Germania ad elezioni anticipate, il governo Scholz non incassa la fiducia: quando si vota

Cade il governo Scholz, il primo dopo la fine dell'era Merkel. Sulla crisi politica pesa come un macigno quella economica

Foto di Mauro Di Gregorio

Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Pubblicato: 16 Dicembre 2024 18:16

La Germania si prepara ad andare a elezioni anticipate: il Bundestag, il Parlamento federale tedesco, ha sfiduciato il cancelliere Olaf Scholz, segnando la fine del suo governo di minoranza e aprendo la strada a nuove elezioni il prossimo 23 febbraio. La fine del governo Scholz è stata decretata con 394 voti contrari alla fiducia, 207 favorevoli e 116 astenuti. Un verdetto netto, dopo il crollo della coalizione tripartita che sosteneva l’esecutivo dal 2021.

Il governo tedesco ha iniziato a scricchiolare con la rottura della coalizione tra Spd (Socialdemocratici), Verdi e Fdp (Liberali). Il punto di rottura si è raggiunto con il licenziamento del ministro delle Finanze, Christian Lindner (Fdp), che ha portato i liberali a ritirare il loro sostegno al governo.

Scholz ha accusato i liberali di “sabotare il proprio governo” e di atteggiamenti “teatrali” che minano la fiducia nella democrazia tedesca.

Scholz si ricandida

Secondo l’iter costituzionale, Scholz chiederà al presidente Frank-Walter Steinmeier di sciogliere il Parlamento. Steinmeier ha già segnalato di essere favorevole alla data del 23 febbraio per il voto anticipato.

Nonostante le difficoltà, Scholz resta il candidato dei socialdemocratici per le elezioni anticipate. Durante il dibattito sulla fiducia, ha presentato la sua visione per il futuro, promettendo investimenti in energia rinnovabile, infrastrutture e difesa, e proponendo un taglio alla burocrazia per rilanciare la crescita economica. “Abbiamo bisogno di una maggiore crescita economica per supportare l’Ucraina, rafforzare il nostro esercito e affrontare le sfide globali. Nessun elettore avrebbe potuto prevedere le sfide che avremmo dovuto affrontare negli ultimi tre anni”, ha dichiarato il cancelliere.

Pesa la crisi economica

Il tutto in un clima di tensione e di sfiducia generale, dovuto alla crisi economica che ha investito la Germania come un pugno allo stomaco, con recessione e settori cruciali come l’automotive in gravissima sofferenza, con chiusure di stabilimenti e ondate di scioperi fra i lavoratori Volkswagen. La sofferenza del settore auto made in Germany si riverbera su tutto il Pil europeo, con conseguenze dirette sull’indotto e rischi di licenziamenti in altri Stati, oltre alla Germania.

Sul banco degli imputati, fra le altre cose, c’è quella transizione green che il governo guidato da Olaf Scholz viene accusato di avere subito e non gestito a dovere. I rigidi paletti imposti dalla transizione verde, più che una sfida, per le aziende europee e tedesche in particolare, si sono tradotti in dei legacci.

Scholz è il primo cancelliere nell’era post-Merkel e il paragone con quella che Forbes, per nove anni di seguito, dal 2010 al 2019, incoronò come “donna più potente del mondo”, è inevitabile. Ma erano altri tempi, certamente: la transizione green non era nel pieno della sua accelerazione, la concorrenza e i dazi cinesi non mordevano ancora e non c’erano due guerre a turbare le economie europee. Ora quell’asse franco-tedesco che durante l’epoca Merkel sembrava d’acciaio ha perso smalto: dopo la crisi politica in Francia, oggi tocca alla Germania.

Possibili scenari

Il voto tedesco potrebbe segnare il ritorno della Cdu, partito di centrodestra, alla guida della locomotiva d’Europa, ridisegnando gli equilibri politici del Continente.

Nel frattempo, l’Italia osserva da una posizione di forza relativa: la crisi francese e la caduta di Scholz in Germania, offrono a Roma l’opportunità di affermarsi come interlocutore principale in Europa, con uno sguardo rivolto agli Stati Uniti e ai nuovi equilibri globali.