Se l’Ucraina riesce a distruggere il Ponte di Kerch, che collega la Crimea alla Russia, la guerra cambierebbe di colpo. Mosca lo sa bene e, in un momento in cui Kiev registra consensi e promesse di rinnovato sostegno a livello internazionale, schiera nella penisola sul Mar Nero il suo miglior sistema missilistico di difesa aerea: l’S-500 Prometheus.
Il sistema a lungo raggio viene dispiegato per la prima volta sul campo di battaglia e rappresenta di fatto un “esperimento”, testato più volte ma mai utilizzato prima in combattimento. Una mossa annunciata in precedenza dal Cremlino, che lo presenta in due versioni per due obiettivi distinti e complementari: difesa missilistica e ruolo antiaereo.
Quanto è potente il sistema S-500 Prometheus russo
A confermare la notizia è stato il capo dell’intelligence ucraina, Kyrylo Budanov, che riferisce di una versione aggiornata del ben noto S-400, schierato dai russi nei territori annessi già prima dell’invasione su larga scala del febbraio 2022. Una versione aggiornata che però ha richiesto sforzi notevoli e prodotto errori e ritardi nella produzione, iniziata nel 2011 e completata nel 2024, con l’auspicio di realizzarne modelli in serie nel 2025. Altro segno che Mosca si prepara a una guerra ancora lunga, pur volendo intavolare negoziati con gli americani e da una posizione di netto vantaggio sul terreno. In questo senso si inserisce anche la propaganda russa sulla maggiore velocità russa nello sviluppare e produrre armamenti, che secondo il Cremlino “prima richiedeva dai cinque agli otto anni e che ora viene completato in quattro-sette mesi”. Un ritmo che “non si vedeva dalla Seconda Guerra Mondiale”.
Il Prometheus S-500 rappresenta un sistema temibile in grado di colpire aerei militari, anche di quinta generazione, ma anche armi e oggetti come satelliti in orbita bassa e missili da crociera (anche ipersonici). Il Cremlino guarda con crescente timore alle perdite subite dagli attacchi ucraini con droni e missili Atacms occidentali, soprattutto dopo il permesso concesso dagli Usa di colpire obiettivi in territorio russo con armi a lungo raggio occidentali e il rinnovato supporto incassato dall’Ucraina prima al G7 e poi al vertice di pace in Svizzera. Il tempo di risposta del sistema S-500 a una minaccia aerea va dai 3 ai 4 secondi, segnando un sostanziale miglioramento rispetto al suo predecessore S-400 che invece impiegava più del doppio del tempo (da 9 a 10 secondi). Noto anche come 55R6M Triumfator-M, il Prometheus rappresenta un progresso significativo nel campo dei sistemi di difesa aerea. Sviluppato da Almaz-Antey, questo sistema di ultima generazione è progettato per ingaggiare e neutralizzare un’ampia gamma di minacce aeree, inclusi missili balistici intercontinentali (Icbm), missili da crociera ipersonici e satelliti a bassa orbita.
Gli analisti sostengono che l’S-500 abbia una portata di 600 chilometri contro i missili balistici e di 500 chilometri per la difesa aerea. I produttori affermano che il sistema è stato progettato per rilevare e intercettare simultaneamente fino a 10 missili balistici ipersonici che volano anche a 7mila metri al secondo, ad altitudini superiori a 180 chilometri. Dal punto di vista tecnico, il Prometheus è costituito da sei componenti principali:
- il veicolo di lancio 77P6;
- i posti di comando 55K6MA e 85Zh6-2;
- il radar di acquisizione e gestione della battaglia 91N6A(M);
- il radar di acquisizione 96L6-TsP;
- il multimodale 76T6;
- il radar ABM 77T6.
Gli elementi sono tutti montati su autocarri o rimorchi Baz. Un’altra componente fondamentale dell’S-500 riguarda la sua tecnologia missilistica: il sistema impiega i vettori 77N6-N e 77N6-N1, entrambi in grado di raggiungere velocità ipersoniche e di produrre attacchi cinetici, cioè che distruggere il bersaglio all’impatto. L’altra tattica missilistica prevede invece l’esplosione del vettore in prossimità del bersaglio bersaglio, contando sul potere di danneggiamento di scoppio e frammenti. In un test condotto a febbraio 2024, l’S-500 ha intercettato e distrutto con successo un missile balistico intercontinentale R-29RMU2 Sineva, lanciato da un sottomarino a propulsione nucleare nell’Artico. Un altro test ha inoltre abbattuto il satellite russo Kosmos-1408.
La Russia vuole proteggere la Crimea
Oltre al nuovo sistema di difesa, l’esercito russo ha annunciato il dispiegamento in Crimea anche di altre batterie antiaeree S-400, S-300V4, Buk-M3, dei sistemi missilistici antiaerei Tor-M2U e di radar di nuova generazione. Il tutto “entro la fine dell’anno”, secondo il ministero della Difesa russo. Costato almeno 3,7 miliardi di dollari, il Ponte di Kerch rappresenta un’arteria vitale per la Russia. Oltre a essere il ponte il più lungo d’Europa, coi suoi 19 chilometri, la struttura consente il passaggio di rifornimenti e di uomini tra il territorio della Federazione e la penisola, che rappresenta il vero ago della bilancia del conflitto. Il cosiddetto “corridoio di Crimea”, che corre da Melitopol verso sud, è disseminato di fortificazioni e trincee, da Vovchanske a Novooleksiivka, al confine settentrionale della penisola occupata.
In due anni e mezzo di guerra, l’Ucraina ha lanciato diversi attacchi al Ponte di Kerch utilizzando missili da crociera come Storm Shadow e Scalp. Ben conscia che la distruzione del collegamento comporterebbe la “quasi fine della guerra”. A preoccupare di più i russi sono però i droni di Kiev, soprattutto quelli marini che hanno già distrutto navi di Mosca nel Mar Nero, come l’incrociatore Moskva nell’aprile 2022. Droni che adesso potranno essere efficacemente distrutti prima che possano provocare altri ingenti danni. La tattica ucraina ha finora previsto di bersagliare per primi proprio i sistemi di difesa aerea e missilistica della penisola, S-300 e S-400, in modo da avere poi campo libero per colpire il porto di Sebastopoli, centri di comando e controllo e basi aeree. In questo senso, anche le batterie di S-500 diventeranno il bersaglio principale del fuoco ucraino. Come lo sarà anche il Ponte di Chongar, che collega Crimea e oblast di Kherson, oltre ai depositi e ai centri logistici dell’esercito russo.