Italia fuori dalla Via della Seta ma Meloni frena, cosa succede

Guido Crosetto l'annuncia l'uscita dell'Italia dal memorandum sulla Via della Seta ma Meloni afferma che non è stato deciso ancora nulla

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Fino ad oggi la decisione era solo in sospeso, ma non era stata ancora ufficialmente presa. Oggi, il governo Meloni ha assunto una posizione ufficiale attraverso il suo Ministro della Difesa, Guido Crosetto: l’Italia non ha intenzione di rinnovare il memorandum sulla Via della Seta, l’accordo commerciale sottoscritto con Pechino dal governo Conte nel 2019, durante il periodo in cui il Ministero degli Esteri era guidato da Luigi Di Maio.

Le dichiarazioni di Crosetto

“Il successo della visita alla Casa Bianca della premier Meloni è sotto gli occhi di tutti. Sono caduti i pregiudizi, grazie alle scelte fatte dal governo, a partire dai patti mantenuti con gli alleati”, ha detto Crosetto, intervistato dal Corriere della Sera. “L’Italia non è solo affidabile ma si è dimostrata anche un partner visionario, chiedendo che l’Occidente si faccia carico dei destini dell’Africa”.

“La scelta di aderire alla Via della Seta fu un atto improvvisato e scellerato, fatto dal governo di Giuseppe Conte”, ha aggiunto, e oggi “il tema è tornare sui nostri passi senza danneggiare i rapporti”, perché “è vero che la Cina è un competitor, ma è anche un partner. E non a caso la premier ha annunciato, e proprio dagli Usa, che andrà in Cina”.

Cos’è la Via della Seta

Durante l’incontro bilaterale tra Italia e Cina del 23 marzo 2019, il governo giallo-verde guidato da Giuseppe Conte decise di far aderire l’Italia al gruppo dei Paesi partner della “Belt and Road Initiative”, nota anche come Nuova Via della Seta. Questa scelta fu vista come una vittoria per Conte e l’allora vice Luigi Di Maio, che speravano di promuovere il made in Italy e aumentare l’esportazione dei prodotti italiani. Tuttavia, molti considerarono questa mossa come un errore strategico, poiché si temeva che stringere un legame stretto con la Cina potesse influenzare negativamente i rapporti con gli Stati Uniti.

Il Memorandum of Understanding (MOU) prevedeva un rinnovo automatico, a meno che non venisse disdetto da una delle parti entro il 30 novembre 2023. Tuttavia, negli anni passati, sembra che l’Italia non abbia tratto particolari vantaggi da questa adesione. Secondo dati forniti da due importanti centri di analisi sulla Cina, il Rhodium Group e il Mercator Institute for China Studies (Merics), i Paesi che hanno aderito alla Belt and Road Initiative non hanno ricevuto trattamenti privilegiati.

Nel 2022, l’88% degli investimenti cinesi in Europa è stato concentrato in quattro Paesi: Regno Unito, Francia, Germania e Ungheria. La Gran Bretagna è stata il principale beneficiario con il 28,4% del totale, seguita da Germania (23,7%) e Francia (15,8%). Curiosamente, questi Paesi non avevano aderito al protocollo. D’altro canto, i Paesi del Sud Europa (Italia, Spagna, Portogallo, Grecia, Croazia, Slovenia, Cipro e Malta) hanno ricevuto solo l’8,3% degli investimenti cinesi, gran parte dei quali provenienti da Pechino.

La decisione dell’Italia

La scadenza del patto alla fine dell’anno ha portato l’Italia a prendere la decisione di uscirne, suscitando inevitabilmente l’irritazione da parte dei cinesi. Questa decisione è giunta poco dopo il viaggio di Giorgia Meloni negli Stati Uniti, dove ha incontrato il Presidente Joe Biden. Sebbene la presidente del Consiglio non abbia esplicitamente affermato le ragioni di questa scelta, per opportunità politica, l’amministrazione americana ha chiarito chiaramente il suo punto di vista: “Sarà l’Italia a decidere se e quando lasciarla. È chiaro però che sempre più Paesi nel mondo sono arrivati alla conclusione che gli accordi con la Cina sono pericolosi“.

Questo indica che l’incontro con il Presidente Biden potrebbe aver influenzato la decisione italiana, poiché l’amministrazione americana ha evidenziato i timori connessi agli accordi con la Cina. È probabile che il governo italiano abbia considerato attentamente i possibili rischi e implicazioni di continuare a mantenere l’accordo sulla Via della Seta, e alla fine abbia deciso di prendere una posizione che si allinea maggiormente con le preoccupazioni internazionali riguardanti i rapporti commerciali e strategici con la Cina.

Tuttavia, la scelta di uscire dall’accordo potrebbe aver suscitato tensioni con la Cina, considerando il suo coinvolgimento nella Belt and Road Initiative e il suo interesse nel mantenere rapporti stretti con gli Stati europei. La decisione italiana potrebbe essere vista come una mossa politica delicata che potrebbe avere ripercussioni nelle relazioni bilaterali con la Cina.

I tanti in disaccordo con la Nuova via della Seta

L’attuale ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, aveva già espresso perplessità riguardo alla decisione presa dal governo Conte di aderire alla Belt and Road Initiative, e ha continuato a cercare di depotenziare l’accordo anche durante il governo Draghi. Ora, con l’avvicinamento del governo guidato da Giorgia Meloni, che ha posizioni più atlantiste e decise riguardo all’Ucraina, la Casa Bianca ha iniziato a sperare che il rinnovo dell’accordo con la Cina potesse essere messo in discussione.

Tuttavia, l’uscita dalla Belt and Road Initiative dovrà attendere ulteriori sviluppi e decisioni. Sembrerebbe che il governo italiano sia in fase di valutazione e discussione su questa delicata questione. La decisione finale potrebbe essere oggetto di negoziazioni e discussioni sia a livello nazionale, coinvolgendo il governo italiano, che internazionale, coinvolgendo gli Stati Uniti e la Cina.

La posizione di Giorgia Meloni

Nonostante la posizione di Crosetto, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha adottato una posizione più cauta e ha spiegato che la questione dell’uscita dalla Via della Seta dovrà essere discussa con il governo cinese e nel Parlamento italiano. Ha anche sottolineato che l’Italia è l’unica nazione del G7 ad aver aderito all’accordo con la Cina, ma ciò non ha portato a possedere le “migliori relazioni commerciali” con il Paese.

La premier ha affermato che una decisione definitiva sarà presa prima di dicembre, ma ha anche annunciato un prossimo viaggio a Pechino. Questo suggerisce che il governo italiano sta valutando attentamente le implicazioni di una possibile uscita dall’accordo e potrebbe essere in fase di negoziazione con il governo cinese riguardo a questo tema.

L’articolo indica che Meloni ha frenato sull’uscita dalla Belt and Road Initiative rispetto alle affermazioni precedenti fatte dal Ministro della Difesa, e sembra che il governo italiano stia procedendo con cautela in questa delicata questione. Il memorandum con la Cina è oggetto di dibattito e la decisione finale avrà probabilmente importanti conseguenze sia sulle relazioni con la Cina che sulle dinamiche geopolitiche con gli altri paesi del G7.