Manovra 2023, via libera al maxi-emendamento: tutte le novità del governo

Dopo la bagarre in aula, arriva il maxi-emendamento alla Legge di bilancio 2023, il primo del governo Meloni: tutte le novità

Pubblicato: 19 Dicembre 2022 08:42

Foto di Luca Incoronato

Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Eccolo, finalmente, il maxi-emendamento alla Manovra di bilancio, la prima targata Meloni. Nonostante la bagarre che si è scatenata nella sala del Mappamondo a causa dell’ennesimo rinvio nella consegna degli emendamenti da parte del governo, alla fine una sintesi è stata trovata.

La protesta di Pd, Azione-Iv e Avs

Pd, Azione-Iv e Avs hanno lasciato l’aula per protesta, e la presidenza è stata costretta a sospendere la seduta. Solo il Movimento 5 Stelle è rimasto, pur aderendo alla protesta.

“Abbiamo abbandonato i lavori perché non esiste che si tratti così il Parlamento, è inaudito. La Legge di bilancio se la fanno da soli” ha attaccato la capogruppo del Pd alla Camera Debora Serracchiani. “Sono 7 volte che cambiano l’orario, avevano promesso che avrebbero dato il terzo pacchetto di emendamenti e che il ministro (dell’Economia Giancarlo Giorgetti, ndr) sarebbe arrivato dopo almeno due ore, per dare a noi la possibilità di vedere gli emendamenti e poi discuterli con lui. Il pacchetto non è arrivato, non c’è, non esiste, verrebbe solo il ministro a fare il solito comizio sulla Legge di bilancio. Non abbiamo bisogno del comizio. I relatori per la prima volta non hanno neanche un pacchetto degli emendamenti perché loro stessi non sanno su cosa sta lavorando il governo. È assurdo”, ha concluso.

Ma alla fine la quadra è stata trovata. Giorgetti ha rassicurato dicendo che è stato depositato il pacchetto di modifiche alla Manovra da parte del governo, che “non stravolge nulla”, ma anzi rafforza l’impianto del disegno di legge. Poi ha spiegato che il ritardo della presentazione del maxi emendamento è stato dovuto al fatto che gli uffici del Ministero dell’Economia erano pronti con un maxi emendamento, ma la presidenza della Camera avrebbe manifestato l’indisponibilità a considerarlo ammissibile se non spacchettato. Da qui il governo ha dovuto procedere “a un lavoro molto complicato” di spacchettamento per comporre e ricomporre anche le coperture, ha spiegato il ministro.

Ok della Commissione europea alla Manovra, ma con modifiche

Una Manovra ampiamente criticata da Bankitalia e dalla Corte dei Conti, e parzialmente accolta invece dalla Commissione europea, seppur con importanti revisioni. Giorgetti nei giorni scorsi ha sottolineato il “giudizio positivo” di Bruxelles “che ha promosso la Manovra, inserendo l’Italia tra i Paesi europei in linea e che si trovano dalla parte giusta”.

“Una grande soddisfazione”, ha dichiarato il ministro, in barba ai “gufi nazionali che sono stati smentiti”. “Serietà e responsabilità pagano e continueranno a essere alla base di ogni nostra decisione”, ha aggiunto.

In generale, la Commissione Ue ha ritenuto il progetto di bilancio dell’Italia in linea con le raccomandazioni del Consiglio europeo dello scorso luglio e ha giudicato plausibili le ipotesi macroeconomiche per il 2022 e il 2023.

In particolare, sono state considerate mirate le misure adottate contro il caro energia in favore di famiglie fragili e imprese. “Nel maxi emendamento non c’è nessuna forma di condono fiscale” ha ribadito Giorgetti. Mentre su POS e Opzione donna, Palazzo Chigi ha dovuto fare marcia indietro.

“Il governo ha le proprie opinioni, che si scontrano con dati e circostanze di fatto e anche, nel caso di Opzione donna, con un’onerosità sul livello pluriennale significativa”. “Si tratta di trovare soluzioni compatibili con le raccomandazioni e le normative di riferimento anche in sede europea”, ha ribattuto ancora Giorgetti, rispondendo alle osservazioni dei deputati in commissione Bilancio della Camera.

