C’è chi, grazie a un determinato sistema di pensionamento, riesce ad andare in pensione con 43 mesi di sconto sull’età. I fortunati sono pochi e molto circoscritti.
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Il sistema pensioni in Italia e i continui cambiamenti
Le regole per l’accesso alla pensione in Italia sono state oggetto di continui cambiamenti, spesso imprevisti. La confusione è tanta, così come l’incertezza tra i lavoratori che vogliono accedere o meno a un sistema di “sconto”.
Alcuni di questi cambiamenti infatti hanno consentito a determinate categorie di anticipare il pensionamento di anni rispetto all’età pensionabile standard, mentre altri hanno escluso intere fasce di lavoratori che fino a poco tempo prima avrebbero avuto diritto a misure agevolate.
In questo contesto, una delle misure che continua a suscitare attenzione è l’Ape sociale, che offre l’opportunità di andare in pensione con 43 mesi di anticipo, ma solo per chi rientra nei requisiti previsti. Chi sono i fortunati che possono beneficiare di questo sconto e chi, invece, rischia di rimanere escluso?
Cos’è e come funziona l’Ape sociale
L’Ape sociale (Anticipo pensionistico sociale) è stato introdotto come misura sperimentale per aiutare determinate categorie di lavoratori in condizioni di particolare svantaggio economico o sociale ad accedere alla pensione in anticipo rispetto all’età standard.
È una prestazione che permette ai beneficiari di smettere di lavorare a 63 anni e 5 mesi, a fronte di almeno 30 anni di contributi versati, ma senza possibilità di cumulo con altri redditi da lavoro.
La misura non è priva di peculiarità. Non solo non prevede il diritto a una tredicesima o ad assegni familiari, ma nemmeno si adegua all’inflazione. Al raggiungimento dell’età pensionabile ordinaria (67 anni), termina e viene sostituita dalla pensione di vecchiaia.
Inoltre, l’importo massimo dell’Ape sociale non può superare i 1.500 euro lordi al mese, indipendentemente dal reddito pensionistico effettivo che il lavoratore maturerà in futuro.
La modifica del 2024: cosa è cambiato
Nel 2024 il governo ha apportato una modifica significativa alla misura (oltre alla sua stessa proroga) dell’Ape sociale, inasprendo l’età minima richiesta per accedere al beneficio. Prima della modifica, era possibile accedere all’Ape sociale al compimento di 63 anni, ma ora l’età richiesta è stata aumentata di 5 mesi, portandola a 63 anni e 5 mesi.
Il cambiamento ha creato una situazione di esclusione per chi, pur essendo vicino all’età pensionabile anticipata, non riesce a raggiungere i requisiti entro il termine dell’anno.
È il caso di molti lavoratori nati verso la fine dell’anno, come chi ha compiuto 63 anni a gennaio e non può accedere all’Ape sociale perché non soddisfa il nuovo requisito dei 63 anni e 5 mesi entro la fine dell’anno precedente.
Chi può beneficiare dell’Ape sociale
Non tutti i lavoratori hanno diritto all’Ape sociale: la misura è riservata solo a chi rientra in determinate categorie. Vediamole in dettaglio:
- disoccupati: devono aver completato il periodo di indennità di disoccupazione (Naspi) senza trovare una nuova occupazione;
- caregiver: lavoratori che da almeno sei mesi si occupano di un parente disabile convivente. Anche se in alcuni casi il familiare disabile vive in una parte separata della casa, questa condizione permette comunque di accedere alla misura;
- invalidi civili: chi ha una percentuale di invalidità riconosciuta pari o superiore al 74%;
- lavoratori in mansioni gravose: chi svolge attività considerate gravose (in base a un elenco di 15 categorie professionali) e ha maturato almeno 36 anni di contributi, con almeno 6 degli ultimi 7 anni o 7 degli ultimi 10 impiegati in tali lavori.
Ape sociale: una questione di fortuna?
Il principale vantaggio offerto dall’Ape sociale è la possibilità di andare in pensione fino a 43 mesi prima rispetto alla normale età pensionabile di 67 anni. Il beneficio, tuttavia, non è alla portata di tutti.
Infatti, coloro che non riescono a raggiungere i 63 anni e 5 mesi entro l’anno in corso, devono attendere l’età pensionabile ordinaria, vedendo sfumare la possibilità di anticipare l’uscita dal mondo del lavoro.
Al contrario, chi riesce a soddisfare il requisito entro l’anno, può beneficiare del vantaggio, accedendo alla pensione con uno sconto di quasi 4 anni rispetto all’età standard.
Cosa aspettarsi dopo il 2025?
Un motivo di incertezza rispetto alle misure di pensionamento anticipato riguarda proprio il futuro dell’Ape sociale, dato che la misura è stata finora prorogata anno per anno. Si discute della possibilità che possa essere sospesa nel 2025, ma per ora non ci sono conferme ufficiali.
Al momento sono quattro le misure attualmente vigenti che scadranno il 31 dicembre 2024. Tra queste:
- Ape sociale
- Opzione donna
- Quota 103
- l’aumento delle pensioni minime
Se non verranno rinnovate, tra le diverse opzioni (anche se poco gettonate) potrebbe tornare in vigore la legge Fornero.