Pensione: addio quota 41, nel 2024 torna quota 103?

Riforma pensionistica e fiscale scomparse dal Def presentato dal governo. Proviamo a capire come si andrà in pensione anticipata nel 2024.

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Paolo Viganò

Giornalista di attualità politico-economica

Classe 1974, giornalista professionista dal 2003, si occupa prevalentemente di politica, geopolitica e attualità economica, con diverse divagazioni in ambito sportivo e musicale.

Come da commenti e analisi relative al Def presentato dal governo, riforma del sistema pensionistico e riforma fiscale con rimodulazione dell’Irpef – due fra le bandiere della destra durante la campagna elettorale – sono praticamente sparite dall’orizzonte. Per il taglio del cuneo fiscale verranno utilizzati circa 3 miliardi, mentre la Legge di Bilancio potrà contare all’incirca su 4 miliardi di euro, che rendono impossibile operare su previdenza e fisco.

Il leghista Riccardo Molinari ha recapitato un messaggio chiaro a Palazzo Chigi: “Con pochi miliardi quota 41 non si fa, questo è chiaro. Dovremmo capire quante risorse avremo e come potremo avvicinarci all’obiettivo. Stesso discorso per la flat tax“.

Dunque niente Quota 41 per la pensione anticipata, mentre Quota 103 si esaurirà il prossimo 31 dcembre. Cosa accadrà dunque nel 2024?

Quota 103 in scadenza

L’anticipo pensionistico in vigore quest’anno è Quota 103 che consente l’accesso a 62 anni e 41 anni di contributi. Serve un’età anagrafica di almeno 62 anni e un’anzianità contributiva minima di 41 anni per accedervi. Quota 103 che, ricordiamo, è una misura sperimentale messa in campo dall’esecutivo Draghi fino al 31 dicembre 2023. E’ possibile ottenere la pensione trascorsi tre mesi dalla maturazione dei requisiti e, in ogni caso, non prima del primo aprile 2023. I soli lavoratori dipendenti delle pubbliche amministrazioni devono attendere sei mesi e almeno il primo agosto 2023. La domanda è disponibile sul sito dell’Inps.

L’importo massimo mensile della pensione anticipata flessibile in pagamento non potrà superare cinque volte iltrattamento minimo stabilito per ciascun anno (per il 2023 l’importo è pari a 2.818,65 euro).

Proroga di Quota 103 nel 2024?

Mentre la ministra Calderone ha istituito, con un decreto dello scorso marzo, una sorta di osservatorio sulla spesa previdenziale per formulare delle ipotesi di pesnione anticipata per il futuro, in assenza delle necessarie coperture finanziarie sono in molti a ipotizzare la proroga di un anno di Quota 103, quindi anche per tutto il 2024.

Come si va in pensione nel 2023

Tra i canali di uscita anticipata, c’è quello che consente il pensionamento con 42 anni e 10 mesi di anzianità contributiva (41 anni e 10 mesi per le donne) a prescindere dall’età anagrafica e senza adeguamenti all’aspettativa di vita, fino al 2026. Potranno poi continuare a uscire con 41 anni di versamenti, indipendentemente dalla soglia anagrafica, i lavoratori “precoci”, quelli cioè in possesso di 12 mesi di contribuzione effettiva prima del diciannovesimo anno d’età (condizioni simili a quelle previste per accedere all’Ape sociale).

Ape social, a chi spetta?

La misura – generalmente poco conveniente da un punto di vista economico – ha il vantaggio non trascurabile di “anticipare” la pensione di vecchiaia di circa 9 anni. I requisiti sono:

  • almeno 63 anni di età;
  • almeno 30 anni di anzianità contributiva; per i lavoratori che svolgono le attività cd. gravose l’anzianità contributiva minima richiesta è di 36 anni.
  • non essere titolari di alcuna pensione diretta. Sono, invece, i requisiti per l’APE sociale, l’indennità garantita dallo Stato ed erogata dall’Inps.

L’indennità, in caso di iscrizione ad un’unica gestione, è pari all’importo della rata mensile di pensione calcolata al momento dell’accesso alla prestazione (se inferiore a 1.500 euro) o pari a 1.500 euro (se la pensione è pari o maggiore di questa cifra).

Opzione donna è stata prorogata per tutto il 2023 e consente alle lavoratrici che abbiano maturato entro il 31 dicembre 2022, un’anzianità contributiva di almeno 35 anni ed un’età anagrafica di almeno anni 60, congiuntamente ad un ulteriore requisito soggettivo.