Nando Dalla Chiesa: i libri più famosi del figlio del Generale dalla Chiesa

Nando Dalla Chiesa, figlio del generale Carlo Alberto dalla Chiesa, ha scritto numerosi testi ed ecco i suoi saggi più famosi di profonda denuncia

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Nando Dalla Chiesa è uno scrittore, sociologo e politico ma, considerando il suo cognome, vanta anche un altro “titolo”, quello di figlio del generale Carlo Alberto dalla Chiesa. È stato il suo secondogenito, figlio della prima moglie Dora Fabbo, fratello della ben nota conduttrice Rita e della giornalista Simona.

Non ha di certo condotto una vita e una carriera all’ombra della figura del padre, avendo scelto tutt’altro cammino. Non ha però mai ignorato quanto accaduto in ambito pubblico, scegliendo di esprimersi in numerose occasioni, nel ricordo del padre e in nome della giustizia.

Delitto imperfetto

Nel 1984 è andato in stampa, per Mondadori, un saggio divenuto simbolo della produzione di Nando dalla Chiesa. Il titolo completo è Delitto imperfetto. Il generale, la mafia, la società italiana. Un testo che non si limita a restare nei confini ben tracciati della saggistica, anzi, si spinge fino ai bordi dell’inchiesta, e un po’ oltre.

Il secondogenito del generale non si tira indietro e punta il dito con forza, ponendo sotto i riflettori i responsabili della morte di suo padre, avvenuta due anni prima di questa pubblicazione. Non si parla di quelli materiali, bensì di quelli che lui stesso definisce responsabili morali dell’omicidio di suo padre.

La dettagliata analisi dell’equilibrio politico e sociale dell’Italia del tempo lo spinge a fare i nomi di Lorenzo Valditara e Umberto Cappuzzo, vertici dell’Arma dei Carabinieri. Al tempo stesso critica aspramente l’intero gruppo politico democristiano di Palermo. Svariati i nomi ma uno su tutti spicca, inevitabilmente, e la sua influenza va ben al di là dei confini del comune siciliano. Si tratta dell’onorevole Giulio Andreotti che, insieme con altri, viene accusato d’aver di fatto isolato il compianto generale al suo arrivo in città, in veste di prefetto antimafia. Una condizione che ha offerto terreno fertile per quanto poi accaduto.

La pubblicazione fu tutt’altro che semplice. Qualcosa che dalla Chiesa si aspettava, considerando come la prima stampa sia avvenuta in Francia. L’arrivo in Italia è stato rinviato di alcuni mesi, con Andreotti furente: “Spero possa pentirsi di quanto scritto“.

Il giudice ragazzino

A distanza di quasi dieci anni dal precedente saggio, durissimo, sulla morte di suo padre, Nando dalla Chiesa ha pubblicato con Einaudi Il giudice ragazzino. Storia di Rosario Livatino assassinato dalla mafia sotto il regime della corruzione. Era il 1992 e in questo testo si racconta il percorso umano e professionale di Livatino, così come la sua triste fine.

Il figlio del generale propone la sua visione del legame esistente tra mafia e politica, tanto di carattere nazionale quanto prettamente locale e siciliana. Esprimendosi in merito al tragico assassinio del giudice, ripercorre il clima italiano degli anni Ottanta e indica questa morte come il trionfo del potere criminale rispetto al mondo della legalità. Quest’ultimo spesso rappresentato da giovanissimi magistrati, spediti in trincea a fronteggiare un inferno al quale non erano minimamente pronti. Così come per suo padre, anche in questo caso dalla Chiesa parla di abbandono da parte dello Stato, dominato da malaffare e corruzione. Un testo che, come il primo, ha fatto molto discutere, ispirando il film omonimo di Alessandro Di Robilant, uscito al cinema due anni dopo.