Tutto questo in un quadro mutato, in cui l’aumento dei tassi di interesse da parte della Bce ribalta alcune essenziali condizioni. “L’aumento dei tassi, guidato dalla politica restrittiva delle banche centrali, per il nostro Paese ha un significato molto più pregnante che per altri, in ragione del debito pubblico”. Per questo l’impegno del governo in Manovra “non è statico ma dinamico. Questo governo ha il dovere anche di avere una premura e attenzione rispetto alla dinamica del debito un po’ diversa rispetto all’epoca con tassi di interesse prossimi allo zero” chiarisce il titolare di via XX Settembre.

Il grande problema sono state le coperture, ha spiegato ancora Giorgetti: “Avrei voluto aumentare il taglio del cuneo a 35mila euro di reddito ma non avevo le coperture”.

Ma vediamo nel dettaglio le principali novità del maxi emendamento in Manovra.

POS

Dalla Manovra salta la norma sul POS che tanto aveva scatenato polemiche. La soglia dell’obbligo di accettare pagamenti elettronici fissata a 60 euro viene meno perché poneva rilevanti criticità verso il PNRR, e il governo non ha potuto fare altro che stoppare tutto.

“Spero che ci sia un’ulteriore riflessione”, ma intanto l’Esecutivo si dice disponibile a nuove interlocuzioni sulla questione con la Commissione europea e punta a forme di ristoro o risarcimento per gli operatori che si dovranno trovare di fronte ad un maggiore onere per le commissioni sulle transazioni elettroniche.

Pensioni

In Manovra viene rivisto il meccanismo di indicizzazione delle pensioniper gli anni 2023 e 2024. La novità, ora, è che viene alzata la percentuale della fascia di pensioni da 4 a 5 volte la minima, tra 2.100 e 2.600, e vengono invece ridotte conseguentemente quelle a salire con limiti superiori.

Di fatto, le minime vengono portate a 600 euro, e non a 1.000 come aveva promesso Silvio Berlusconi in campagna elettorale.

Su Opzione donna il governo “ha una sua opinione, il problema è l’onerosità delle coperture” ma “siamo disponibili al confronto per trovare delle soluzioni condivise” ha rimarcato il ministro.

Reddito di cittadinanza

Come anticipato, Giorgia Meloni e i suoi confermano la rimodulazione del Reddito di cittadinanza, con la riduzione da 8 a 7 mesi delle mensilità dell’Rdc.

Taglio cuneo

Sale da 20mila a 25mila il tetto del reddito per il taglio del cuneo contributivo di un ulteriore punto percentuale.

Tassi mutui

Una delle grandi novità del maxi-emendamento è il ripristino di una vecchia norma del 2012, che permette a chi ha sottoscritto un mutuo ipotecario di tornare dal tasso variabile al tasso fisso. In sostanza, si può cambiare tasso in corsa.

Assegno unico e Congedo parentale

Nel maxi emendamento via libera anche alla maggiorazione dell’Assegno unico per le famiglie con 4 figli o più, e l’aumento all’80% del Congedo parentale ricondotta ai genitori in via alternativa.

Introdotta anche una misura per escludere le borse di studio destinate a studenti universitari con disabilità dal computo reddituale, estendendo i beneficiari.

Superbonus 110%

Altro importante emendamento, quello che riguarda il tanto discusso Superbonus. Viene prorogata al 31 dicembre la presentazione della Cilas.

IVA

Tra le altre modifiche anche l’IVA fissata al 10% per il pellet e la riduzione dell’aliquota IVA del teleriscaldamento al 5% per il primo trimestre del 2023.

Società sportive

Infine, una novità interessante riguarda anche i debiti delle società sportive, che verranno trattati come quelli di tutte le altre imprese per quanto riguarda quelli fiscali, mentre quelli previdenziali andranno saldati entro i termini.