Pensioni, nuovo schema per le perequazioni: quali sono le 6 fasce

Il nuovo meccanismo di perequazione degli assegni pensionistici dal 1° gennaio 2023 prenderà il posto di quello attuale basato su sole 3 fasce.

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Redazione

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Novità sul fronte pensioni nella legge di Bilancio. Il governo ha presentato un emendamento che porterebbe le pensioni minime a 600 euro mensili per i soli “over 75” ma esclusivamente per il 2023. Conferma dell’adeguamento pieno del 100% all’inflazione per gli assegni fino a 4 volte il minimo, pari a 2.100 euro lordi mensili, che beneficeranno di un aumento di 153 euro al mese sempre al lordo. Il nuovo meccanismo di perequazione degli assegni pensionistici basato su sole 3 fasce dal 1° gennaio 2023 prenderà il posto di quello attuale .

Rivalutazioni

La rivalutazione sale dall’80 all’85% per i trattamenti fino a 5 volte al minimo (2.626 euro lordi al mese), facendo lievitare l’importo da 153 a circa 162 euro, ma che diminuisce ancora per le altre 4 fasce:

  • dal 55 al 53% per le pensioni fino 6 volte il minimo (3.150 euro) con un ulteriore sacrificio di oltre 4 euro al mese;
  • dal 50 al 47% per quelle fino a 8 volte il minimo, pari a 4.200 euro, con una perdita di altri 9 euro;
  • dal 40 al 37% fino a 10 volte il minimo (5.250 euro mensili), con una contrazione aggiuntiva di oltre 11
  • dal 35 al 32% oltre le 10 volte il minimo, che nel caso di un assegno di 5.350 euro comporrebbe una riduzione sempre di circa 11 euro.

Nuovo schema

Dal 1° gennaio 2023 uscirà quindi di scena l’attuale schema per la rivalutazione delle pensioni:

  • 100% per i trattamenti fino a 4 volte il trattamento minimo Inps (525,38 euro mensili),
  • 90% per quelli superiori a 4 volte
  • fino a 5 volte il minimo e 75% sulle fasce di importo superiori a 5 volte il minimo.

La quota di indicizzazione piena degli assegni al caro vita era stata fissata per il 2023 al 7,3% da un decreto del ministero dell’Economia.

Gli emendamenti del governo alla manovra hanno rafforzato la rivalutazione delle minime per gli over 75 ma per il solo 2023. Questi trattamenti beneficeranno di una rivalutazione aggiuntiva del 6,4%, invece del previsto 1,5%, oltre alla prevista indicizzazione del 7,3%. Con il risultato di far lievitare l’importo mensile della pensione fino a 597,3 euro mensili. Gli altri trattamenti al minimo saliranno nel 2023 a 570 euro, come già indicato dal governo.