Quanto costa candidarsi alle elezioni europee?

La spesa cambia a seconda della circoscrizione: ecco come viene calcolata la cifra che ogni candidato dovrà trovare (senza l’aiuto dei partiti)

Pubblicato: 24 Marzo 2024 07:00

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Federico Casanova

Giornalista politico-economico

Giornalista professionista specializzato in tematiche politiche, economiche e di cronaca giudiziaria. Organizza eventi, presentazioni e rassegne di incontri in tutta Italia.

La campagna elettorale che ci condurrà alle prossime elezioni europee fissate per sabato 8 e domenica 9 giugno è entrata nel vivo ormai da diverso tempo. Dopo essersi messi alle spalle le lotte per la legge di Bilancio di fine 2023, con l’arrivo del nuovo anno i partiti di maggioranza e di opposizione hanno subito iniziato ad affilare le proprie armi in vista della chiamata alle urne. D’altronde, tutti conoscono bene la portata storica che questo voto porta con sé, sia in termini di equilibri internazionali (che verranno inevitabilmente stravolti), sia per quanto riguarda i rapporti di forza interni al nostro Paese.

Mentre per diverse settimane l’attenzione della stampa e dell’opinione pubblica si è concentrata sulle elezioni regionali che si sono svolte in Sardegna e in Abruzzo (con una coda che riguarda la Basilicata, chiamata ad eleggere il proprio presidente nella seconda metà di aprile), i leader dei vari schieramenti e i loro più fidati collaboratori hanno lavorato nell’ombra per risolvere il rompicapo relativo alle liste. La scadenza per la presentazione dei candidati è fissata per il prossimo 20 aprile, un mese e mezzo prima del voto: eppure, già oggi siamo nel pieno della fase calda per la scrematura dei nomi ritenuti capaci di attrarre preferenze, ma soprattutto di trovare denaro contante.

Quanto costano le elezioni europee? Cosa dice la legge sulla spesa consentita ad ogni candidato

Ebbene sì, aldilà dell’appeal che ogni candidatura può garantire al proprio partito, la battaglia più dura in questo momento riguarda la raccolta dei fondi necessari per finanziare la campagna elettorale. Correre per un seggio al Parlamento di Bruxelles e Strasburgo può essere una grande occasione di riscatto politico per i profili ritenuti ormai “sorpassati” e di affermazione per i volti più emergenti; ma, allo stesso tempo, candidarsi alle elezioni europee può rivelarsi anche una corsa al massacro davvero molto onerosa. Questo perché ai candidati viene richiesto di autofinanziarsi buona parte dell’impegno economico necessario per questi due mesi.

Volendo fare un bilancio di previsione – seppur approssimativo – in merito alle cifre che occorre considerare per avere qualche chance di elezione, bisogna prima di tutto descrivere il contesto entro cui si svolge questa campagna elettorale e le regole che la caratterizzano. Infatti, secondo quanto stabilito dalla normativa vigente in materia, per ogni aspirante parlamentare europeo esiste una soglia limite di spesa complessiva che non può essere superata per il finanziamento delle proprie attività elettorali. Nello specifico, tutti i candidati sono tenuti a spendere fino ad un massimo di 52mila euro a testa, a cui va aggiunto un centesimo di euro per ogni cittadino residente nella circoscrizione in cui si candida. E già qui le cose si complicano.

Elezioni europee, come sono suddivise le circoscrizioni e cosa c’entrano con le spese dei candidati

Tutti sanno che per le elezioni europee il territorio italiano viene suddiviso in cinque macro-circoscrizioni, che inglobano al loro interno un numero variabile di regioni. Per sintetizzare, è buona cosa affidarsi al seguente schemino:

Ebbene, come si può notare fin da una prima analisi, vi sono delle differenze davvero molto rilevanti nella popolazione delle varie circoscrizioni. Numeri che, come detto, influiscono in maniera pesante sul budget massimo che viene consentito di spendere ad ogni candidato per la propria campagna elettorale. Nello specifico, è facile intuire come il divario più marcato sia quello tra la circoscrizione nord-ovest – che comprende un totale di oltre 15,5 milioni di residenti – e la circoscrizione isole, che invece arriva a poco più di 6 milioni di abitanti. Per avere un’idea, la sola Lombardia sfiora i 10 milioni di persone presenti nel proprio comprensorio regionale.

Il dato diventa quasi del tutto omogeneo, invece, per quanto riguarda le altre tre circoscrizioni: sia la nord-est che quella del centro Italia, fino a quella del mezzogiorno, tutte vantano un numero di residenti compreso tra gli 11 e i 12 milioni di individui. Questo significa che ogni candidato può usufruire di una cifra tra i 110mila e i 120mila euro (da aggiungere alla base di 52mila euro) per le proprie attività elettorali. Un costo che si impenna se si prende in considerazione la circoscrizione nord-ovest (siamo sui 155mila euro da aggiungere alla base standard) e che invece crolla attorno ai 62/63mila euro per chi fa campagna elettorale nelle isole maggiori.

Quali sono le spese di una campagna elettorale: dagli eventi alla pubblicità, fino ai social network

Abbiamo capito, dunque, che fare campagna elettorale in Italia può costare molto, ma anche molto poco. E non è solo la legge a darci questa indicazione: infatti, al netto del mezzo di trasporto che si sceglie di utilizzare per muoversi e spostarsi nelle tante località, si capisce bene come – ad esempio – le sole 4 regioni della circoscrizione centro presentino un’area territoriale molto più risicata rispetto al totale delle 6 regioni che formano la circoscrizione del sud Italia. Allo stesso modo, l’area che va dall’Emilia occidentale fino alla punta orientale del Friuli-Venezia Giulia si estende per molti più chilometri rispetto alla somma dei due territori delle sole Sardegna e Sicilia.

Il tutto, ben sapendo che ogni candidato – se vuole avere delle possibilità di approdare al Parlamento europeo per i prossimi cinque anni – dovrà stilare un elenco molto nutrito di iniziative e appuntamenti per farsi conoscere dai suoi potenziali elettori. Si va dai comizi pubblici alle assemblee con le associazioni di categoria, si passa attraverso una serie infinita di pranzi e cene elettorali e si prosegue con le visite ai luoghi più rappresentativi e frequentati della propria circoscrizione. E poi ci sono le spese per la pubblicità sui social network, sui giornali, in televisione e in radio, la cartellonistica, il volantinaggio, i bigliettini e chi più ne ha più ne metta. Mano al portafogli.