Quota 100, l’Inps paga le prime pensioni da oggi. E scattano i tagli

Prima ondata di pensioni con quota 100. Coinvolti almeno 26.831 neo-pensionati, di questi 23.966 sono maschi. Lombardia in testa

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Emanuela Galbusera

Giornalista di attualità economica

Giornalista pubblicista, ha maturato una solida esperienza nella produzione di news e approfondimenti relativi al mondo dell’economia e del lavoro e all’attualità, con un occhio vigile su innovazione e sostenibilità.

Prima ondata di pensioni con quota 100. Dal 1 aprile 2019 viene infatti accreditato il primo assegno di pensione per 25mila “quotisti”, ovvero quelli in possesso dei requisiti (62 anni di età e 38 di contributi) maturati entro il 31 dicembre 2018.
Sempre dal 1 aprile scattano i tagli per 5,6 milioni di pensionati, che riceveranno un assegno più basso dovuto al blocco delle rivalutazioni delle pensioni superiori a 1.521 euro lordi mensili come previsto dalla legge di Bilancio.

Un terzo dei pensionati al Sud, poche donne

Stando a quanto pubblicato dal Sole 24 Ore saranno coinvolti esattamente 26.831 neo-pensionati. 23.966 assegni andranno a pensionati di sesso maschile: il requisito dei 38 anni di contributi continuativi non favorirebbe le donne (solo il 10,7 per cento) tradizionalmente esposto a maggiori difficoltà nel mettere insieme un solido percorso contributivo.
A lasciare il lavoro con questa prima ondata saranno quindi soprattutto uomini (89,3%) e residenti al Nord: in testa come regione con più neo-pensionati si piazza la Lombardia con 3.844 persone pronte a presentarsi agli sportelli per riscuotere. A ruota segue il Lazio con 2.566 uscite. A godere di quota 100 in maniera rilevante anche la Sicilia (con più di 2.000), la Campania e la Puglia (con oltre 1.700).

Le cifre degli assegni

Questi neo-pensionati possono contare su un assegno piuttosto consistente rispetto alla media, visto che nel 45% dei casi gli importi oscillano tra i mille e 1.500 euro lordi, mentre per il 34% si parla addirittura di assegni compresi tra 1.500 e 3.000 euro. Livelli significativi anche perché sono al netto della decurtazione implicita che sconta chi si ritira fino a 5 anni prima rispetto all’età di vecchiaia. In relazione all’età viene precisato come un quarto circa di questo gruppo di pensionati lasci il lavoro con i 62 anni minimi, mentre circa il 50 per cento ne ha da 63 a 64.

Fino a 50mila assegni

I nuovi pensionamenti non si fermano al primo del mese di aprile ma si prevede di liquidare altri due blocchi di prestazioni in due fasi successive: una entro la prima decade del mese, la seconda invece tra il 20 e il 29. Non è da escludere che si riescano a liquidare fino a 50mila nuove pensioni tra aprile e maggio.

Dipendenti pubblici ad agosto

Si tratta in tutti i casi di lavoratori del settore privato che hanno maturato i requisiti entro dicembre del 2018. Per quanto riguarda i dipendenti pubblici la prima finestra disponibile è quella del 1 agosto. I quotisti della scuola invece andranno in pensione a settembre. E nell’occasione, con questi pensionamenti pubblici, crescerà probabilmente la percentuale delle fuoriuscite femminili.

Scattano i tagli

Oltre all’accredito dei primi assegni con quota 100, dal 1 aprile scatta il taglio alle pensioni. Almeno 5,6 milioni di pensionati riceveranno un assegno più basso dovuto al blocco delle rivalutazioni voluto dal governo. Le nuove percentuali per la rivalutazione delle pensioni sono state introdotte dalla Legge di Bilancio 2019.
Con gli “aggiustamenti” voluti dal governo, per le pensioni superiori a tre volte il minimo e inferiori a quattro, la rivalutazione sarà del 97%, del 77% per gli importi tra quattro e cinque volte il minimo, del 52% tra cinque volte e sei volte il minimo, del 47% oltre sei volte, del 45 oltre otto volte e solo del 40% oltre nove volte il minimo.