Il presidente degli Usa Donald Trump ha chiesto alla propria maggioranza al Senato di accettare che le nomine riguardanti l’amministrazione e la giustizia possano essere fatte direttamente dal presidente, senza passare dal voto della camera alta del Congresso. Per approvare le nomine presidenziali servono infatti 60 voti, quota che i Repubblicani non potranno ottenere con il risultato elettorale.
I candidati alla leadership del Senato si sono subito allineati alla richiesta del futuro presidente. La Costituzione permette alla Casa Bianca di fare nomine senza l’approvazione del Senato mentre questo non è in seduta, ma si tratta solo di ruoli temporanei che vanno poi comunque confermati. Non sarebbe la prima volta che un presidente degli Usa utilizza questa norma per fini politici.
La prima forzatura di Trump: chieste le nomine senza il voto al Senato
Prima richiesta di forzatura del processo democratico americano da parte di Donald Trump. Il futuro presidente degli Stati Uniti ha messo in chiaro che chi volesse ricoprire il ruolo di leader della maggioranza al Senato, controllato dai Repubblicani con almeno 53 voti sui 50 necessari, dovrà accettare che la Casa Bianca possa eseguire le nomine presidenziali senza richiedere l’approvazione della camera alta del Congresso.
Ogni nomina fatta dal presidente degli Usa va confermata infatti dal Senato con una maggioranza qualificata di almeno 60 voti. Questo spesso richiede una trattativa sui nomi con l’altra parte politica, che Trump non vuole portare avanti. Questo potrebbe essere un indizio dell’inserimento di nomi controversi nella prossima amministrazione americana, su cui i Democratici farebbero una dura opposizione.
Il candidato più allineato a Trump per il ruolo di leader della maggioranza al Senato, Rick Scott, si è subito allineato all’imposizione del futuro presidente: “Sono al 100% d’accordo. Farò tutto il possibile per far passare le tue nomine il più rapidamente possibile” ha scritto sul suo profilo X. Possibilista su questa prospettiva anche John Thune, il candidato più moderato.
Perché Trump può fare nomine senza il voto del Senato
La Costituzione americana permette al presidente di fare nomine governative senza l’approvazione del Senato quando questo non è in seduta. Si tratta di nomine temporanee, che vanno comunque approvate in seguito da 60 senatori.
Sono previste dall’articolo 2 della Costituzione americana, ma erano state pensate perché si prevedeva, a fine ‘700, che il Senato avrebbe avuto pausa di diversi mesi ogni anno tra le sessioni, per permettere ai senatori di tornare nei propri Stati. Una circostanza che non avviene in tempi moderni, quando il Congresso rimane in pausa invernale per pochi giorni.
Di recente questa norma è stata usata per fini politici da entrambi i partiti, per scavalcare l’opposizione del Senato a una nomina. Il Congresso va in pausa invernale tra dicembre e gennaio di ogni anno, ma può tenere delle sessioni pro forma, per impedire a un presidente di nominare in questo modo. Spesso questa è la diretta conseguenza della decisione di un presidente di nominare funzionari mentre il Congresso è in pausa, e proprio per evitare anche questo tipo di opposizione, Trump ha chiesto al suo leader di maggioranza di allinearsi con la propria posizione.
Se il Senato e la Camera non organizzassero sessioni pro forma tra dicembre e gennaio, Trump, che avrebbe allora già il ruolo di presidente eletto, potrebbe nominare i membri della sua nuova amministrazione senza il consenso del Congresso.