Come già anticipato da QuiFinanza, è previsto un incremento delle pensioni di invalidità civile. Questa notizia è stata accolta con interesse da parte dei beneficiari, i quali attendono con ansia un miglioramento delle loro condizioni finanziarie. L’aumento delle pensioni di invalidità civile rappresenta un importante passo avanti nel garantire un sostegno adeguato a coloro che si trovano in una situazione di disabilità. Tali aumenti sono il risultato di una serie di fattori, tra cui l’aggiornamento delle tariffe e dei criteri di calcolo delle pensioni da parte dell’INPS, nonché l’adeguamento alle condizioni economiche e sociali attuali.
Ricordiamo che le pensioni di invalidità civile sono vitali per il sostentamento di molte persone con disabilità. Forniscono infatti loro un reddito essenziale per affrontare le spese quotidiane e garantire una vita dignitosa. L’aumento delle pensioni rappresenta quindi una buona notizia per i beneficiari, che potranno godere di un maggiore sollievo finanziario e una maggiore sicurezza economica.
Tuttavia, è anche importante considerare che l’aumento delle pensioni di invalidità civile potrebbe comportare una maggiore pressione sul sistema previdenziale, specialmente in un contesto economico già difficile come quello attuale. Sarebbe quindi necessario adottare misure precauzionali per garantire la sostenibilità finanziaria del sistema e per evitare un eccessivo aumento del debito pubblico.
Come cambiano le pensioni di invalidità
La sentenza della Corte Costituzionale n. 152 del 23 giugno 2020 ha dichiarato infatti illegittimo l’articolo 38, comma 4, della legge 28 dicembre 2001, n. 448, nella parte in cui, con riferimento agli invalidi civili totali, dispone che l’incremento sia concesso “ai soggetti di età pari o superiore a sessanta anni” e non anche “ai soggetti di età superiore a diciotto anni”.
La norma infatti riconosceva un incremento del trattamento pensionistico fino a 516,46 euro al mese per tredici mensilità, il cosiddetto “incremento al milione”, ai titolari di pensione di inabilità (invalidi civili totali, ciechi civili assoluti e sordi) o di pensione di inabilità non prima del compimento del sessantesimo anno di età.
Secondo la Corte Costituzionale il requisito anagrafico di sessanta anni è irragionevole e discriminatorio perché il soggetto totalmente invalido, pur se di età inferiore ai sessanta anni, si trova in una situazione che non è certo meritevole di minor tutela rispetto a quella in cui si troverebbe al compimento del sessantesimo anno di età.
A chi spetta l’aumento e quando arriva
A decorrere dal 20 luglio 2020, agli invalidi civili totali, ciechi assoluti e sordi titolari di pensione di inabilità è riconosciuta d’ufficio una maggiorazione economica tale da garantire un reddito complessivo pari, per il 2020, a 651,51 euro per tredici mensilità.
Ma quando arriva l’aumento? Una data certa ancora non c’è, ma secondo l’ANMIC (Associazione Nazionale Mutilati Invalidi Civili) i pagamenti dovrebbero essere elaborati con il prossimo mese: la data potrebbe quindi essere quella del 2 novembre 2020, giorno ufficiale per il pagamento delle pensioni.
Il beneficio viene attribuito dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della domanda. La decorrenza non può essere anteriore al 1° agosto 2020.
Per i titolari di pensione di inabilità che presentino la domanda di beneficio entro il 9 ottobre 2020, può essere riconosciuta la decorrenza dal 1° agosto 2020, ove espressamente richiesto.
Pensioni di invalidità, importi e limiti di reddito
Per avere diritto al beneficio sono necessari questi requisiti reddituali (importi 2020), pena l’esclusione:
- il beneficiario non coniugato deve possedere redditi propri non superiori a 8.469,63euro (pari all’importo massimo moltiplicato per tredici mensilità);
- il beneficiario coniugato (non effettivamente e legalmente separato) deve possedere:
– redditi propri di importo non superiore a 8.469,63 euro;
– redditi cumulati con quello del coniuge di importo annuo non superiore a 14.447,42 euro.
Ricordiamo che le pensioni di invalidità saranno incrementate fino a 651,51 euro per tredici mensilità per coloro che soddisfano i requisiti stabiliti. È importante, però, tenere presente che vi sono precisi limiti di reddito che influenzano il diritto all’aumento.