Come spesso accade, anche durante la campagna elettorale per le elezioni presidenziali degli Usa del 2024 diversi personaggi famosi hanno espresso la loro preferenza per uno dei due candidati più popolari, Kamala Harris e Donald Trump. Diversi tipi di celebrità hanno però dato il loro supporto in diversi modi, da semplici indicazioni di voto a post sui social, fino al diretto supporto economico.
Di recente però in questo mondo è avvenuta una piccola rivoluzione. Moltissimi musicisti di Porto Rico, tra cui anche uno dei più ascoltati al mondo, Bad Bunny, si sono esposti in favore di Kamala Harris dopo aver evitato qualsiasi endorsement o addirittura dopo essere apparsi a comizi di Trump. La causa è stata la battuta di un comico.
Le star che sostengono Kamala Harris: da Taylor Swift a LeBron James
Molto del sostegno che le celebrità hanno riservato per Kamala Harris viene dal mondo dello spettacolo. In anni recenti buona parte dei cantanti e degli attori fanno parte di una cultura prettamente progressista che li porta a sostenere il Partito Democratico soprattutto sulle questioni dei diritti civili delle minoranze. La musica è il segmento che più sta contribuendo a queste manifestazioni di apprezzamento per la candidata Democratica e, su tutti, l’endorsement più influente è quello di Taylor Swift.
La pop star più famosa e ascoltata del momento ha espresso il suo sostegno per Kamala Harris subito dopo la conclusione del dibattito del 10 settembre, ottenendo una notevole risonanza mediatica. La sua popolarità tra i giovani potrebbe essere un fattore in queste elezioni, dato che una parte dei risultati dei democratici potrebbero dipendere proprio da quante persone sotto i 30 anni andranno effettivamente a votare il 5 novembre.
Anche Beyoncé, che di recente nel suo ultimo album ha affrontato un genere ritenuto legato alla cultura conservatrice come il country, da cui proviene anche Taylor Swift, ha espresso il suo supporto per Harris partecipando a un comizio e prestando le proprie canzoni alla campagna democratica. Allo stesso modo il rapper Eminem sostiene la candidata democratica con attacchi molto diretti a Donald Trump.
Tra gli attori più famosi a sostenere Harris ci sono invece Leonardo DiCaprio, ma anche George Clooney, attivista Democratico che è responsabile di molti eventi per le raccolte fondi del partito. Tra i politici a sostenere l’ex procuratrice invece non ci sono soltanto i membri dell’establishment del suo partito, ma anche alcuni dissidenti Repubblicani, come Liz Cheney, deputata conservatrice e figlia dell’ex vicepresidente di Bush. Non mancano poi i miliardari, come Bill Gates, o gli sportivi, come il popolarissimo giocatore di basket LeBron James.
Chi sostiene Donald Trump: da Elon Musk ad Hulk Hogan
Diverso invece il tipo di celebrità che sostiene Trump. Anche se non mancano gli attori, come Mel Gibson, la lista più lunga tra quelle dei sostenitori del candidato Repubblicano è quella dei miliardari. Il primo è proprio il fondatore di Tesla e di SpaceX e proprietario del social X, Elon Musk. L’imprenditore sudafricano non ha, come altri personaggi facoltosi, donato decine di milioni di dollari alla campagna di Trump. Lo ha accompagnato in moltissimi comizi e si è prestato, tramite i suoi seguitissimi canali social, per rilanciare il messaggio della campagna repubblicana.
Diversi anche gli ex atleti che hanno espresso simpatie per Trump, tra cui l’ex wrestler Hulk Hogan e la leggenda della boxe Mike Tyson. Anche l’atleta e influencer Jake Paul, in passato molto controverso per il modo in cui trattava tematiche molto sensibili nei suoi video, ha espresso il suo endorsement per Donald Trump pur non potendo votare. Per proseguire la sua carriera di pugile infatti ha deciso di trasferirsi a Porto Rico.
Il cambiamento tra gli artisti portoricani
Proprio il territorio di Porto Rico è stato al centro di un cambiamento significativo nel mondo degli endorsement negli Stati Uniti. L’isola caraibica è infatti parte degli Stati Uniti, ma non è uno Stato. Le persone che nascono da genitori portoricani o nel territorio di Porto Rico sono infatti cittadini statunitensi, ma non possono votare a meno che non risiedano in uno dei 50 Stati o nel District of Columbia. Lo stato giuridico di Porto Rico una questione che si trascina da diversi decenni, me è tornata di recente al centro del dibattito politico.
Durante un importantissimo comizio di Trump al Madison Square Garden di New York, un comico, Tony Hinchcliffe ha aperto la sua performance riferendosi con una battuta su Porto Rico: “Ho sentito che si è formata un’isola di spazzatura in mezzo all’oceano“, ha detto Hinchcliffe, facendo credere al pubblico di volersi riferire alle numerose concentrazioni di rifiuti di plastica nel Pacifico. “Credo che si chiami Porto Rico”, ha poi concluso.
La “battuta” ha immediatamente scatenato le ire della popolazione portoricana. I cosiddetti “Latini”, cioè le persone discendenti da popolazioni sudamericane e che parlano per lo più spagnolo, sono una parte dell’elettorato molto contesa. Cattolici e conservatori, rappresentano un bacino molto appetibile per i Repubblicani, che però hanno difficoltà a distanziarsi da una retorica xenofoba che rende spesso la loro comunicazione inefficace.
A seguito della battuta di Hinchcliffe un numero elevato di artisti e star portoricane o di origine latina hanno cominciato a esporsi in favore di Kamala Harris. Jennifer Lopez ha detto che Trump ha offeso tutti i latini degli Usa. Il cantante Bad Bunny, il secondo più ascoltato su Spotify dopo Taylor Swift, ha esplicitamente chiesto ai suoi fan di votare per Harris. Persino Niky Jam, cantante che aveva partecipato a un comizio di Trump in sostegno della campagna repubblicana, ha tolto il suo endorsement a Trump dopo quanto successo a New York.
Pochi giorni dopo, alla luce di queste notizie, Trump ha disconosciuto Hinchcliffe e il suo intervento tentando di recuperare la sua posizione nella comunità portoricana. Anche se le persone che risiedono a Porto Rico non possono votare per il presidente degli Usa infatti, le comunità emigrate hanno cittadinanza statunitense e possono farlo. Particolarmente preoccupante per i Repubblicani è il fatto che nello Stato della Pennsylvania, probabilmente decisivo per le elezioni, vivano 500mila persone che provengono proprio dall’isola caraibica.