Guerra Israele Hamas, Blinken prova a mediare: “Ultima chance per una tregua”

Blinken in Israele per l’ultima chance di tregua a Gaza, ma Netanyahu e Hamas restano rigidi. Scandali e violenze aggravano la crisi

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

La visita di Antony Blinken in Medio Oriente potrebbe essere l’ultima chance per fermare il conflitto a Gaza e liberare gli ostaggi israeliani. Ma i negoziati si scontrano con le rigide posizioni di Netanyahu, sotto forte pressione internazionale. Hamas ha già respinto l’accordo discusso a Doha, accusando Israele di voler prolungare la guerra.

Nel frattempo, lo scandalo sulle spese della famiglia Netanyahu infiamma l’opinione pubblica, mentre a Tel Aviv un’esplosione scuote la città. Sullo sfondo, American Airlines sospende i voli con Israele fino al 2025.

Blinken: “La miglior opportunità per una tregua”

L’ottimismo sembra solo una facciata. Joe Biden preme, cercando di spingere per un accordo che metta fine alla carneficina nella Striscia di Gaza. La contropartita è quella di sempre, cioè il rilascio degli ostaggi israeliani nelle mani di Hamas. Ma non c’è nulla di concreto all’orizzonte. Al suo fianco, si muovono le diplomazie di Egitto e Qatar, sperando di costruire ponti là dove altri vedono solo macerie.

Antony Blinken, segretario di Stato americano, è atterrato a Gerusalemme con l’intento di sbrogliare una matassa di negoziati senza fine. Ma è davvero possibile trovare una via d’uscita? Non sembrerebbe. I rappresentanti di Hamas non fanno che ribadire lo stallo. Non erano a Doha per gli incontri della scorsa settimana, ma i loro emissari sono costantemente in contatto con i diplomatici. Niente di nuovo, insomma. Da quando Ismail Haniyeh è stato eliminato a Teheran, Hamas preferisce restare nell’ombra.

Con i colloqui in corso, il segretario di Stato americano Antony Blinken ha lanciato un monito: l’attuale negoziato potrebbe rappresentare “l’ultima possibilità” per un cessate il fuoco e per il rilascio degli ostaggi.

Hamas rifiuta l’accordo proposto a Doha

Le speranze di una tregua nella Striscia di Gaza si fanno sempre più remote. In una dichiarazione ufficiale, Hamas ha rigettato l’ultima proposta discussa durante il fine settimana a Doha. Secondo quanto riportato da The Times of Israel, il gruppo accusa il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu di aver introdotto “nuove condizioni e richieste”, con l’obiettivo di prolungare il conflitto.

Il gruppo armato ha inoltre affermato che l’iniziativa statunitense a sostegno dell’accordo si allinea alle esigenze di Israele, tra cui la presenza militare israeliana nel Corridoio di Filadelfia e al valico di Rafah, nonché il controllo del Corridoio di Netzarim.

Il girotondo dei leader: Netanyahu al centro del palcoscenico

La nona missione di Blinken in Medio Oriente sembra riproporre lo stesso copione: incontri con Netanyahu, il presidente Isaac Herzog e il ministro della Difesa Yoav Gallant. Le solite strette di mano, le solite promesse. Martedì 20 agosto sarà la volta del Cairo, dove si spera che la pressione possa ottenere qualche risultato. Ma c’è chi, come lo stesso Netanyahu, continua a frenare. “Non siamo qui per negoziare a senso unico”, ha dichiarato il premier, lasciando intendere che non è disposto a fare concessioni. Un déjà-vu? Probabile. Non è la prima volta che Netanyahu si ritira all’ultimo minuto. E mentre si discute, a Gaza continuano a cadere le bombe.

Mentre la diplomazia si trascina tra un incontro e l’altro, a Gerusalemme esplode un altro scandalo. La famiglia Netanyahu, già sotto tiro per spese eccessive, è di nuovo nell’occhio del ciclone: viaggi faraonici, entourage esagerati e una montagna di dollari spesi senza parsimonia. E intanto, tra un’accusa e l’altra, a Gaza si continua a morire.

Il bilancio delle vittime a Gaza si aggrava giorno dopo giorno. Il ministero della Sanità locale ha comunicato che il numero dei morti ha ormai superato quota 40.000, mentre i feriti sfiorano i 92.000.

American Airlines sospende i voli con Israele fino al 2025

Mentre il panorama politico e diplomatico evolve, anche il settore dei trasporti aerei risente delle tensioni in corso. La compagnia americana American Airlines ha annunciato la sospensione dei voli da e per Israele fino all’aprile del 2025, come riportato da alcuni media israeliani, tra cui Haaretz. Decisione simile a quella presa da Ita e Lufthansa in Iran.