Primo attacco Houthi all’Italia, che abbatte un drone. Il Capitano: “È autodifesa”

Le offensive degli Houthi non si fermano solo alle navi mercantili. Questa volta hanno attaccato una corazzata italiana con un drone. La reazione dei ministri e della Premier Giorgia Meloni

Pubblicato: 4 Marzo 2024 09:04

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Un drone lanciato dallo Yemen ha preso di mira la nave Carlo Duilio, il cacciatorpediniere della Marina Militare italiana destinato a essere la base operativa della nascente operazione europea Aspides, sotto la guida del contrammiraglio Stefano Costantino. Questo attacco rappresenta il primo diretto degli Houthi all’Italia.

Il racconto del Capitano Andrea Quondamatteo

In un’intervista esclusiva al Corriere della Sera, il Capitano Quondamatteo ha raccontato il momento in cui ha dato l’ordine di abbattere un drone sospetto degli Houthi.

Il racconto del Capitano rivela una situazione tesa sia a livello militare che diplomatico. Mentre pattugliavano le acque internazionali a sud, l’equipaggio della Caio Duilio ha rilevato un segnale radar non identificato a otto miglia di distanza. Un drone? Un missile? Un aereo? Le domande si affollavano nella mente dei marinai mentre la minaccia si avvicinava rapidamente.

Nonostante gli avvertimenti lanciati, il drone non ha risposto, lasciando l’equipaggio nell’oscurità riguardo alle sue intenzioni. Utilizzando le tecnologie a disposizione, l’equipaggio ha identificato chiaramente il drone come una minaccia, simile a quelli che avevano attaccato il traffico mercantile nella zona nei giorni precedenti. Il Capitano ha quindi ordinato l’abbattimento del drone per autodifesa. Il velivolo è stato colpito a 6 chilometri di distanza dall’imbarcazione grazie all’equipaggiamento avanzato a disposizione della nave: “Il profilo era minaccioso e, a seguito di riconoscimento ottico, attraverso i sensori di bordo, di un drone della stessa tipologia e comportamento di quelli che nei giorni scorsi si sono resi autori degli attacchi al traffico mercantile in area, nave Duilio ha reagito per autodifesa”.

La situazione nel Mar Rosso

Da mesi, il Mar Rosso è stato teatro di attacchi da parte dei ribelli yemeniti contro le navi mercantili. Questa però è la prima volta che un’imbarcazione militare italiana viene presa di mira. Il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha condannato l’azione come una grave violazione del diritto internazionale e un attacco alla sicurezza dei traffici marittimi: Gli attacchi terroristici degli Houthi sono una grave violazione del diritto internazionale e un attentato alla sicurezza dei traffici marittimi, da cui dipende la nostra economia. Questi attacchi sono parte di una guerra ibrida, che usa ogni possibilità, non solo militare, per danneggiare alcuni Paesi e agevolarne altri”

Il Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha sottolineato il ruolo cruciale della Marina Militare italiana nel difendere il diritto alla libera navigazione nel Mar Rosso dagli attacchi degli Houthi.

Le parole della Premier Giorgia Meloni durante il suo incontro con il presidente statunitense Joe Biden alla Casa Bianca evidenziano la gravità della situazione, definendo gli attacchi degli Houthi “inaccettabili” e sottolineando l’importanza della missione Aspides come risposta europea contro di loro.

Gli Houthi attaccano senza sosta

L’attacco alla Carlo Duilio è solo l’ultimo di una serie di aggressioni degli Houthi. Tre giorni fa, la fregata tedesca “Hessen“, anch’essa parte della flotta di Aspides, ha respinto due droni diretti verso di essa.

Queste retate sono considerate parte di una guerra ibrida condotta dagli Houthi, che utilizzano ogni possibile mezzo per danneggiare alcuni paesi vicini a Israele. Le minacce degli Houthi non si limitano infatti alle sole navi militari, ma coinvolgono anche quelle commerciali di nazioni estranee al conflitto in corso a Gaza. Gli Houthi sono i ribelli yemeniti, milizia islamica allineata sul fronte anti-israeliano.