Lunedì l’ambasciatore della Corea del Nord ha presenziato al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per difendere il lancio di un satellite spia da parte Paese, proprio mentre il suo leader Kim Jong Un studiava le immagini ricevute, tra cui quelle di Roma, della Casa Bianca e del Pentagono.
Tensioni con la Corea del Nord alle Nazioni Unite
Al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, Giappone e Corea del Sud hanno accusato la Corea del Nord di aver violato le risoluzioni ONU lanciando in orbita un satellite la scorsa settimana.
Il regime di Kim Jong Un, d’altrocanto, non ha negato, anzi ha confermato che il suo “nuovo occhio nel cielo” ha già fornito immagini dei principali siti militari degli Stati Uniti e della Corea del Sud, nonché foto della capitale italiana Roma.
Nello specifico, lunedì sono state scattate immagini “dettagliate” della Casa Bianca e del Pentagono a Washington, secondo l’agenzia di stampa statale KCNA, che Kim avrebbe già acquisito insieme a foto di portaerei di una base militare e in un cantiere navale nello stato della Virginia.
Al Consiglio di Sicurezza, l’ambasciatore della Corea del Nord presso le Nazioni Unite, Kim Song ha dichiarato: “È un diritto legittimo per la Corea del Nord, in quanto altra parte belligerante, sviluppare, testare, produrre e possedere sistemi d’arma equivalenti a quelli che gli Stati Uniti possiedono o stanno sviluppando”. Lo stesso poi, riferendosi alle esercitazioni congiunte USA-Corea del Sud, ha accusato il governo americano di star minacciando il suo Paese con “un’arma nucleare”.
L’ambasciatrice americana, Linda Thomas-Greenfield, ha però respinto quanto affermato dalla Corea del Nord e non ha creduto alla sua giustificazione (quella cioè di star agendo per legittima difesa), sostenendo che le esercitazioni americane erano semplicemente “di routine”.
“Riduciamo intenzionalmente il rischio e perseguiamo la trasparenza annunciando le esercitazioni in anticipo, comprese le date e le attività, a differenza della Repubblica Popolare Democratica Coreana”, ha dichiarato. La stessa ha poi aggiunto anche che, in ogni caso, loro (USA e Corea del Sud) non hanno violato le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza. Al contrario, invece, di Corea del Nord, che non ha messo al corrente l’ONU del lancio dei suoi satelliti spia su Stati Uniti e Italia.
Lo zampino della Russia e di Putin
Secondo i media all’estero, alcune fonti in Corea del Sud hanno rivelato che ci potrebbe essere anche lo zampino della Russia che, desiderosa di assistenza in Ucraina, avrebbe aiutato la Corea del Nord con il lancio del satellite a seguito di un vertice tra Kim e il presidente Vladimir Putin.
Gli Stati Uniti hanno dichiarato il mese scorso che la Corea del Nord aveva consegnato al Cremlino più di 1.000 container di attrezzature militari e munizioni. Sempre gli USA, anche per per questo motivo, hanno fortemente osteggiato la risoluzione presentata al Consiglio di Sicurezza da Russia e Cina, il principale alleato della Corea del Nord, per allentare le sanzioni su Pyongyang, in modo tale da incoraggiare il dialogo.
L’inviato cinese Geng Shuang ha allora accusato gli Stati Uniti di “aggravare ulteriormente la tensione e lo scontro” attraverso la loro alleanza militare con la Corea del Sud.
“Se la Corea del Nord si sente costantemente minacciata e le sue legittime preoccupazioni in materia di sicurezza rimangono irrisolte, la penisola non sarà in grado di uscire dal dilemma della sicurezza e resterà intrappolata solo in un circolo vizioso di mosse ‘occhio per occhio’ aggressive”, ha affermato.
Perché le prossime mosse della Corea del Nord preoccupano
A preoccupare ora sono le prossime mosse della Corea del Nord, che ha già fatto sapere che continuerà a esercitare i suoi “diritti sovrani”, anche attraverso il lancio di altri satelliti, mentre le sue truppe starebbero ripristinando alcuni posti di guardia (prima sospesi) al confine con la Corea del Sud.
Il ministero della Difesa della Corea del Sud ha affermato che i soldati nordcoreani sono stati osservati riportare armi pesanti al confine della zona demilitarizzata (DMZ) e allestire posti di blocco laddove erano stati demoliti di comune accordo. Per questo motivo, dopo il lancio del satellite contestato al Consiglio di Sicurezza, la Corea del Sud ha deciso di sospendere una clausola chiave del patto militare intercoreano del 2018 e a riprendere la sorveglianza aerea vicino al confine. La Corea del Nord, a sua volta, ha dichiarato che non sarà più vincolata all’accordo e che dispiegherà armi al confine.
Dopo che lunedì mattina il leader nordcoreano Kim Jong Un ha visitato il centro di controllo dell’agenzia spaziale a Pyongyang e ha visionato nuove foto satellitari della base aeronautica americana Anderson di Guam e di altri luoghi, tra cui Roma, il presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol ha ordinato la prontezza militare, secondo Reuters.