Sei giovane e vuoi aprire un’impresa? Ecco le regioni migliori

Fare impresa per gli under 35 in determinate regioni può diventare un percorso a ostacoli. Confartigianato ha stilato l'elenco delle regioni in cui è più facile (o più difficile) fare impresa per i giovani

Foto di Mauro Di Gregorio

Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Anno dopo anno vengono pubblicate ricerche che fotografano la situazione del tessuto socioeconomico italiano e anno dopo anno ogni report restituisce l’immagine di un’Italia a due velocità con un Nord locomotiva e un Sud che fatica a tenere il passo.

Le regioni migliori per i giovani imprenditori

Confartigianato ha stilato l’elenco delle regioni che presentano le condizioni più favorevoli per lo sviluppo dell’imprenditoria giovanile. Il report è stato presentato alla convention annuale dei giovani imprenditori di Confartigianato organizzata a Roma venerdì 26 maggio.

Fra gli indici presi in considerazione nel valutare l’habitat ideale per la nascita e lo sviluppo di nuove imprese under 35 ci sono il tasso di occupazione giovanile, la presenza di giovani imprenditori nel territorio, la collaborazione fra scuole e imprese, la diffusione dell’apprendistato e il saldo migratorio dei giovani verso l’estero o altre regioni.

La Lombardia si conferma la regione che offre ai giovani le migliori condizioni per lanciare una start up e per coltivare un’impresa già avviata. Ecco la classifica completa delle regioni più favorevoli per i giovani imprenditori (la performance regionale è indicata fra parentesi):

  • Lombardia (elevata)
  • Piemonte (elevata)
  • Veneto (elevata)
  • Emilia-Romagna (elevata)
  • Trentino-Alto Adige (elevata)
  • Friuli-Venezia Giulia (medio-alta)
  • Liguria (medio-alta)
  • Toscana (medio-alta)
  • Umbria (medio-alta)
  • Marche (medio-bassa)
  • Lazio (medio-bassa)
  • Valle d’Aosta (medio-bassa)
  • Abruzzo (bassa)
  • Puglia (bassa)
  • Campania (bassa)
  • Basilicata (bassa)
  • Sicilia (bassa)
  • Calabria (bassa)
  • Sardegna (bassa)
  • Molise (bassa)

Sembrano lontani gli anni della pandemia che ha falciato di oltre un terzo il numero di nuove aziende giovanili iscritte al Registro delle imprese.

Le migliori province per le imprese giovanili

Cuneo, fra le province, rappresenta il terreno più favorevole ai giovani imprenditori. Di seguito la classifica:

  • Cuneo
  • Bergamo
  • Vicenza
  • Lecco
  • Treviso
  • Modena
  • Como
  • Brescia
  • Monza e Brianza
  • Lodi
  • Verona

Isernia guida l’elenco delle province meno favorevoli per i giovani imprenditori. Ecco la classifica:

  • Isernia
  • Foggia
  • Siracusa
  • Vibo Valentia
  • Taranto
  • Campobasso
  • Crotone
  • Agrigento
  • Sassari
  • Caltanissetta

Quanti sono i Neet in Italia

Confartigianato ha anche analizzato il fenomeno dei giovani Neet in Italia (Not in education, employment or training, ovvero giovani che non dedicano il loro tempo a educarsi, lavorare o formarsi). Il fenomeno dei Neet è strettamente correlato, in modo inversamente proporzionale, alle condizioni favorevoli per lo sviluppo dell’imprenditoria giovanile.
Al netto del sommerso, l’Italia nel 2022 è stata il Paese con il più alto numero di giovani nella fascia 25-34 che restano fuori dal mercato del lavoro. Si parla di 1.568.000 persone con un tasso di inattività del 25,4%. La media europea è del 15%. La Germania registra il 13,9%, la Spagna il 13,7% e la Francia il 12,7%.

Col passare degli anni, secondo lo studio di Confartigianato, il fenomeno dei Neet è andato aggravandosi dal momento che il tasso di inattività dei giovani italiani è aumentato di 3,4 punti rispetto al 21,9% registrato nel 2004.

Tra i giovani che non cercano lavoro le donne rappresentano il 65,9% del totale: 1.033.000 a fronte di 535.000 uomini.
Più di metà dei giovani inattivi si concentra al Sud. Il tasso di disoccupazione per gli under 35 al Mezzogiorno è del 37,7%, più che doppio rispetto al 16,8% del Centro Nord. Tra gli inattivi under 39, 468.100 sono laureati.

Lo Stato mette a disposizione aiuti ai giovani che vogliano fare impresa, alcuni dei quali sono riservati all’imprenditoria femminile.

“I giovani – commenta il presidente dei Giovani Imprenditori di Confartigianato, Davide Peli – sono il futuro del Made in Italy. Ma 1,6 milioni di under 35 fuori dal mercato del lavoro rappresentano un assurdo ‘spreco’, una vera e propria emergenza da affrontare rapidamente. L’Anno Europeo delle Competenze sia l’occasione per cambiare davvero, facendo leva sulla formazione, su un nuovo e intenso rapporto tra scuola e imprese per trasmettere il ‘saper fare’, su misure per sostenere la creazione d’impresa e il passaggio generazionale in azienda”.