Ursula von der Leyen, secondo mandato tra l’incertezza di FdI e la condanna della Corte

Giornata cruciale alla Commissione europea: Ursula von der Leyen ha ottenuto un secondo mandato, in uno stato di grande incertezza

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Giovedì 18 luglio vengono decise le sorti di Ursula von der Leyen, dopo le varie vicende di una settimana di fuoco. Da un lato Roberta Metsola, con una maggioranza record, è stata rieletta presidente del Parlamento europeo, come ci si aspettava, senza troppe sorprese. Dall’altra però sono arrivate cattive notizie per l’ancora presidente della Commissione.

Ieri, proprio alla vigilia del voto, la Corte di giustizia Ue si è pronunciata in merito alla mancata trasparenza nel caso dei vaccini anti-Covid, di fatto condannando von der Leyen. Questo senza ombra di dubbio è un durissimo colpo alla sua credibilità.

Parallelamente, il gruppo della Sinistra europea ha avanzato una richiesta formale per il rinvio dell’elezione. I vertici della coalizione hanno sottolineato come opacità e conflitti di interesse siano stati temi ricorrenti nella carriera politica di von der Leyen, ricordando una serie di scandali passati.

Chi vincerà la corsa elettorale

Nonostante le richieste di rinvio, la situazione politica a Bruxelles è frenetica. Mentre molti ritengono improbabile un cambio di rotta, Ursula von der Leyen sembra avviarsi verso un secondo mandato alla guida della Commissione europea.

Il suo obiettivo è superare i 380 voti, migliorando la performance di cinque anni fa, attraverso un programma politico adattabile, pensato per attrarre sia le destre dell’Ecr che i Verdi.

Il vero enigma per von der Leyen risiede nella composizione della sua maggioranza. Le possibilità sono due: un tripartito composto da Ppe, Socialisti e Renew oppure un quadripartito che includa anche i Verdi.

La presidente designata ha trascorso le ultime ore chiusa negli edifici dell’Eurocamera a Strasburgo, lontana dai riflettori, lavorando sulle linee guida del suo programma, che presenterà in mattinata in Aula.

I contatti con i vari gruppi politici, ad eccezione dei Patrioti e dell’Europa delle Nazioni Sovrane, sono stati intensi e gestiti principalmente dal suo staff.

La posizione dei Verdi e di Fdi

Con i Verdi c’è una sostanziale comunione di intenti, ma vogliono qualcosa in cambio, e quindi spingono per una chiara certificazione del loro ingresso in maggioranza, creando malumori nel Ppe. Inoltre ora c’è anche la questione della sentenza della Corte di Giustizia che rende non scontato il loro voto.

L’assenza più significativa è quella di un contatto diretto con Giorgia Meloni. A Strasburgo si percepisce che Fratelli d’Italia potrebbe alla fine votare a favore di von der Leyen, ma le trattative restano complesse. La presidente in pectore non vuole legare l’assegnazione di un commissario forte all’Italia al voto dei meloniani.

Nello schema di von der Leyen, l’Italia gioca un ruolo chiave. Non sembra esserci alcuna riserva riguardo all’ipotesi di Raffaele Fitto come commissario.

Fitto, ministro per gli Affari Ue, è stato avvistato a Strasburgo, forse in contatto con la delegazione di Fdi e probabilmente con von der Leyen stessa, anche se non ci sono conferme ufficiali.

Una giornata cruciale: come si vota e a che ora

Entro le 8 del 18 luglio von der Leyen invierà il testo del suo programma ai gruppi parlamentari, per poi presentarlo in Aula alle nove.

Seguirà il dibattito degli eurodeputati e alle 11 i lavori saranno sospesi per permettere ai gruppi di decidere eventuali osservazioni. Il voto, previsto per le 13, durerà circa due ore.

Nel suo discorso, von der Leyen toccherà sicuramente temi fondamentali come sicurezza, difesa europea, tutela della democrazia e competitività. Farà un appello per un’Europa unita e stabile, pronta ad affrontare un mondo in conflitto e le possibili conseguenze politiche di un ritorno di Donald Trump.

Il suo intervento risponderà anche, in modo deciso, a Viktor Orban, considerato attualmente il principale avversario interno all’Ue.

La condanna della Corte di Giustizia Ue

Il secondo mandato di Ursula von der Leyen come presidente della Commissione europea è stato messo in discussione dopo una sentenza della Corte di Giustizia europea che ha parzialmente condannato la Commissione per la mancanza di trasparenza sui contratti dei vaccini Covid-19.

La Corte ha criticato la decisione di oscurare ampie parti dei contratti prima della loro pubblicazione. La sentenza ha agitato le acque a Bruxelles e rende difficile ottenere, come già detto, il supporto dei Verdi, che avevano avviato la causa legale.

La vicenda, nata dalla richiesta di accesso ai contratti sui vaccini, è ora diventata un nodo politico cruciale per il futuro dell’Europa.

Ursula von der Leyen rieletta

Svolta la votazione, che ha visto la Commissione europea riconfermare Ursula von der Leyen come presidente. In suo favore 401 voti, a fronte di un numero considerevole di pareri contrati: 284 voti. Appena 15, invece, gli astenuti. Dopo numerose discussioni e tanta incertezza, la politica tedesca è riuscita a ottenere la conferma per il bis del proprio mandato. Importante verificare quelli che saranno gli equilibri nelle prossime fasi, a fronte anche delle promesse fatte in Plenaria, in vista di nuove politiche da adottare in Europa.