Su 705 eurodeputati pochissimi hanno meno di 30 anni. Perché i giovani sono esclusi dalla politica?

La verità dietro la rappresentanza giovanile in Europa: i giovani elettori sono ignorati, mentre i politici veterani dominano la scena Bruxelles

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Alessandro Mariani

Giornalista

Nato a Spoleto, dopo una laurea in Storia e una parentesi in Germania, si è stabilito a Milano. Ha avuto esperienze in radio e in TV locali e Nazionali. Racconta la società, con un focus sulle tematiche ambientali.

Pubblicato: 7 Giugno 2024 10:12

Solo sei dei 705 eurodeputati hanno meno di 30 anni, un dato che difficilmente cambierà di molto dopo le prossime elezioni europee. Questo fenomeno riflette una tradizione consolidata: Bruxelles è stata a lungo una destinazione per i politici alla fine della loro carriera nazionale. Sebbene le competenze decisionali del Parlamento Europeo siano aumentate nel tempo, e con esse l’importanza dell’istituzione, la tendenza a considerarla come un capolinea della carriera politica è ancora diffusa.

Rappresentanza giovanile nel parlamento europeo: pochi under 30

La composizione attuale del Parlamento Europeo mostra una netta sovra rappresentazione della fascia di età tra i 40 e i 69 anni, con un’età media dei parlamentari uscenti di 54 anni. Il gruppo politico più giovane nel Parlamento sono:

  • i Verdi, la cui media di età è 48 anni
  • seguiti da Renew Europe, con un’età media di 50 anni.

La mancanza di rappresentanza giovanile è evidente: non ci sono eurodeputati sotto i 25 anni e solo sei sotto i 30, nonostante il 31% della popolazione dell’UE sia sotto i 30 anni e il 13% tra i 18 e i 29 anni. Questa discrepanza indica una carenza di voci e opinioni giovani nel processo decisionale europeo. Nelle prossime elezioni, i candidati più giovani rappresentano delle eccezioni piuttosto che la norma. L’importanza della loro rappresentanza è basilare. Vedere coetanei in ruoli politici può infatti stimolare la partecipazione di questa fascia d’età alla politica e alle elezioni. Quanto più i partiti politici includono temi rilevanti per i giovani nei loro programmi, tanto maggiore sarà la loro partecipazione, rafforzando così la democrazia e l’inclusione.

Primo voto europeo per oltre 23 milioni di giovani

Dei circa 359 milioni di persone chiamate a votare tra il 6 e il 9 giugno, oltre 23 sono elettori al loro primo voto europeo, secondo Eurostat. Nelle elezioni del 2019, ha partecipato il 50,66% degli elettori, un aumento di 8 punti rispetto al turno precedente, segnando il massimo dal 1994. I giovani hanno trainato questa crescita:

  • +14% tra i minori di 25 anni
  • +12% tra i 25-39enni rispetto al 2014

Cinque Paesi hanno abbassato l’età di voto per coinvolgere di più i giovani: 16 anni in Austria, Germania, Belgio e Malta, e 17 anni in Grecia. Nonostante queste misure, nel 2019 sono stati eletti solo sei eurodeputati sotto i 30 anni. Questo numero così basso è dovuto in parte ai requisiti di età minima per essere eletti: 21 anni in nove stati, 23 in Romania e 25 in Grecia e Italia.

Per i giovani europei il cambiamento climatico è una priorità

Secondo un’indagine condotta da Ipsos in Europa, la preoccupazione principale tra gli elettori che hanno già deciso di partecipare alle elezioni è la sfida del cambiamento climatico. Questo tema è stato identificato dal 69% dei danesi e dal 67% dei portoghesi interrogati.

Tuttavia, polacchi, cechi e finlandesi non lo considerano una priorità. La sensibilità verso il cambiamento climatico attraversa tutte le fasce d’età, anche se solo il 32% degli elettori europei intervistati crede che l’Unione Europea abbia avuto un impatto positivo sulla salvaguardia ambientale. La scarsa presenza di giovani nel Parlamento Europeo, quindi, sottolinea l’urgenza di aumentare la loro rappresentanza, cruciale per una democrazia più inclusiva e per assicurare che le voci e le opinioni dei giovani siano adeguatamente considerate nelle decisioni politiche.