzare i mercati, mercoledì l’istituto britannico ha deciso di scendere in campo comprando grandi quantità di titoli di Stato a lunga scadenza per farne salire il prezzo e, facendo scendere il rendimento e il rischio percepito sull’economia inglese, rafforzare la sterlina.

Il piano d’acquisto, secondo quanto riferito dai media britannici, prevede l’acquisizione di titoli di Stato da 5 miliardi di sterline a partire da oggi e per ogni giorno lavorativo fino al 14 ottobre, per un totale di 65 miliardi di sterline a difesa della valuta e delle stabilità, intanto la crisi colpisce anche la corona, con Re Carlo III che ha dato il via ai licenziamenti.