Guerra Israele Hamas, a Doha i negoziati per la guerra: “Inizio promettente”

A Doha, mediatori internazionali trattano per fermare il conflitto a Gaza, mentre continuano raid e tensioni. La diplomazia di USA, Francia e Inghilterra è attiva

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Pubblicato: 16 Agosto 2024 08:00

A Doha riprendono i negoziati per mettere fine al conflitto che da mesi sta devastando la Striscia di Gaza. Mediatori provenienti da diverse nazioni si sono incontrati per discutere una possibile tregua che permetta l’arrivo di aiuti umanitari e il rilascio degli ostaggi.

Mentre le trattative procedono, la tensione sul campo non accenna a diminuire, con nuovi raid aerei israeliani e attacchi delle milizie di Hezbollah al confine. Nel frattempo, la Casa Bianca ha duramente condannato gli attacchi dei coloni israeliani contro i palestinesi in Cisgiordania, mentre il presidente palestinese Mahmoud Abbas annuncia la sua visita imminente a Gaza.

Anche l’ex presidente Donald Trump ha lanciato un appello a Benjamin Netanyahu affinché ponga rapidamente fine alle ostilità. Sul fronte diplomatico, Francia e Regno Unito si mobilitano con una missione congiunta per sollecitare un cessate il fuoco immediato.

Doha ospita i colloqui per il cessate il fuoco

A Doha, mediatori internazionali si sono incontrati con l’obiettivo di mettere fine alle ostilità nella Striscia di Gaza. Qatar, Egitto e Stati Uniti stanno tentando di trovare un’intesa che permetta di fermare la violenza e favorire l’arrivo di aiuti umanitari essenziali alla popolazione palestinese. Le discussioni, descritte dai partecipanti come produttive, puntano anche al rilascio degli ostaggi. Sullo sfondo, il timore che il conflitto possa estendersi ulteriormente, con l’Iran che osserva attentamente l’evolversi della situazione.

Non finiscono i raid e l’uccisione di civili palestinesi

La Casa Bianca ha espresso forte disapprovazione per l’ultimo episodio di violenza in Cisgiordania, dove coloni israeliani hanno attaccato un villaggio palestinese, provocando la morte di un giovane e il ferimento di un’altra persona. Le autorità statunitensi hanno chiesto a Israele di proteggere tutti i civili coinvolti e di garantire che chi si è reso responsabile di questi attacchi venga consegnato alla giustizia.

Mentre i negoziati procedono, gli scontri non accennano a diminuire. La scorsa notte, l’esercito israeliano ha condotto raid aerei su Jabalia e Nuseirat, due campi profughi nella Striscia di Gaza. Fonti locali riportano che almeno otto persone sono rimaste uccise durante i bombardamenti. La popolazione civile continua a pagare il prezzo più alto di un conflitto che sembra lontano dalla conclusione.

Il fronte diplomatico internazionale

Intanto, il presidente palestinese Mahmoud Abbas, noto come Abu Mazen, ha annunciato l’intenzione di visitare la Striscia di Gaza. Durante una visita in Turchia, ha dichiarato di voler recarsi sul campo per affrontare direttamente la situazione.

Anche l’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha fatto sentire la sua voce, invitando il premier israeliano Benjamin Netanyahu a mettere fine al conflitto con rapidità. Durante una conferenza stampa, Trump ha ribadito il suo consiglio al leader israeliano, affermando che le uccisioni devono cessare e che una vittoria rapida sarebbe la soluzione migliore.

Sul fronte diplomatico, i ministri degli Esteri di Francia e Regno Unito sono in visita oggi in Israele. Entrambi i paesi, stretti alleati, hanno deciso di presentarsi uniti per esercitare pressione sui negoziati e favorire un cessate il fuoco. La loro missione punta a garantire che tutte le parti coinvolte facciano progressi verso un accordo che possa portare alla fine della violenza.