Per le pensioni mancano 6,6 miliardi a causa degli stralci contributivi

L'Inps ha scoperto un buco nel proprio bilancio causato dalle misure di saldo e stralcio degli anni passati che hanno annullato le cartelle difficili da riscuotere

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

Pubblicato: 15 Aprile 2025 19:18

Un rapporto del Comitato di Indirizzo e Vigilanza (Civ) dell’Inps ha segnalato la presenza di un debito da 6,6 miliardi di euro per l’Istituto di Previdenza, che non era stato identificato in precedenza. Il passivo deriva dalle misure di stralcio dei debiti con il fisco, che hanno rimosso alcuni crediti dell’Inps nei confronti delle imprese.

Il Civ identifica anche quali misure hanno creato quali debiti, e avvisa il Governo che, nel prossimo futuro, sarà necessario trovare delle coperture nella “fiscalità generale“, cioè prese dalle tasse pagate dai cittadini ogni anno, ulteriori ai contributi pensionistici.

I crediti deteriorati dell’Inps

La prima questione che il Civ ha affrontato nella seduta del 15 aprile 2025 è stata quella dei crediti deteriorati. Un riaccertamento dei crediti residui attivi e passivi al 31 dicembre 2023 ha verificato che varie eliminazioni e variazioni incideranno negativamente sul Rendiconto generale 2024 per 13,7 miliardi di euro.

Questa cifra non influisce però sul bilancio Inps. Esiste infatti un fondo apposito, che è dedicato alla compensazione del deterioramento di questi crediti, dal quale l’Inps può attingere in questi casi. Le variazioni approvate, rispetto ai residui esistenti al 31 dicembre 2023, che includono altri crediti e debiti, arrivano a un passivo di 16,4 miliardi di euro.

Le misure di saldo e stralcio

Come indica il documento emesso dal Civ, queste revisioni sono dovute per la quasi totalità alle misure di saldo e stralcio dei debiti con la Pubblica amministrazione degli ultimi anni. In particolare:

  • 400.000 euro dovuti allo stralcio dei crediti fino a 1.000 euro previsto dalla legge 119 del 2018;
  • 5,4 miliardi di euro dovuti allo stralcio dei crediti fino a 5.000 euro della legge 41 del 2021;
  • 9,9 miliardi di euro dovuti allo stralcio dei crediti fino a 1.000 euro della legge 197 del 2022.

Il miliardo circa che manca per arrivare al passivo totale dell’Inps indicato nella prima parte del documento si deve a procedure di cancellazione ordinarie.

Queste misure sono servite in passato a facilitare il lavoro dell’Agenzia delle Entrate. Negli archivi dell’AdE ci sono migliaia di cartelle considerate “inesigibili”, non recuperabili, perché intestate a persone decedute, aziende fallite o semplicemente perché la loro entità non giustifica l’investimento di risorse necessario per riscuoterle.

Un buco da 6,6 miliardi di euro

Questo però ha avuto conseguenze molto serie sull’Inps. Le società che hanno dei dipendenti devono pagare una parte dei contributi pensionistici dei lavoratori. Molte di queste hanno approfittato del saldo e stralcio per annullare debiti di questa natura con l’Inps. Di conseguenza l’Istituto si è trovato con meno entrate del previsto.

Un buco non coperto dal fondo per il deterioramento dei crediti. Il Civ ha calcolato che l’ammontare di mancate entrate ammonta a 6,6 miliardi di euro per la sola gestione dei lavoratori dipendenti.

La richiesta al Governo

Ne consegue quindi un appello del Civ al Governo: “[Il Civ sottolinea] l’esigenza di garantire specifici interventi compensativi nei confronti dell’Istituto a carico della fiscalità generale“, scrive il Comitato nel documento.

Questo significa che, nel prossimo futuro, per pagare le pensioni attualmente maturate, il Governo di Giorgia Meloni dovrà trovare coperture per 6,6 miliardi di euro. Con il termine “fiscalità generale” si indica in questo caso la totalità delle imposte pagate dai cittadini, che sono quindi diverse dai contributi previdenziali.