Aldo Moro

Aldo Moro è stato un politico, professore e giurista italiano.

Aldo Moro
Fonte: IPA

Aldo Moro è stato uno dei membri fondatori della Democrazia Cristiana e ha ricoperto numerosi incarichi, incluso quello di Primo Ministro italiano. La sua vita politica è segnata dalla sua tragica morte per mano delle Brigate Rosse, un evento che ha avuto un profondo impatto sulla storia italiana.

Nome completo: Aldo Romeo Luigi Moro
Nascita: 23 settembre 1916
Luogo di nascita: Maglie (Lecce)
Morte: 9 maggio 1978
Luogo di morte: Roma
Professioni: politico, professore, giurista, Presidente del consiglio dei Ministri, Fondatore della Democrazia Cristiana
Partner:

Eleonora Chiavarelli

BIOGRAFIA

Aldo Moro è nato il 23 settembre 1916 a Maglie, in provincia di Lecce, nel sud Italia.

Suo padre Renato Moro era un ispettore scolastico originario di Gemini, un comune nella provincia di Lecce. Sua madre, Fida Stinchi, invece, era un'insegnante delle scuole elementari originaria di Cosenza, in Calabria.

Moro mostrò fin da giovane un grande interesse per lo studio e dimostrò un'intelligenza vivace.

Dopo la maturità classica a Taranto, si laurea in Giurisprudenza all'Università di Bari. Aldo Moro iniziò la carriera accademica come assistente volontario e segretario particolare del giurista Biagio Petrocelli. Successivamente, divenne professore incaricato presso diverse facoltà, tenendo corsi in filosofia del diritto e diritto penale.

Le sue lezioni furono raccolte in dispense intitolate Lo Stato e pubblicò un'apprezzata opera intitolata La subiettivazione della norma penale.

  • Nel 1942 ottenne la libera docenza in diritto penale e nel 1948 fu nominato professore straordinario presso l'Università di Bari.
  • Nel 1951, a soli 35 anni, ottenne la cattedra da professore ordinario di diritto penale presso lo stesso ateneo.
  • Nel 1963, Moro si trasferì all'Università di Roma, dove tenne la cattedra di Istituzioni di Diritto e Procedura penale presso la Facoltà di Scienze politiche. Nonostante i suoi impegni politici e governativi, continuò ad insegnare regolarmente fino alla sua morte.

Aldo Moro era noto per la sua dedizione agli studenti, con cui intratteneva dialoghi dopo le lezioni. Si narra che tra le borse rinvenute nella Fiat 130 da cui fu rapito nel 1978, ve ne fosse una contenente alcune tesi di laurea dei suoi allievi.

Durante gli anni universitari, Moro si distinse come membro della Federazione universitaria cattolica italiana (FUCI) di Bari, diventando successivamente presidente dell'Associazione su consiglio di monsignor Giovanni Battista Montini, futuro Papa Paolo VI.

Durante la sua carriera accademica, partecipò anche ai Littoriali della cultura e dell’arte, manifestazioni di propaganda del ventennio fascista.

Moro mantenne l'incarico nella FUCI fino al 1942, quando venne chiamato alle armi e servì come ufficiale di fanteria e successivamente come commissario nell’aeronautica.

Durante la sua assenza, Giulio Andreotti prese il suo posto come presidente dell'Associazione.

Dopo alcuni anni di carriera accademica, Moro fondò nel 1943 a Bari il periodico La Rassegna. Nel 1945 partecipò ai lavori per la redazione del Codice di Camaldoli, un documento programmatico creato da intellettuali di area cattolica che darà ispirazione e linee guida alla nascente Democrazia Cristiana.

IL RAPIMENTO

Il 16 marzo 1978, Aldo Moro fu rapito da un commando delle Brigate Rosse a via Fani a Roma. Durante l'agguato, la sua scorta fu massacrata.
Iniziò così un periodo di prigionia di 55 giorni che si concluse drammaticamente il 9 maggio, quando Moro fu ucciso e il suo corpo trovato a via Caetani, un luogo simbolico vicino sia alla sede del Partito Comunista Italiano (PCI) a via delle Botteghe Oscure, sia alla sede della DC in piazza del Gesù.

Durante quei giorni la stampa e la politica furono divise tra coloro che erano favorevoli a trattare con il gruppo terroristico, che richiedeva la liberazione di alcuni prigionieri e un riconoscimento politico, e coloro che erano contrari alla trattativa, con una netta prevalenza di quest'ultimi.

In particolare, il PCI mantenne una linea di fermezza, mentre i socialisti e una parte della DC avanzarono alcuni tentativi di apertura.

Nonostante gli appelli per la clemenza, tra cui quelli del Papa, la situazione non si risolse e non si riuscì a liberare Moro.

Aldo Moro è stato uno dei leader della DC che ha guidato il partito in sincronia con l'evoluzione del sistema politico italiano dopo De Gasperi.

La sua morte ha segnato l'inizio di una crisi irreversibile per la prima Repubblica, poiché nessun altro leader della DC ha avuto una visione altrettanto chiara per mantenere il ruolo centrale che il partito aveva tradizionalmente svolto sin dalla sua fondazione.

Le opere di Moro sono state raccolte in Scritti e discorsi (6 volumi, 1982-1990), e gli scritti del periodo del suo sequestro sono stati pubblicati nel 1991.

VITA PRIVATA

Aldo Moro si è sposato nel 1945 con Eleonora Chiavarelli.

La coppia ha avuto quattro figli: Maria Fida, che ha seguito le orme del padre nella politica ed è stata anche senatrice; Anna, Agnese e Giovanni.

Aldo Moro aveva un forte legame con il suo primo nipote, Luca Moro, figlio di Maria Fida. È interessante notare che Luca porta il cognome del nonno per volontà di Aldo Moro stesso.

CURIOSITÀ

  • Negli ultimi anni la Chiesa ha iniziato un processo di beatificazione di Moro. Ma la figlia nel maggio 2019 ha chiesto in una lettera lo stop perché io processo a suo avviso è diventato “una guerra tra bande”.
  • Sono oltre 200 i libri scritti sulla figura di Aldo Moro, a partire dal 1978 con il libro Aldo Moro: il martirio di un uomo fino al più recente Il puzzle Moro.
  • Dolcissima Noretta” era il vezzeggiativo con cui amava rivolgersi a sua moglie Eleonora.
  • Dopo il ritrovamento del corpo di Aldo Moro, la famiglia ha rifiutato ogni celebrazione ufficiale.
  • Dopo la morte di More, l’allora Ministro dell’Interno, Francesco Cossiga, si dimise dall’incarico.

 


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