La Manovra allontana la pensione: i nuovi limiti

La Manovra finanziaria 2023 allunga i tempi per andare in pensione per decine di migliaia di cittadini: fra chi è penalizzato ci sono le donne

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

La Manovra finanziaria è alle battute finali: la bozza definitiva è pronta e il testo è salito a 91 articoli. Molte le misure sul tavolo e non tutte favorevoli ai cittadini, come ad esempio l’addio alla tampon tax con Iva al 5%. Ma dal governo fanno sapere che la coperta è sempre più corta e quindi alcune categorie sono chiamate a fare sacrifici. Fra chi dovrà sacrificarsi c’è anche chi sognava il traguardo della pensione di vecchiaia o anticipata.

Pensione di vecchiaia: requisiti più alti

Attualmente i requisiti per ottenere la pensione di vecchiaia sono aver compiuto 67 anni di età, sia per gli uomini che per le donne, e avere almeno 20 anni di contributi (pari a 1.040 settimane).

Doccia fredda per i lavoratori che hanno cominciato a versare contributi a partire dal 1996: per loro sale l’importo minimo maturato necessario per poter accedere alla pensione 3 anni prima dell’età di vecchiaia.
Nella nuova bozza della Manovra (che salvo ulteriori giravolte dovrebbe essere quella definitiva) a fronte di almeno 20 anni di contributi versati sale da 2,8 a 3,3 volte l’assegno sociale (da 1.409 euro a 1.660). Va via invece il limite di 1,5 volte l’assegno sociale per l’accesso alla pensione a 67 anni una volta raggiunti i 20 anni di contributi: basterà avere raggiunto l’importo dell’assegno sociale che nel 2023 è pari a 503,27 euro.

Pensione anticipata: nuovi requisiti

E a partire dal 2025 potrebbero non bastare più 42 anni e 10 mesi di contributi, oltre ai tre mesi di finestra mobile, per l’accesso alla pensione anticipata indipendentemente dall’età (41 e 10 mesi per le donne). La bozza della Manovra anticipa dal 2026 al 2024 il periodo nel quale non sono previsti adeguamenti all’aspettativa di vita.

Addio a Quota 103: dal 2024 per andare in pensione prima del tempo si dovrà ricorrere a Quota 104. I requisiti sono avere maturato 41 anni di contributi e avere 63 anni di età.

Vengono previste penalità per chi opti per la pensione anticipata: il periodo di calcolo con il sistema retributivo si riduce, mentre aumenta invece la quota con quello contributivo. Tutto questo, in concreto, può tradursi in una criticità per chi abbia avuto una vita lavorativa frammentaria. La discontinuità lavorativa colpisce in particolar modo le lavoratrici.

Opzione donna 2024

Per chi puntava ad andare in pensione con Opzione donna il requisito anagrafico lievita da 60 a 61 anni. Per le lavoratrici che vogliano andare in pensione entro il 31 dicembre 2023 il requisito è un’anzianità contributiva uguale o maggiore di 35 anni, unito a una età anagrafica di almeno 61 anni. Ma c’è uno sconto per i figli: il limite anagrafico viene ridotto di 1 anno per ogni figlio partorito fino a un massimo di 2 figlio (ovvero fino a un massimo di 2 anni).

Adeguamento all’inflazione

Fra le altre misure della Manovra si prevede anche un adeguamento pieno all’inflazione per le pensioni fino a 4 volte il minimo, cioè quelle sotto i 2.000 euro circa. L’adeguamento va poi al 90% per quelle tra 4 e 5 volte il minimo e al 22% per quelle più alte ancora.

Oltre alle pensioni, la Manovra 2023 ha introdotto una serie di novità: dai prodotti per l’infanzia ai tabacchi, dalle misure a sostegno del lavoro femminile al taglio del cuneo fiscale.

Per una panoramica completa rimandiamo al nostro focus contenente le principali misure della Legge di bilancio 2023.