Pensioni, Quota 100: i paletti che valgono anche all’estero

Chi va in pensione a 62 anni non potrà lavorare fino al raggiungimento dell’età richiesta per la pensione di vecchiaia, sia in Italia che all'estero, pena lo stop dell'assegno

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Redazione

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Pubblicato: 11 Febbraio 2019 10:57

Il paletto più grande imposto dal Governo per chi va in pensione con Quota 100 inserita nel decretone, ed anche lo svantaggio più grande, è la quasi totale impossibilità di poter lavorare fino al raggiungimento dell’età richiesta per la pensione di vecchiaia. L’unica eccezione riguarda di fatto i redditi derivanti da lavoro autonomo occasionale nel limite di 5.000 euro lordi annui.

Vantaggi di Quota 100

Uno dei vantaggi principali di Quota 100 è l’anticipo dell’età della pensione fino a 5 anni rispetto alla vecchiaia e di 4 anni e 10 mesi di contributi rispetto alla pensione anticipata per gli uomini e di 3 anni e 10 mesi per le donne, con la possibilità di uscire dal mercato del lavoro al massimo sei mesi dopo rispetto alla data di maturazione dei requisiti.

Svantaggi di Quota 100

Gli svantaggi riguardano il concetto di “cumulo”. Come spiega Il Sole 24 Ore, per raggiungere i 38 anni di contributi con almeno 62 anni di età richiesti da Quota 100, non si potranno conteggiare quelli versati alle casse di previdenza dei liberi professionisti. Inoltre, il decretone su pensioni e reddito prevede l’incumulabilità di Quota 100 con i redditi da lavoro dipendente o autonomo, a differenza di quanto accade per la pensione anticipata secondo le regole della legge Fornero. Chi va in pensione a 62 anni non potrà lavorare fino al raggiungimento dell’età richiesta per la pensione di vecchiaia, con l’unica eccezione dei redditi derivanti da lavoro autonomo occasionale nel limite di 5.000 euro lordi annui. Il “non cumulo” si applica per il periodo che va tra la data di partenza della pensione e quella di compimento dell’età per la pensione di vecchiaia.

Altri paletti: stop all’assegno pensionistico

Attenzione però all’ultima circolare dell’Inps, la numero 11, dove l’istituto di Tito Boeri mette in chiaro gli altri paletti imposti da Quota 100. Secondo la circolare, i redditi derivanti da qualsiasi attività lavorativa svolta, anche all’estero, successivamente alla decorrenza della pensione e fino alla data di perfezionamento della pensione di vecchiaia prevista nella gestione a carico della quale è stata liquidata la “pensione quota 100”, comportano la sospensione dell’erogazione del trattamento pensionistico nell’anno in cui il pensionato ha lavorato. Scatta dunque lo stop all’assegno pensionistico per chi non rispetta il divieto, in Italia o all’estero.